di Matteo Ernesto Oi – La dispersione scolastica è un fenomeno complesso e può essere definita come l’insieme di fattori che modificano il regolare svolgimento del percorso scolastico di uno studente che non si identifica semplicemente con l’abbandono, ma riunisce un insieme di cause individuali e sociali che possono sfociare nell’uscita dei ragazzi dal sistema scolastico senza averlo completato.
L’estrazione socio-culturale, ancora oggi, è determinante nell’esclusione dal percorso dell’istruzione. Infatti, in Italia, specie durante la scuola dell’obbligo è più probabile che ripetano più volte ed abbandonino gli studenti appartenenti a famiglie al di sotto della soglia di povertà o a rischio perché la necessità di dover portare sostegno economico alla famiglia e di conseguenza di dover lavorare spesso risulta incompatibile con il proseguimento degli studi. In altri casi è l’assenza di un ambiente didattico favorevole in cui problemi come la timidezza, le tendenze depressive, la difficoltà di concentrazione, lettura e tanto altro ancora possono se non affrontate nel modo giusto incidere nel rapporto con la scuola così come esperienze di passati insuccessi.
Spesso una parte degli studenti paga il prezzo del malfunzionamento del sistema scolastico. Ad esempio non c’è continuità tra i vari ordini, in modo particolare tra le superiori di primo grado e di secondo anno in cui la dispersione scolastica aumenta a dismisura oppure paga l’assenza delle strutture necessarie all’integrazione e all’inclusione come avviene per gli studenti stranieri o diversamente abili.
Il fenomeno dell’abbandono caratterizza in maniera gravosa il Mezzogiorno, con un’incidenza particolarmente elevata in Sicilia, dove più di un quarto dei giovani lascia la scuola con al più la licenza media. Incidenze superiori al 23 per cento si registrano anche in Sardegna, Puglia e Campania, ma quote elevate di abbandoni si riscontrano anche in alcune aree del Nord-Ovest (soprattutto in Valle d’Aosta, Lombardia e Piemonte).
La dispersione scolastica non è un problema esclusivamente italiano infatti a sono molti i paesi europei che devono farci i conti. Il progetto Innoschool, ad esempio, valuta la situazione attuale in Spagna, Italia, Germania e Paesi Bassi ed ha promosso in quest’ambito un concorso per la raccolta di best practice contro la dispersione e a favore dell’integrazione. Nonostante le differenze tra le società e i sistemi di istruzione di questi paesi, resta il fatto che tutti devono far fronte ad un certo numero di studenti che non riescono più a frequentare la scuola. La media europea di questa cosiddetta “fascia di dispersione” si aggira intorno ad un allarmante 16% e gli effetti di questa sconfitta sono negativi non solo a livello individuale, ma anche sociale.
Oppure Germania Belm ha fatto notizia per lo straordinario impegno per l’integrazione degli immigrati: quasi l’80% degli studenti della scuola media sono immigrati e molti di essi provengono dalle ex-repubbliche sovietiche. Per fornire la migliore assistenza possibile, la scuola lavora in stretta cooperazione con il BIW (Belm Integration Workshop), un laboratorio che intende aiutare i giovani meno fortunati ad immettersi nel mercato del lavoro e ad integrarsi nella società. Collaborano a questo obiettivo anche la comunità di Belm, il centro giovanile locale e un’organizzazione che fornisce assistenza legale ai giovani.
Un altro interessante progetto riguarda gli studenti origine nomade “Nuovi strumenti per l’istruzione dei nomadi” realizzato nell’ambito del Programma Comenius della Commissione Europea, da una rete formata da varie organizzazioni, scuole e istituzioni pubbliche e private in Spagna, Portogallo, Gran Bretagna e Romania, ha creato nuovi metodi di insegnamento e materiali per le lezioni prettamente tagliati sui bisogni dei gruppi nomadi. Come prodotto finale è stato creato un CD-Rom contenente software didattico da abbinare ad un insieme di schede di apprendimento che si può utilizzare qualora non si abbia a disposizione un computer e che contiene altri giochi e spunti didattici.
I numerosi tentativi di fronteggiare il tasso di abbandono scolastico dovrebbero far rifletterci sulle criticità dei sistemi d’istruzione italiano ed europei e ripensare la didattica e l’organizzazione della scuola.
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