di Antonella Necci – Tanto per parafrasare un vecchio film di Roberto Benigni, si può dire che “l’unico problema di Anagni è il centro storico”.
Ne esistono altri e di gran lunga più importanti, ma da un po’ di tempo a questa parte,(esattamente dal 21 Luglio 2014), non si fa altro che spargere un inutile ed assordante chiacchiericcio su come sia stata ripartita la zona ZTL, o sulla chiusura al traffico del centro storico che crea disagi ai residenti e ai commercianti. Viene il sospetto che qualcuno voglia sfruttare questi malumori a proprio vantaggio.
In questi giorni, ultimo atto di un “quasi” caldo inizio d’agosto, si legge, sul sito di anagnia.com, che sono state dette parole grosse nei confronti del primo cittadino, congiunte alle lamentele degne di una moglie tradita, da parte della lista civica”La rete dei cittadini”, che rivendica di aver portato in campagna elettorale un bel fagotto di voti in dote, e che ora sarebbe stata scaricata, messa da parte dai metodi poco ortodossi del cristianissimo Fausto Bassetta.
Troppo facile parlare in questo modo. Permettetemi anche una critica seria, da aggiungere alle lagnanze della “Rete dei cittadini”. Intanto, se vogliamo intenderci sul significato di legalità e poteri legali annessi alla funzione di primo cittadino di un qualsiasi paese come di una grande città, non si può certo rimproverare a Bassetta di aver agito illegalmente. Ogni organo del comune ha proprie competenze, ed in alcuni casi gli organi esecutivi possono assumere decisioni anche in forma monocratica. Immaginiamo se il sindaco Ignazio Marino, per ogni decisione da prendere, riunisse indifferentemente consiglio o giunta. Starebbe 24 ore al giorno a sentire pareri, rischiando di non poter definire decisioni utili per il bene della città in quel determinato momento.
Noi stessi, come quotidiano online unoetre.it, abbiamo cercato di contribuire ad individuare e adottare l’unico atto legale che i cittadini avrebbero potuto richiedere, cioè il Referendum consultivo, e come risultato abbiamo ottenuto l’indifferenza più assoluta.
Il sindaco, da buon militare oltre che da primo cittadino, ha applicato le regole che la legge gli consente e, che quindi non si discutono. Come gli ordini, che si eseguono senza discutere. Siamo certi che l’ufficiale dei carabinieri non ci tiene affatto ad essere ricordato come certi colonnelli. Non mi dite che quando vi siete alleati con il carro del vincitore, voltando le spalle alla lista Rinascita Democratica di Roberto Cicconi, non eravate a conoscenza di queste regole, perché offendereste, stavolta davvero, la vostra intelligenza.
In conclusione, consiglierei, di nuovo, visto che a volte “repetita iuvant”, di richiedere, senza vituperare od inveire, ciò che la legge vi permette di richiedere. Cioè una seria consultazione di tutta la cittadinanza,che non si sente rappresentata e non si riconosce in una sola associazione. Altrimenti conviene tacere, perché solo in questo modo si può evitare di apparire come coloro che si mettono a posto la coscienza solo inveendo.
03 Agosto 2014
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