di Antonella Necci – Poldino – atto settimo. L’amore cambia la vita. …E ciò che vide le fece prima raggelare il sangue, e poi ribollire di rabbia.
“Ingrato, bugiardo, traditore”, – questo ripeteva mentalmente. ” Io che ti ho sostenuto durante la campagna elettorale, fotografando tutti i malefici di Trippotto e di tutti quelli che si opponevano alla tua candidatura. Io mi sono esposta in prima linea, come un valoroso soldato, pronto a morire per il suo Generale. La guerra! Si, una guerra era stata. Con battaglie, lotte, mediazioni e strategie. Ed io sempre vicina a te, sempre un passo dietro di te, e ora? Tu cosa fai?”. Mentalmente, mentre la rabbia le ribolliva dentro, e non capiva bene su cosa sfogarla, Madame Adolphine continuava a dare del “Tu ” e non del ” Lei ” a Poldino, come il rispetto per la sua posizione meritava.
Lo guardava, appisolato sulla sua poltroncina dorata, con quel visino pallido e qualche capello bianco che già compariva sulla sua chioma fluente.
Lo guardava , e meditava vendetta. E una dura vendetta sarebbe arrivata,se, mentre aveva preso la rincorsa per avventarsi su di lui, non fosse inciampata sullo sgabello posto ai piedi di Poldino, e di conseguenza sul gatto soriano che vi si era stiracchiato su.
Il gatto urlò e si avventò, per lo spavento, su Madame Adolphine, che, urlando più di lui, cadde a muso in terra risvegliando Poldino dai suoi dolci sogni.
“Che è stato?”- Chiese con una vocina da bello addormentato, “Chi urla? Cosa accade? Madame che succede? Perché vi trovate in questa stanza?”, chiese imbarazzato, spegnendo il monitor del suo pc.
“Allora? Rispondete?”- E stavolta il tono era più perentorio.
“Mi sono permessa di entrare per comunicarVi che a breve il Consiglio Supremo Vi convocherà. Vuole il resoconto completo sui Vostri adempimenti di un anno di Sceriffato. Ecco. Questo volevo dirVi. E ora me ne vado”- Concluse Madame, tra l’altezzoso e il raggelante e zoppicando si allontanò dalla stanza, seguita dal gatto, che, per lo spavento preso, meditava di richiedere una lauta ricompensa in cucina.
Poldino in un attimo comprese: “Mi ama”, pensò, ” Almeno una donna sono riuscito a conquistarla”, meditò, “Ma non è lei che voglio”, si rammaricò.
Riaccese il monitor e si perse di nuovo. E lì, in quel computer, in diretta streaming, si stava svolgendo la conferenza del capo dell’opposizione. Nascosto in quei boschi e paludi impervi, dove i coguari non erano arrivati, il capo dell’opposizione continuava ad elencare le malefatte e gli errori politici ed amministrativi di Poldino. Gli incarichi mal distribuiti, pur di asservire ai propri scopi la banda di ruffiani che lo aveva fin lì circondato. E accanto a Geppò, sedeva e lo guardava con sguardo adorante la donna che gli aveva cambiato la vita e che, a sua insaputa, l’aveva cambiata anche a Poldino.
Marinelle Le Diable era la donna più pericolosa di tutto l’emisfero. Si diceva che prima di passare a sostenere Geppò, era stata Maggiore della Marina, ed aveva ricevuto onorificenze per l’attività svolta al servizio del precedente Sceriffo. Aveva parecchi reati sulla disinvolta coscienza, e nessuno per il quale poterla imputare. Aveva stretto amicizia con gli uomini più potenti della Terra, che la contattavano per risolvere “casi difficili”. Madame Le Diable interveniva con il suo drappello di uomini fidati, e non lasciava traccia. Il suo mito di donna avida e priva di scrupoli l’aveva resa famosa anche su questa parte del pianeta. Aveva il mondo ai suoi piedi quando si innamorò di Geppò.
In passato Geppò era stato un uomo triste. Non era facile essere il capo dell’opposizione al regime di Poldino, ma Marinelle gli aveva rischiarato la vita. Era diventato più sicuro, più aggressivo nel linguaggio e nei modi, e la gente lo amava tanto che i suoi seguaci crescevano a dismisura.
E anche il suo potere cresceva. I cittadini lo ascoltavano, delusi dalle belle e vuote promesse di Poldino, il cui astro un tempo nascente, si offuscava sempre di più.
Nubi nere si materializzavano sul destino di Poldino, e stavolta non era Trippotto il nemico da combattere. Stavolta era l’amore, che lo aveva infilzato come uno spiedino, quel giorno in cui i suoi occhi incontrarono quelli neri e sensuali di Marinelle Le Diable.
Anche per lui, da quel momento, tutto era cambiato.
N.B. La fantasia stavolta si tinge di rosa e i miei personaggi nemmeno tanto immaginari, stanno vivendo una bella favola. Dobbiamo sempre gioire delle ricchezze che la vita ci riserva.
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