di Antonella Necci (Poldino e Trippotto. Storia semiseria delle vicende elettorali di Anagni.) – Trippotto è ai domiciliari, Poldino è stato affidato ai servizi sociali. Il parroco del paese ha intercesso in suo favore, ed è stato affidato alla comunità di recupero delle ” lucciole “, che, ahimè, affliggono, con il loro andirivieni, il quieto vivere del paesino.
Ma l’onta della vergogna è tanta e tale che Poldino, quasi, teme, ogni giorno, ad uscire di casa.
Al mattino, di buon’ora, con fare furtivo, chiude l’uscio, e si avvia a passo lesto verso il suo motorino, parcheggiato in strada, a pochi passi da casa sua.
{tab=Il signor Nessuno}
Un bel giorno, sul sellino, vede una busta chiusa con su scritto ” APRIMI E NON TE NE PENTIRAI”. Poldino, preso dal senso del dovere, per timore di arrivare tardi in ufficio, prende distrattamente la busta, la piega, la pone nella tasca interna della giacca e se ne dimentica.
La sera, dinanzi alla porta di casa incontra il parroco, che con gli occhi, più che con le labbra, gli chiede novità.
Poldino rimane perplesso, ma con il suo modo gentile di sciogliersi d’impaccio da situazioni potenzialmente difficili, risponde laconico con un ” Va tutto bene, tutto a meraviglia”.
Mai avrebbe immaginato che quelle frasi avrebbero scatenato la gioia del parroco. Questi lo abbraccia e gli stampa due baci sulle guance, come faceva quando era bambino.
Poi, lo guarda negli occhi. Vede quel distacco. Quello smarrimento. Capisce. Poldino non sa niente.”Hai aperto la busta?” gli chiede. Accidenti. E’ ancora lì dove l’aveva messa la mattina. Poldino la prende e la apre farfugliando scuse, e poi, all’improvviso sbianca. Guarda prima il parroco e poi il foglio nella busta. “Sceriffo? IO?” e non sa cos’altro aggiungere.
Non aveva mai comandato su nessuno, non contava niente per nessuno, figuriamoci diventare sceriffo di un paesino in mano ai malaffari di Trippotto. Avrebbe significato scontrarsi quotidianamente con lui. Lui, che non chiedeva altro che scontare la sua pena in silenzio. “Mah, non saprei…sono ai servizi
sociali….”tenta così di giustificare il successivo diniego, che non arriverà, perchè il parroco rapito dall’entusiasmo dell’impresa, non gli da tempo, e “e che fa? Servizi sociali, condanna plurima,arresti domiciliari. …Lo sceriffo è lo sceriffo e se non ha commesso qualche reato, non ha referenze per diventare tale. Tu hai tutte le carte in regola, e questa macchia diventerà il gradino che ti permetterà di salire in alto.Vedrai, non te ne pentirai.”
{tab=Diventa Sceriffo e Eroe}
Frastornato, inebriato, travolto , nel giro di pochi giorni, dall’entusiasmo di tutti i concittadini, che in lui, su istigazione del parroco, vedevano ora il santo liberatore che li avrebbe salvati dalla cattiveria di Trippotto, Poldino comincia ad entrare nel ruolo dell’eroe, finchè non capisce che questo ruolo gli piace.
Certo, c’è sempre l’ombra nera di Trippotto ,che pur assente, è sempre al centro dei guardinghi discorsi nei bar e nei vicoli.
Le malefatte e i sopprusi son tante e tali , pensano gli abitanti, che poco importa chi verrà a liberarci, fosse pure il nuovo Messia, sarebbero stati li, a braccia aperte, e con la banda sempre pronta ad intonare l’inno.
E allora onore e gloria a Poldino, perchè è lui che ci libererà. Certo, così piccino, quel viso smunto, quegli occhi tristi, non sembra un vero eroe, ma il parroco ha detto che solo lui può diventare il nuovo sceriffo. E il parroco è uno che sa quello che fa. E poi, di sicuro, Poldino è più simpatico di Trippotto. Ha modi gentili, è sempre educato. E chi lo dice quali sono i canoni per capire com’è fatto un’eroe? Ne abbiamo mai visto uno? E allora….”
Evviva Poldino! Evviva il parroco! Evviva la liberazione!”
Da oggi in poi, finalmente, passeggeremo guardandoci negli occhi, salutandoci, parlandoci senza timore di rappresaglie, di incrociare occhi e orecchie delle spie nemiche assoldate da Trippotto per sapere cosa si dice di lui in paese.
Questo si dicevano gli abitanti, ancora impauriti, ma sempre più rassicurati dalla presenza di quel volto amico, sia pur distante. Tutto era perfetto. La festa per l’elezione di Poldino era iniziata fin dal mattino. Canti, balli, grida, riecheggiavano lungo i vicoli, fino a sera dove nella piazza principale erano tutti riuniti ,per ascoltare il discorso dello sceriffo. Tutto sembrava
perfetto , finchè ….”Ma chi è Poldino?” si udì distintamente, nonostante il frastuono. Era Michelino, il più piccolo e il più biricchino degli abitanti, che ingenuamente così apostrofava la madre. Tutti, come paralizzati, si fermarono a guardarlo. E mentalmente, ma senza osare dirlo apertamente, si chiesero:” Già, ma chi diavolo è questo Poldino?”
N.B. E’ sempre bene ricordare che fatti o persone citati nella storia, non hanno alcuna connessione con la realtà, ma sono completo frutto di fantasia.
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