Oscar Pistorius: Un attimo lungo una vita

Oscar-Pistorius-Reeva-Steenkamp

Oscar-Pistorius-Reeva-Steenkampdi Antonella Necci – Perché parlare di Pistorius, mi chiedo da giorni. Perché misurarmi con un fatto reale così crudo e indiscutibile? Non lo difenderò e non lo accuserò, questo è certo, ma cercherò solo di capire perché, ora che i riflettori sul processo sono temporaneamente spenti, per permettere la perizia psichiatrica sull’imputato, ora a distanza di più di un mese dagli ultimi video della BBC e dal resoconto dettagliato di The Guardian, ora mi sento sufficientemente distaccata per parlare. Più che parlare di un atleta che ha fatto della sua vita un esempio per tanti, che ha dimostrato come si possa cambiare il corso della propria esistenza con la forza di volontà, con il desiderio di vincere le avversità, prima che con la determinazione e l’allenamento necessari per vincere una gara, vorrei parlare di cosa spinge gli esseri umani a rinnegare, con un solo stupido gesto, tanti momenti di vittoria e di difficoltà superate.
Vorrei parlarne, ma con quali parole, senza scendere sull’inevitabile terreno del “femminicidio”, che in questo caso, secondo Gerry Nel , l’avvocato dell’accusa è “omicidio premeditato”?
Prima i fatti, nudi e crudi: la sera del 14 Febbraio 2013 Reeva Steenkamp viene uccisa, per errore, da Oscar Pistorius, il quale spara ripetuti colpi di pistola contro la porta del bagno, ritenendo che al suo interno vi fosse un ladro, che si fosse introdotto dalla finestra del bagno, appunto.
Dalle sue dichiarazioni, Pistorius non aveva sentito la voce di Reeva nel bagno, mentre invece, i vicini di casa, hanno parlato di ripetute urla provenienti dalla villa.Oscar Pistorius al processoOscar Pistorius al processo
Che aggiungere? Si evince la colpevolezza, se non la premeditazione, e tutto sta nella dimostrazione della responsabilità criminale, che secondo la legge sudafricana si basa su due punti basilari: 1. L’evidenza dell’erroneità dei fatti che si basa sulla contraddittorietà del comportamento dell’imputato; 2. L’adeguata procedura legale in accordo con la constatazione di tale evidenza.
E proprio sulla base di questa “adeguata procedura legale” che il giudice Thokozile Masipa ha predisposto la perizia psichiatrica.
Mentre sto scrivendo, mi ritornano alla mente attimi delle scene del processo, e una soprattutto mi ritorna più frequentemente. L’accusa, Gerry Nel, che punta a dimostrare la premeditazione, ha mostrato un video, nel quale Pistorius si esalta mentre spara, insieme ad altri, a dei cocomeri. Dopo, nel guardare l’imputato, gli fa osservare che la testa di Reeva era ridotta come quei cocomeri, e procede a mostrarne le immagini. Attimi di terrore, ribrezzo, paura ne seguono. La madre di Reeva distoglie lo sguardo e piange in silenzio. Pistorius piange e urla che non vuole guardare, mentre l’accusa lo incalza e lo incita. Ma lui non cede. Non guarda e il giorno in cui vengono mostrate le immagini dell’autopsia di Reeva, vomita in aula.
Mi fermo qui. Per ora. Aspetterò il 30 giugno, giorno in cui si riaprirà il processo per seguire e per continuare a cercare una risposta.
Non arriverà, è impossibile, ne sono quasi certa. Ma devo provare, comunque, a cercare di capire.

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ByAntonella Necci

Sono Antonella Necci nata a Roma vivo a Roma e insegno lingua e civiltà inglese in un liceo ad indirizzi classico e linguistico. Sono appassionata di storia e filosofia ma voglio provare ad iscrivermi nuovamente all'università. Ho intenzione di ricominciare a studiare per diventare medico, se mi riesce. È sempre stato il mio sogno ma per pigrizia non mi sono voluta misurare con il lavoro da affrontare con la facoltà di medicina.Cos'altro aggiungere? Non mi piace parlare di me!Ah una cosa però la voglio dire: il mio regista preferito è Ken Loach e spero tanto che vinca la Palma d'oro a Cannes visto che presenta un film di connotazione prometeutica!

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