di Antonella Necci – Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani di Palazzo Madama ha detto «Una buona notizia, per quanto riguarda la cannabis terapeutica. Nel gennaio scorso proposi con un disegno di legge, con una conferenza stampa e quindi con un convegno dal titolo “La cannabis fa bene, la cannabis fa male”, che fosse lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze l’azienda pubblica, di diretta dipendenza dal Ministero della Difesa, a produrre i farmaci cannabinoidi».
Nonostante i mille problemi sorti al tavolo delle trattative, alla fine la ministra alla Salute Beatrice Lorenzin (NcD) insieme alla ministra della Difesa Roberta Pinotti (PD) hanno deciso di adottare la produzione di cannabis a scopo terapeutico per la produzione di farmaci utili sia al controllo del dolore e la spasticità muscolare in malattie come lo SLA o come la Sclerosi Multipla, sia per prevenire gli effetti collaterali di farmaci adottati contro le crisi epilettiche.
Del resto il protocollo rigoroso che richiedeva l’uso di tale farmaco aveva costi molto elevati sia per i pazienti, che dovevano sborsare fino a 750 euro al mese di ticket, sia per le ASL che dovevano fare richiesta di tale farmaco in paesi come l’Olanda o la Svizzera, dove esso viene prodotto in quantità limitata e solo da una specifica casa farmaceutica.
La commercializzazione del farmaco avverrà a partire dal 2015. La sua produzione è intesa per abbassare gli ingenti costi derivanti dalla sua importazione.
Si ricorda che la canapa è da millenni considerata una pianta medicinale, ed è stata testata con grande successo anche sui malati di AIDS e su quelli sottoposti a chemioterapia. A tal proposito riportiamo la dichiarazione di Maria Stagnitta, Presidente di Forum Droghe: «L’affidamento all’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze della produzione italiana di marijuana terapeutica è un’ottima notizia. Era ora che si colmasse un ritardo imbarazzante che ha generato disagi e sofferenze per i malati che sinora hanno dovuto affrontare trafile burocratiche indegne di un paese civile, e costi esorbitanti, per garantirsi il diritto alla cura. Del resto questa era già una richiesta del Parlamento italiano: ora è necessario facilitare l’accesso alle cure a base di canapa naturale attraverso la prescrizione del medico di base evitando inutili e costose visite specialistiche e ricoveri ospedalieri. Rimane aperta, nonostante la Ministra Lorenzin, il tema della legalizzazione della canapa a fini ricreativi, sulla scia delle riforme di Uruguay e Colorado.»
Infine ci interessa riportare un’altra importante scoperta riguardante la cannabis a scopo terapeutico. Recentemente sono state scoperte le capacità terapeutiche per combattere l’epatite C.
L’epatite C è una patologia che ha colpito milioni di persone e per la quale i ricercatori hanno provato per anni a sviluppare un vaccino ed una cura efficace. Oggi sembra che l’attesa sia finita e i pazienti devono ringraziare le virtù curative della cannabis oltre al lavoro dei ricercatori.
La notizia arriva direttamente da un comunicato stampa scritto dal dottor Matt Stone che è a capo del gruppo di ricerca del Wyoming Institute of Technology che si è occupato dello studio: “Il nostro team è lieto di annunciare che, con l’aiuto dei nostri partner farmaceutici, saremo in grado fornire un vaccino efficace per curare l’epatite C entro i prossimi 14-18 mesi e lo dobbiamo tutti alla cannabis”.
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