di Stefano Balassone – È il prime time a risentire particolarmente della fuga degli spettatori.
I canali tv, quale più quale meno, sono impegnati da una settimana a dare più spazio alla campagna elettorale ospitando, in regime di par condicio, i candidati delle varie formazioni. E non si può dire che il pubblico si affolli, posto che la platea di questi giorni pre-elettorali è la più ristretta rispetto ai corrispondenti giorni di maggio degli ultimi quattro anni.
Colpa della politica troppo ingombrante? La risposta è no, perché il pubblico se la sta squagliando in massa innanzitutto nel prime time, dove fra fiction, film e partite più o meno del cuore la politica non ha più spazio del solito. Qui nell’insieme mancano un milione e duecentomila spettatori rispetto all’anno passato, con la Rai che ne perde 1,5 milioni e La7 che scende di 400.000, persone che in parte si trasferiscono su Mediaset e la pay-tv mentre il grosso tiene chiuso il televisore perché ormai preferisce trastullarsi con tablet e computer oppure perché la crisi è davvero un po’ meno crisi (alla faccia, direbbe il capo del governo, di «gufi e rosiconi») e ci scappa la pizza con gli amici.
Però, dentro il fenomeno più generale del restringimento della platea televisiva classica, si individua facilmente un contingente specifico sfuggito alla tv pre-elettorale.
Cominciamo dalla prova “a contrario” vedendo cosa succede dove sicuramente i candidati alle elezioni non sono mai comparsi (almeno speriamo) e cioè nel game show delle 19 (l’Eredità). Qui Raiuno anziché perdere guadagna share (+1,3%) e spettatori (+200.000) mentre Raitre, con i suoi Tg nazionale e regionali che dal tema delle elezioni sono ovviamente invasi, scende di parecchio (-2,2%, pari a -400.000 spettatori rispetto ai 2,3 milioni dell’anno passato.
Altro segno di distrazione dalla politica pre-elettorale: fra i Tg delle 20 siamo al riflusso verso i maggiori (Tg1 e Tg5) a spese del Tg7 (che scende di due punti), chedei tre è quello che della politica ha fatto la principale materia di racconto. E lo segue nella discesa, sia pure più contenuta, il successivo, politicissimo, spazio Gruber. Infine, a tarda sera, dove corre Porta a Porta, nonostante il boom d’ascolti di Grillo, Raiuno perde 1,7 punti di share che a quell’ora equivalgono a 200.000 spettatori in meno rispetto a 1,2 milioni dell’anno passato.
A trattenerci dal borbottare inquieti per questo comportamento del pubblico più disattento alle italiche sorti, può soccorrere ricordare che ieri sera, zappando ad ora tarda, ci si imbatteva in Alessandro di Battista (esponente di punta, anzi appuntito, di M5S) che auspicava gli elettori PdD a liberarsi dalle loro mal riposte fiducie, come alcolisti che dovessero smettere di pensare alla bottiglia. «Ce l’ha fatta Bush, potete farcela anche voi» sembrava dire per invitarli a condividere lo stato di grazia e verità che in lui da tempo si è installato.
E dunque il consiglio che ne viene è di cercare di chiudere il computer o di rientrare a casa più tardi, per non correre il rischio di essere molestati, in piena agora catodica, da altri salvatori di anime smarrite, quelle degli altri.
@sbalassone
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