di Antonella Necci – Slavyansk è terra di confine ed insediamento delle forze armate che qui combattono, in una vera guerra civile, le forze seperatiste filorusse. Da tempo in Ucraina si combatte per conquistare l’indipendenza dalla Russia e per poter diventare uno stato membro dell’Unione Europea.
Si continua a combattere per acquisire quello che si considera un privilegio: essere parte di una Comunità considerata democratica, e abbandonare per sempre il totalitarismo di stampo sovietico. Che la gente muoia per poter ottenere un privilegio su cui personaggi come Marine Le Pen sputano sentenze, fa riflettere.
L’Ucraina, come la Georgia in passato, sta vivendo nel sangue il desiderio di poter decidere da stato libero e indipendente.
Lo Zar Putin, a quanto pare, proprio ieri ha dichiarato che accetterà l’esito delle odierne elezioni, in uno slancio di apparente democrazia. Ciononostante le forze armate continuano a presidiare zone strategiche di confine, come Slavyansk, appunto.
Sono pochi i giornalisti che riescono a spingersi all’interno di queste zone di guerra.
Il pericolo è notevole, ma certo la voglia di vedere, testimoniare, fotografare, far capire anche solo attraverso un’immagine, un volto, uno squarcio di distruzione, è forte. Al di là delle parole, che risuonano vuote, ci sono le immagini.
Andrea Rocchelli era uno di questi giornalisti. Foto e parole. Immagini e pensieri. Tutto pur di testimoniare. Capire. Chiedere perchè. Provare a rispondere a questioni più grandi di noi. Semplicemente.
E che la sua vita fosse sempre in pericolo, lui certo lo sapeva, probabilmente con un fondo di incoscienza e di innocenza che esiste nell’animo di chi svolge questa professione in modo estremo, pensava che mai questo sarebbe accaduto.
Oggi ha perso la vita, mentre tentava ancora, come ogni giorno di testimoniare vicende umane.
Le sue foto, le sue parole, qualche video trasmesso in tv in queste ore mi hanno colpito, come ancora mi colpisce rivedere, dopo tanti anni, il volto fiero di Ilaria Alpi e il suo orgoglio nel desiderio di testimoniare , di aprire uno squarcio nel velo dell’omertà, dell’indifferenza e dell’ipocrisia.
Semplicemente. Senza roboanti ed inutili parole.
Andrea, Ilaria e tanti come loro, che hanno fatto dell’onestà il cardine delle loro vite, ci invitano, con il loro esempio ad essere migliori e ad avere coraggio. Il coraggio dettato dalla forza delle idee. E a guardare in faccia la realtà, dando , a ciò che vediamo, il loro vero nome.
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