Autonomia per l’Unità sindacale

Cisldi Donato Galeone – Nelle giornate 11 e 12 maggio 1973 – a Cassino – fu celebrato il settimo Congresso Provinciale, presieduto dal mio caro amico Cesare Del Piano della Cisl di Torino.

Con la relazione congressuale: “AUTONOMIA PER L’UNITA’ SINDACALE” richiamai – come al precedente Congresso del 1969 – l’attualissima recente enciclica “Gaudium et Spes” riproponendo e riconoscendoci che “tra i diritti fondamentali della persona umana bisogna annoverare il diritto dei lavoratori di fondare liberamente proprie associazioni, che possano veramente rappresentarli e contribuire ad organizzare rettamente la vita economica, nonché il diritto di partecipare liberamente alle attività di tali associazioni senza incorrere nel rischio di rappresaglie”.

Migrazioni interne e programmazione dello sviluppo provinciale

Riferendo al Congresso sull’attività sindacale svolta nei quattro anni 1969-1973 rilevai che il fenomeno migratorio provinciale, continuando a ridursi, era dovuto indubbiamente all’avviato processo di trasformazione industriale.

Alla tendenza residenziale in aumento verso il basso Lazio si aggiungeva, peraltro, un “nuovo flusso migratorio interno” – prevalentemente – nei centri urbani caratterizzati dai nuovi insediamenti produttivi: da Anagni, Frosinone e Cassino per la Fiat di Piedimonte San Germano e l’indotto metalmeccanico dell’automobile, con piccole e medie imprese, orientate ad ubicarsi nei territori limitrofi di Aquino, Roccasecca e Pontecorvo.

Furono questo i primissimi “nodi sociali e del lavoro” – emergenti, verificati e discussi in Congresso – che riproponevano l’esigenza di una “programmazione di sviluppo socio-economico provinciale”.

Per rispondere a questa esigenza – fu sostenuto in Congresso – necessitava la elaborazione di un equilibrato sviluppo, possibile e sostenibile tra comparti produttivi di beni e servizi, con l’attenta valutazione e considerazione degli effetti sociali di una evoluzione economica che coinvolgeva una notevole parte di popolazione attiva già occupata nell’agricoltura.

Persone che offrivano lavoro in ogni comparto produttivo e non solo industriale, peraltro, in rapida crescita.

Già a fine anno 1972 si contavano 250 complessi produttivi con oltre i 10 dipendenti e circa 22.000 occupati.

Nuova realtà socio-economica provinciale e del basso Lazio con l’insediamento FIAT

Non fu casuale, ripeto, per la Cisl, celebrare il 7° Congresso a Cassino ma fu voluto a fronte di una nuova realtà socio economica provinciale – in evoluzione e aperta . con l’insediamento della Fiat, che si estendeva su oltre 250 ettari agricoli.

Si richiedeva una razionale programmazione degli interventi esterni agli insediamenti produttivi tanto nei trasporti, della casa e servizi – da pianificare e articolare – quanto negli assetti urbanistici territoriali da adeguare ai valori civili e sociali comunitari locali.

La Cisl denunciò – già in quel Congresso – la tendenza a soddisfare ed agevolare ancor più le esigenze infrastrutturali richieste dall’imprenditoria dominante – Fiat compresa – che ridurre, nel contempo, i ritardi degli enti locali nella pianificazione degli assetti territoriali.

La Cisl proponeva – gradualmente – un’attenta “strategia della industrializzazione e dello sviluppo locale” – ovvero – una programmazione di tutte le infrastrutture, sia quelle funzionali alle effettive localizzazioni delle nuove attività produttive e sia quelle dei trasporti, stradali e ferroviari, collegabili agli insediamenti urbani-abitativi, attrezzati, con adeguati servizi civili e sociali.

Si contestava e si criticava – nel merito – lo stesso “Piano Regolatore del Consorzio per l’Area di Siluppo Industriale” che, eludendo la necessità della riorganizzazione dei servizi e delle strutture viarie, concentrava ogni intervento – esclusivamente – alla industrializzazione per l’industrializzazione – nelle specifiche aree tra Cassino-Anagni pur sollecitando – solo formalmente – domande di insediamenti nei “cinque agglomerati” – scarsamente attrezzati – ma solo nominati, proposti e inseriti nel “piano regolatore provinciale di sviluppo industriale”.

L’unità sindacale nell’autonomia

Il quadriennio 1969-1973 fu caratterizzato da una nuova e diversa posizione politica, autonoma, dei lavoratori – uniti – nelle loro Confederazioni di CGIL-CISL-UIL ed il Congresso Cisl di Cassino confermò la scelta politica-sindacale di continuare – tanto nei luoghi di lavoro quanto nella società provinciale – la pratica unitaria sindacale gestita, peraltro, dal “Patto Federativo tra CGIL-CISL-UIL” quale “strumento organizzativo” capace di superare la prassi concorrenziale sia nelle adesioni dei lavoratori ai loro Sindacati Confederali e sia nelle proposte contrattuali ad ogni livello – aziendale e territoriale – da collegare, sempre, alla crescita dell’occupazione verso il pieno impiego e alle riforme sociali.

Il Congresso di Cassino si concluse con “un appello a tutti i lavoratori” di voler contribuire alla ricostruzione della “unità sindacale nell’autonomia” :

riconfermando la linea politica-sindacale già espressa nel Congresso del 1969:
riaffermando la “incompatibilità” tra il mandato sindacale della dirigenza ed il mandato politico-partitico e riconoscendosi – coerentemente – nelle decisioni CGIL-CISL-UIL di Firenze 3 già orientate – verso tempi brevi – per la ricostruzione della “unità sindacale organica nell’autonomia”.

L’esercizio dei diritti sindacali con il contratto nazionale dei lavoratori metalmeccanici

Al 7° Congresso di Cassino, tra i delegati dei metalmeccanici Cisl, partecipò anche un giovane sindacalista, Giovanni Trinca – proveniente da Treviso, operatore a tempo pieno, sostenuto dalla nostra Federazione Italiana Metalmeccanici (Fim-Cisl) che, nel dicembre 1974, costituì la FLM- Federazione Lavoratori Metalmeccanici tra Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil della Provincia di Frosinone, con sede a Cassino.

E’ essenziale aggiungere e ripetere, quanto fu significativa la celebrazione del Congresso Provinciale a Cassino perché, oltre alla periodica quadriennale verifica politica-sindacale dei lavoratori iscritti all’Organizzazione Sindacale Democratica della Cisl, la partecipazione al Congresso di Cesare Del Piano della Cisl Torino, richiamò e stimolò l’attenzione del movimento sindacale dei lavoratori del basso Lazio per “conoscere momenti politici e sindacali” sia nei rapporti che nelle relazioni tra sindacato e Fiat, già vissuti per oltre un secolo, prevalentemente nell’area nordica industrializata di Torino.

E Cesare Del Piano, nel suo intervento al Congresso, informò e commentò con sufficiente e chiarissima sintesi i momenti di massima unità raggiunta – da Torino – nell’azione e nell’autonomia contrattuale del sindacato che impropriamente fu definita “autunno caldo” del 1969.

E nel merito dei rapporti e relazioni industriali, Del Piano confermò che, nei mesi successivi all’autunno del 1969, tanto l’impegno sindacale unitario nelle trattative e di sostegno per il rinnovo contrattuale quanto i sacrifici dei lavoratori metalmeccanici – con le giornate di sciopero – contribuirono a segnare una “svolta sia nell’autonomia sindacale unitaria che nei contenuti proposti e poi definiti con i rinnovi contrattuali nazionali”.

Dagli interventi dei delegati e dal Congresso furono evidenziati i contenuti – sia nella parte normativa che salariale – delle “novità contrattuali” riconoscendo che, con quel contratto nazionale, il Sindacato dei Lavoratori Metalmeccanici aveva indicato un percorso, ovvero, “la pista o linea per rinnovare i successivi contratti nazionali degli addetti all’industria italiana”.

E quelle normative contrattuali sulle “libertà-diritti sindacali” (assemblea nei luoghi di lavoro, permessi e aspettative ai rappresentanti sindacali dei lavoratori proposte, trattate e sottoscritte prima dello Statuto dei Lavoratori in vigore dal maggio 1970) furono sottoscritte anche con il rinnovato contratto nazionale dei cartai e cartotecnici – tipologia produttiva tradizionale nella nostra Provincia – che favorirono sia le nostre richieste di “assemblee nei luoghi di lavoro” che i distacchi aziendali di lavoratori motivati da “aspettativa sindacale”.

La Federazione Sindacale dei Lavoratori Cartai-Cisl di Frosinone richiese ed ottenne, rapidamente, i “primi distacchi aziendali” dei giovani rappresentanti sindacali : Antonio Cantasale dipendente nelle Cartiere di Cassino-Aquino e Giovanni Perciballi dipendente nelle Cartiere di Isola Liri-Sora.

(continua con “Il Sindacato dei Lavoratori nella Fiat di Cassino 1973-1976)

31 luglio 2013

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