Riceviamo da Sara Battisti Presidente dell’Assemblea provinciale del PD e pubblichiamo – Premetto che l’attuale riforma delle province non mi ha mai convinta, credo che sulla riorganizzazione del sistema di rappresentanza degli enti locali il PD avrebbe dovuto avviare un dibattito complessivo. Invece, ci siamo ritrovati una legge che prevede la costituzione di un ente di secondo livello interamente governato dagli amministratori locali. Le regole del gioco sono queste dunque e vanno rispettate.
E allora perché non sono gli amministratori locali a scegliere in modo trasparente, certo concertando linea politica e amministrativa con i partiti. E perché non si riconosce una sede pubblica e aperta nella quale lasciare che siano loro, che svolgono oggi ,in piena crisi economica, un ruolo di straordinaria importanza in assenza molto spesso di un supporto tempestivo della politica e delle istituzioni di livello superiore, ad indicare quale sia la linea programmatica che al meglio interpreta l’esigenze dei cittadini della Provincia di Frosinone e chi, in loro rappresentanza, possa operare al meglio?
Non è stata un’estate calda, eppure i colpi di sole, sono stati innumerevoli, viste le tante cose dichiarate dagli esponenti del Partito Democratico.
Iniziamo dalla fine. Mi tornano in mente Peppone e Don Camillo. Esilaranti i loro litigi, a volte molto aspri, a volte concilianti. Ma pur sempre con una strategia di fondo: nonostante l’odio più volte manifestato l’uno nei riguardi dell’altro, la consapevolezza di potere nel conflitto legittimare le rispettive posizioni, ha stressato una comunità intera ma li ha fatti andare avanti. Infatti, uno e’ rimasto sempre Sindaco poi Onorevole, l’altro sempre Parroco poi Monsignore. Così nel PD di Frosinone. Nonostante si vada affermando una nuova classe di dirigenti ed amministratori qualificati, si fatica a ragionare serenamente costruendo una rappresentanza che sappia valorizzare tutti senza mortificare nessuno e che apra anche alla valorizzazione delle tante eccellenze che abbiamo sul territorio, guardando al cambiamento. Lo dico perché siamo un po’ stanchi di fantomatici duelli allo scoccar della mezzanotte e di un disconoscimento continuo di gruppi dirigenti di Partito che si contribuisce a costruire dopo eventi traumatici per poi rinnegare un secondo dopo.
Tutti sanno che Simone Costanzo e’ stato primo firmatario di una mozione di sfiducia nei miei riguardi, eppure per senso di responsabilità ho contribuito a chiudere una faticosa stagione congressuale e credo che non si possa adesso giocare sulla pelle di un altro Segretario di Federazione, di un gruppo dirigente che si impegna, di iscritti e militanti che non capirebbero. Non disconosco questo gruppo, non ho voglia di duellare con nessuno.
Chiedo però al Segretario, di convocare entro la fine del mese, riunioni con tutti i consiglieri comunali, i sindaci ed il gruppo dirigente allargato della Federazione, per decidere in quella sede come procedere, senza assecondare tout court le spinte che arrivano da una parte o dall’altra. Non so cosa sia il renzismo, non lo pratico non mi interessa. Ma visto che tutti citano come loro riferimento politico “Matteo”, spesso dopo aver osannato prima Walter Veltroni poi Pierluigi Bersani, Nicola Zingaretti ed altri prima di loro, vorrei ricordare ai renziani di tutte le epoche, che i meriti attribuibili al Segretario Nazionale, sono essenzialmente tre: aver sfidato apertamente una classe dirigente da lui mai partecipata, che, pur avendo dato molto alla sinistra italiana, non era più in grado di interpretare un mondo in rapida evoluzione. Aver costruito una sede politica dove il dibattito e’ pubblico, senza caminetti ed accordi dove tutto viene deciso alla luce del sole. Infine, aver teso sempre all’unita del partito, senz’alleanze variabili tra aree politiche, a seconda delle necessità di singoli, ma lavorando perché tutti potessero dare battaglia ed al tempo stesso trovare riconoscimento nei gruppi dirigenti e nelle rappresentanze istituzionali.
Vi e’ una nuova classe dirigente nella nostra provincia, che dovrebbe lavorare guardando a quest’orizzonte. Perché temo, come già avvenuto in passato, che vedremo il PD nuovamente in fibrillazione senza capirne appieno le ragioni, vedremo passare un nuovo gruppo dirigente, allontaneremo i cittadini con logiche incomprensibili realizzando qualche investimento solo su chi avrà saputo farsi spazio tra le varie contese. La nuova classe dirigente dev’essere unita nel cambiamento, per affrontare le questioni vere ed offrire a questa Provincia il mondo a colori delle novità. Diversamente tutto rimarrà sempre uguale, proprio come in Peppone e Don Camillo: in bianco e nero!
NdR: si hanno notizie che fra domani lunedì 25 agosto e martedì 26 gruppi di sindaci, di comuni diversi (nord-sud. esti-ovest boh?) saranno consultati separatamente da Francesco Scalia e da Francesco De Angelis. E nella nota della Battisti si propone una riunine di sindaci per la fine del mese. Cioè a giochi fatti? Quale è il nuovo gruppo dirigente che dovrebbe impedire queste pratiche così sfacciatamente correntizie? Chi lo vede batta un colpo!
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