di Antonella Necci – Mentre Poldino continuava la sua convalescenza, imprigionato nel Campo dei Ribelli, laggiù, immerso nella foresta alle falde di Anagnon-sur-la-mer, lo Sceriffato era definitivamente tramontato e al suo posto era sorto il Principato assoluto di Geppò.
L’idea del Principato era una delle fisime di Trippotto: lui voleva istituire Principati ovunque, dove la moneta autonoma e lo statuto autonomo facevano da leitmotiv. Una sorta di paradiso fiscale come già ne esistevano nelle Nazioni vicine. Un’idea malsana che, fortunatamente, lo Stato Centrale aveva bloccato.
Ora che si ritrovava agli arresti domiciliari, dopo un anno nelle patrie galere, Trippotto aveva tempo per pensare ed escogitare e sinuoso come un serpente tentatore aveva solleticato le segrete ambizioni di Geppò, incrementando l’odio per Poldino.
L’antipatia verso Poldino non aveva bisogno di essere alimentata. Geppò aveva notato certi sguardi nei confronti di Marinelle. Quell’essere falso e ipocrita. Si riempiva la bocca con la Chiesa, i sani principi, le conferenze clericali. Fasullo come un soldo bucato. Così rimuginava Geppò e si rodeva dentro per la gelosia, preferendo passare le sue giornate alla sede del Principato pur di non vedere quella faccia che si fingeva triste nel dover trascorrere la prigionia sotto la custodia di Marinelle.
Capitò che una bella mattina soleggiata Poldino, Powder e Marinelle andarono a fare il bagno nelle pure acque del fiume che attraversava la foresta. Quel fiume era una perla rara circondata dalle falde acquifere inquinate dal Lindano, e la gioia che lo aveva invaso quando lo aveva scoperto, eguagliava la felicità di nuotare in quelle acque con Marinelle.” Acqua Pura, Acqua Viva”, questo sarebbe stato il nome dell’associazione che avrebbe fondato, una volta libero. Avrebbe coinvolto i suoi giornali e i suoi seguaci. Avrebbe fatto le larghe intese con Geppò e avrebbero ricevuto un mare di finanziamenti per rendere quella Valle un Paradiso Terrestre. Marinelle sarebbe stata dalla sua parte. Era sensibile alle questioni ecologiste, meno a quelle clericali. L’avrebbe convertita. Si sentiva il Gesuita nella Foresta Amazzonica. Ce l’avrebbe fatta.
Mentre Poldino ragionava, Powder trotterellava dietro a Marinelle, felice di aver trovato una nuova padroncina. Lo avevano affidato al cuoco Gennaro Esposito, che lo aveva preso in simpatia, nominandolo “Gran Gatto Assaggiatore”. Un ruolo che piaceva non poco a Powder, che, seduto sul suo sgabello di velluto cremisi, si lasciava servire le porzioncine prelibate. La bontà della degustazione veniva accompagnata da fusa e miagolii. In genere si addormentava felice, con la pancia piena, sognando montagne di gelato e lasagne. Era bello essere un gatto nella foresta di Anagnon.
La vita nel campo era piena di vivacità. Ogni sera le Feste dell’Unità dei Ribelli erano rallegrate da gare, canti, balli. Di certo più interessanti delle sciocche rappresentazioni di Miss Cisco. Cantori stranieri, in tournee nel paese, sostavano nella foresta per allietare le tante serate di festa. Ma come mai non aveva mai sentito parlare di tali musicisti? E perché Miss Cisco non se ne era informata? Quanta bella gente esisteva nel mondo. Perché lui non l’aveva mai conosciuta?Li, nei concerti tenuti nello Sceriffato si annoiava talmente tanto che si addormentava profondamente, sviluppando, nel tempo, l’abilità di dormire con gli occhi aperti.
Con il passare dei giorni, Poldino sviluppò anche la consapevolezza che avrebbe di sicuro ripreso il potere,poiché nella sua testa stava nascendo la strategia ideale. Marinelle era la soluzione. Una donna che avrebbe potuto aiutarlo, se solo lui avesse mosso i tasti giusti facendo leva sulle capacità protettive che lei aveva nei confronti di Geppò.Certo era rischioso. Avrebbe potuto perdere tutto. Ma decise che valeva la pena tentare.
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