Ceccano c’imbarazza

Ceccano palazzo antonellidi Ivano Alteri – Le vicende amministrative di Ceccano, dobbiamo confessarlo, ci procurano grave imbarazzo. Da una parte, infatti, siamo perfettamente consapevoli dell’importanza dei partiti nella vita politica, della loro insostituibilità per una effettiva democrazia partecipata; dall’altra, però, gli stessi partiti continuano a manifestare in ogni atto una disinvoltura scoraggiante, che li allontana vieppiù dal loro ruolo. L’imbarazzo è evidente: noi che non crediamo alla presunta azione salvifica della cosiddetta Società Civile contrapposta all’inefficienza e alla scarsa trasparenza della Società Politica, veniamo smentiti proprio dalla Società Politica, che costantemente si contrappone con arroganza alla Società Civile. Tale contrapposizione tra Società Politica e Società Civile, secondo il nostro parere, è il male più profondo del nostro tempo, per precipua responsabilità della politica. E rischia di zittirci.

Il caso di Ceccano è emblematico. Lì, il discorso implicito del Pd è il seguente: “Siccome ho vinto le elezioni europee, faccio cadere la giunta a Ceccano, per approfittare del vento favorevole”. Una normale persona sana di mente non può che restare basita, e chiedersi: che senso ha? Qual è il nesso? Quale, la logica? Ma ancora: chi ha deciso di far cadere la Giunta Maliziola? Con quale metodo? Sono stati consultati almeno gli organismi direttivi dei partiti? Non sarebbero state necessarie le assemblee degli iscritti, per una decisione così importante? Siamo in presenza di arroganza, mancanza di scrupoli, rapacità politica, poltronismo cronico, scempiaggine? Davvero avvilente.

L’obiettivo, è chiaro: ri-addentare famelicamente l’amministrazione della città. Ma come può un cittadino credere che si voglia costruire un’onesta amministrazione, se per conquistarla si usano mezzi sleali? Come può, lo stesso cittadino, credere che si voglia creare un’amministrazione “democratica”, vicina alla gente, se per ottenerla si usano mezzi oligarchici? Insomma, come può essere credibile una politica, se per perseguirla si usano mezzi contrari ai principi che dovrebbero invece ispirarla? L’uso di mezzi disonesti per conquistare una postazione di governo, pensiamo noi, è il preludio di un governo disonesto; l’uso di mezzi oligarchici, è il preludio di un governo oligarchico.

In tutto questo, le questioni amministrative, i problemi della città, restano sullo sfondo, non rientrano nelle preoccupazioni dei complottardi. Essi contano su fatto che, a prescindere da quelli, una volta avviata la campagna elettorale, l’istinto degli elettori sarà così tanto sollecitato che difficilmente riusciranno a tenersi fuori dalla tenzone, ed ognuno si schiererà, comunque, in base alle proprie sensibilità. Ma, ammesso che così avvenga, e che non si verifichi invece una frana nella partecipazione al voto (come già avvenuto alle stesse europee), il danno alla relazione tra politica e cittadini resta: il fossato tra questi e quella si è allargato ulteriormente, le tentazioni oligarchiche si sono accresciute, le smanie di protagonismo individualistico sono state liberate dalle briglie, i privatissimi interessi più biechi sghignazzano nell’ombra con rapacità, il vaso di pandora è sempre più scoperchiato.

Come possiamo non sentirci in profondissimo imbarazzo? Con quale coraggio, quale faccia, quali argomenti possiamo ancora invitare i cittadini alla partecipazione politica, se la politica li allontana sempre più? Come possiamo sperare ancora di convincerli dell’importanza dei partiti per una politica efficace, se i partiti continuano a prenderli a calci? Come è possibile che i politici non sentano il pericolo che incombe sulla democrazia?

O è proprio questo l’obiettivo: allontanare i cittadini dall’unico strumento che renderebbe efficace la loro presenza in politica (Costituzione docet)?

Frosinone 14 giugno 2014

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Ivano Alteri

ByIvano Alteri

Ivano Alteri: Libero professionista di Frosinone, esperto in problemi del lavoro, ha collaborato prima con edicolaciociara.it sul cui sito ha pubblicato interventi relativi al mondo del lavoro e alla politica più in generale. Ha collaborato alla ricerca sugli infortuni sul lavoro svolta dall'associazione Argo per conto della Provincia di Roma, poi pubblicata dalla stessa. Dalla nascita di unoetre.it è membro della sua Redazione

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