di Donato Galeone – In tre giorni, sabato 31 agosto e poi lunedì 1 settembre la vecchia metodologia volgare e personale nell’attuale PD Provinciale mi ricorda, in versione peggiorata, sia l’immagine deturpata di quel Partito, la DC, di fine anni ’70 e sia i gattopardeschi riequilibri personalistici ben occultati da formule politiche di centrosinistra anni’80 già richiamati da Ignazio Mazzoli martedì 2 settembre, quali “facce della stessa medaglia”.
Lo dico e lo ripeto che è da respingere – in forma collettiva e organizzata promossa dai più giovani e quale anziano iscritto al PD dal 2013 – la persistente attuale immagine disastrata di un “Partito Democratico” – non trasparente – nelle sue regole condivise e carente nelle proposte politiche domandate dai cittadini.
Nessuna “stanchezza” Presidente Battista sia perché non è questo il PD che vogliamo e sia perché l’immagine del PD riemersa nella prima settimana di settembre 2014 potrebbe incubare “mali oscuri” che vanno estirpati con urgenza e con protocolli sanitari trasparenti in ogni area di incubazione del Partito provinciale.
Il pensare di “auto congelarsi” in questa immagine non chiara da sembianza volutamente personalizzata di Partito – strumentalmente e falsamente unitaria quanto carente di un mandato conclusivo e programmatico congressuale – è inaccettabile, perché non solo non “colpisce e estirpa il male ma lo congela” e neppure dà credibilità politica democratica a migliaia di associati al PD di Frosinone e alla generalità di amici, compagni di sindacato e elettori che si sono riconosciuti nel PD e nel suo “cambio di passo” non solo nella dimensione europea.
Perché la immagine del PD frusinate dalle sembianze unitarie è artefatta ed è ricostruita – prevalentemente – mediante parametri quantitativi acquisiti e, volta a volta, personalizzati – tanto per determinare scelte da utilizzare, nel Partito, in momenti politici decisionali e, comunque, funzionali verso scadenze elettorali o per recuperare consensi perduti o per estenderli, solo personalmente, con il simbolo del PD.
Oggi il PD appare un Partito più che ridotto a “Comitato Elettorale Personale” similmente mercantile e di nulla valenza politica-sociale collettiva e propositiva nella società provinciale.
E non è casuale che – pur candidati col simbolo del PD – spesso taluni stessi candidati eletti sono lontani dalle domande sociali locali e dalla diretta compartecipazione politica propositiva da condividere, congiuntamente, agli iscritti del Partito.
La loro azione politica è tanto personalizzata quanto vegetativa, preferibilmente, nel proprio orticello di incubazione elettorale. Va, però, rilevato che questo personale vegetare politico, di fatto, è tollerato dalla stessa dirigenza PD pur avendoli candidati con le primarie ed a nome del PD.
Così come, probabilmente, quel candidato eletto neppure viene sollecitato e ne è coinvolto dalla stessa dirigenza del PD per concorrere a elaborare, definire e sostenere ogni proposta di sviluppo socio- economico territoriale che tenda a qualificare l’immagine del PD Provinciale.
Con queste carenze di democrazia partecipata tra raggruppamenti sociali organizzati e istituzioni o da questa scarsa incisività nei rapporti e dei ruoli politici dirigenziali sia di Partito che dell’eletto PD nelle istituzioni si è indotti, individualmente, al dialogo diretto più gratificato con la generalità dei cittadini e lavoratori o di altre parti sociali impegnate tanto nelle imprese quanto nell’associazionismo democratico sindacale e culturale della nostra Provincia.
Nell’ottobre 2013 decidendo il mio passaggio da elettore del PD a iscritto al PD richiamai le motivazioni politiche della mia scelta verso un “partito della democrazia pluralista” nella concezione democratica delle sue modalità e forme definite interne ad ogni livello e sia nelle finalità e negli obiettivi sociali ed economici di una società complessa europea e globalizzata – capace di elevare a dignità essenzialmente il lavoro – fattore umano di una rapida crescita produttiva e di una equa redistribuzione dei risultati da orientare verso l’inclusione sociale ed il bene comune.
Aggiunsi allora e ripeto in questa artefatta prima settimana di settembre 2014 che le modalità e le finalità di un Partito Democratico sono mezzi e momenti ordinari di scelte se regolati nell’agire politico e se aperto alla società di ogni livello: Comune, Provincia, Regione, Parlamento nazionale.
Sono strumenti convenuti che favoriscono l’aggregazione politica condivisa e si riconoscono articolandosi in almeno tre momenti:
– il primo momento è quello della “domanda sociale” che, definita e scelta, viene trasformata in domanda politica,
– il secondo momento è quello della “competizione” che, risultante prevalente e vincente, amministrerà il potere politico democraticamente conquistato;
– il terzo momento sarà quello dell’esercizio corretto e trasparente nella “gestione del potere” delegato dagli elettori.
Questo richiamo potrebbe essere una semplificata modalità di azione operativa di un gruppo dirigente politico se validato anche nel PD Provinciale con il Presidente, Segretario e Direzione nell’esercizio gestionale delegato congressuale tanto nell’agire collettivo – aggregando e proponendo momenti validi decisionali regolati ed anche tempi organizzativi e amministrativi interni coesi – quanto negli studi, analisi e pianificazione delle proposte politiche oltre che nella proposizione di rappresentanze PD qualificate da candidare, secondo normative vigenti, nelle istituzioni di ogni livello: Comune, Provincia, Regione e nei Parlamenti italiano ed europeo.
La settimanale settembrina “conflittualità interna” nel PD frusinate sull’iter procedurale di una legge sulle neo Province – che piaccia o no – ha introdotto essenzialmente sia ponderati meccanismi elettorali per un Ente definito di secondo grado e sia la figura dei “Grandi Elettori” che sono i Sindaci e Consiglieri dei Comuni della Provincia di Frosinone.
Si trattava e si tratta di gestire strategicamente un nuovo e responsabile impegno politico nei suoi contenuti propositivi da assumere, senza titubanze ma con autorevolezza, dall’insieme della dirigenza provinciale del PD.
La dirigenza provinciale del PD frusinate era ed è obbligata, salvo dimissioni, a far conoscere i contenuti programmatici assegnati alle Province per gestirli mirando, con il suo designato Sindaco candidato Presidente PD, a vincere la competizione elettorale del prossimo ottobre 2014.
Avviato l’ordinario confronto interno e le primarie tra candidati disponibili che sono regolate o da adeguare alle nuove norme elettorali si trattava, quindi, di esplicitare, approfondire, definire e divulgare agli elettori e ai cittadini almeno i contenuti programmatici delle principali cinque funzioni essenziali assegnate alla Province che sono:
1- pianificazione territoriale di coordinamento; 2- tutela e valorizzazione dell’ambiente e per gli aspetti di competenza; pianificazione dei servizi di trasporto privato in accordo con la programmazione regionale; 3- costruzione, classificazione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale; 4- programmazione della rete scolastica in accordo con la programmazione regionale; 5- gestione dell’edilizia scolastica; raccolta ed elaborazione dati e assistenza tecnico-amministrativa, controllo dei fenomeni discriminatori im ambito occupazionale e promozione della pari opportunità.
Parliamone, in tempi utili, con il designato candidato PD Sindaco a Presidente della già Amministrazione Provinciale di Frosinone.
Frosinone, 4 settembre 2014
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