di Ignazio Mazzoli – Dopo alcuni appuntamenti mancati, nel bar sotto i portici, danti al Palazzo Municipale, incontro Mario Marani, un altro dei quarantenni che vogliono rinnovare la politica amministrativa del comune di Veroli. E’ un uomo del centrodestra, primo fondatore, ci tiene a precisarlo, dei circolo “Forza Silvio” in questa città nell’agosto 2013. Il dott. Marani è un giovane farmacista, spostato con Maria Rosaria Gennaro, hanno due figli Chiara di 11 anni e Francesco di 7. E’ stato titolare di una farmacia a Collepardo dal 1998 al 2011 ed ora è contitolare di un’altra a Roma.
L’incontro si trasforma assai presto in una conversazione animata dal dottor Marani che vuole ricostruire e narrare la delusione e l’amarezza causate dalla mancata definizione delle candidature a sindaco del comune di Veroli attraverso le primarie per lo schieramento a cui si sente di appartenere.
Da novembre 2013, quando il centrodestra verolano, tutto, con le primarie voleva scegliere il candidato sindaco della coalizione, si arriva alla fine di marzo 2014 in cui si prospettano sempre le primarie mentre la candidatura a sindaco di Gianfranco Rufa è già stata annunciata urbi et orbi, anzi è definita senza possibilità di alternative.
Eppure c’erano state riunioni impegnate con dirigenti come Antonello Iannarilli e Mario Abbruzzese insieme a Rufa, Denis Campoli, Marino Diamanti e Mario Fiorini per decidere insieme come procedere. Ma, qualcosa già allora appariva strano. Ognuno fu invitato a dichiarare chi rappresentava e l’unico a qualificarsi di Forza Italia fu per l’appunto solo il dott. Marani. Gli altri presenti, tra cui l’attuale candidato di Forza Italia Gianfranco Rufa, si dichiararono appartenenti a liste civiche. Solo dopo il dottor Rufa aderì a FI. Questo fatto consentirà agli organi dirigenti di quel partito di intervenire nelle vicende verolane.
Infatti due settimana fa a Roma, per uscire dall’impasse, fu promosso dal senatore Francesco Arcari un incontro a Palazzo Madama con i colleghi Claudio Fazzone e Francesco Giro alla presenza di una rappresentanza di verolani appartenenti a diverse aree di FI, che in quella sede posero il veto alla candidatura di Gianfranco Rufa. Invece le aspirazioni di quest’ultimo furono confermate attraverso l’escamotage di affidare un gestione commissariale di questa vicenda a due dirigenti locali quali Antonello Iannarilli e Mario Abbruzzese che continuarono a sostenere, nonostante tutto, Rufa, fino ad imporlo.
Gli uomini del centrodestra verolano che si richiamano a Marani e Mino Moraldi, consigliere uscente, avevano in animo di dare ai cittadini della città ernica un’alternativa concreta all’attività politica finora espressa dal centro sinistra che da oltre 20 anni amministra Veroli e che, a loro dire, non ha sicuramente migliorato la qualità della vita, l’economia e il conseguente rilancio turistico. Sognavano di far diventare realtà queste aspirazioni con la promozione di un’azione collettiva mirata ad incentivare una partecipazione attiva dei cittadini all’interno del territorio. Per questo hanno ritenuto necessario che la politica, i singoli e tutte le realtà economiche concordassero insieme le linee guida per programmare una strategia di sviluppo atta a risollevare le sorti della città. Le primarie sarebbero state un primo tassello della coalizione in cui le decisioni non fossero frutto di scelte individuale e arbitrarie.
Interrompo la narrazione del dottor Marani con una domanda che mi nasce dal ricordo dell’esito elettorale del 2009. Come quest’anno si votò allora per europee e comunali nello stesso giorno. Per il parlamento europeo il Pdl prendeva 6.535 voti pari al 52,3% il PD 2.980 con una percentuale del 23,8%; il partito di Casini conquistava 1.050 voti per l’8,4% portando l’intero centrodestra a rappresentare oltre il 60% dell’elettorato. Di questo risultato clamoroso non c’era più traccia nel risultato per il rinnovo del consiglio comunale dove il sindaco D’Onorio arrivava a toccare la soglia del 70%. Come un dirigente del centrodestra si spiega questo risultato? La risposta è secca: le nostre candidature non aggregano, non sono espressione di un dialogo con i cittadini e di una frequentazione dell’elettorato. No conoscono i bisogni e le esigenze dei cittadini.
In queste ore anche il Partito Democratico, che ha amministrato con il sindaco D’Onorio ha i suoi problemi che sempre più si definiscono come segni di una crisi irreversibile del ruolo dei grandi partiti in queste tornate elettorali. Ciociaria Oggi, parlando dei problemi di Forza Italia a Veroli titolava qualche giorno fa un suo articolo così: “La politica di Farsa Italia”. Certamente elementi farseschi in questa vicenda delle primarie promesse e mai realizzate ci sono, ma c’è anche una certezza siamo di fronte alla sagra delle liste civiche. E’ come se un nuovo collettivo di piccole dimensioni volesse sostituirsi ai corpaccioni dei partiti almeno nei comuni. Si può liquidare questo accadimento dicendo semplicemente che sono “fatti di campanile”? Forse c’è dell’altro. Forse c’è da guardare nelle vita interna dei partititi e nella loro effettiva democrazia di partecipazione.
Oggi il dottor Marani nel corso della conversazione ha argomentato anche la sua scelta di candidarsi nella lista civica “Veroli Bene Comune”, che appoggerà la candidatura a sindaco di Danilo Campanari. E, insieme a questa scelta se ne apprende anche un’altra: il dottor Mino Moraldi, consigliere uscente del Pdl, che ha svolto l’opposizione alla maggioranza D’Onorio, si candiderà in una lista a sostegno del Candidato a sindaco Simone Cretaro. Già il 27 gennaio scorso Moraldi salutava Forza Italia e stava pensando di formare una Lista Civica. Sono ben consapevoli che hanno scelto soluzioni che richiedono una convincente spiegazione per essere capite, ma forse in qualche modo si sono sentiti costretti.
Veroli 23 aprile 2014
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