di Ignazio Mazzoli – Alle 18,30 del 9 settembre presso l’Astor Hotel di Frosinone c’è un appuntamento da non perdere: la presentazione del libro bianco che il COCIDA ha approntato sul rapporto Acea-utenti-Ato5 (l’organismo politico responsabile dei comportamenti del gestore degli impianti idrici dei comuni di questa provincia). Mentre Mario Antonellis del COCIDA (Comitato di Cittadini in difesa dell’acqua [libera] ndr) Illustra le interessanti tabelle che la sua associazione ha realizzato usando i dati che proprio Acea ha pubblicato sul suo sito, si apprende chiaramente come le bollette arrivate nel mese di agosto a tutte le famiglie frusinati siano chiaramente ingiustificate.
A fronte di 265 milioni di ricavi (in euro) sono stati fatti investimenti solo per 68 mentre gli impegni erano per 178 milioni. (si badi bene che il ricavo testimonia come anche a fronte di una riduzione dei paganti, le proteste infatti hanno ridotto questa platea al 65% del totale, le somme sono più che sufficienti a onorare gli impegni)
Quindi a che servono i 75 milioni di euro che dovrebbero essere coperti dal conguaglio richiesto dal 2006 al 2011 (illegale fra l’altro perché caduto in prescrizione) e che hanno gonfiato a dismisura le ormai note bollette che ci dovremmo portare appresso per 4 anni? Si tratta di somme che andavano accumulate in Ato5 ed invece non ci sono. Mentre tutto ciò porta argomenti al giusto malcontento dei ciociari giungono positivi apprezzamenti sinceri per la sindaca di Torrice Alessia Savo per aver prodotto un ponderoso documento (circa 200 pagine) che mette nero su bianco come i rapporti fra Acea Acea Ato5 e utenti siano improntati alla massima discrezionalità. Una mosca bianca in un mare di sindaci sotto accusa.
E’ la seconda volta nello stesso pomeriggio che ascolto questo riconoscimento, il primo al lavoro della sindaca di Torrice mi era arrivato già nel pomeriggio incontrando Giancarlo e Alessandro Savoni che a Ceccano, da tempo, con la loro associazione “Comitato per la difesa e la tutela dei diritti del cittadino” denunciano i danni ed i soprusi che questa gestione Acea Ato5 procurano all’intera prestazione di fornitura dell’acqua e di altri servizi idrici in questa provincia.
In una loro lettera al sindaco ed al Consiglio Comunale di Ceccano dell’ottobre 2013 rendono noti i «complimenti al sindaco di Torrice Alessia Savo che alle parole ha fatto seguire fatti» per avere deliberato di voler recuperare i crediti vantati verso l’Acea che dall’anno 2004 si era impegnata, con la sottoscrizione della convenzione, a pagare i mutui contratti dal comune. Il comune di Ceccano si trova nelle stesse condizioni di quello di Torrice vantando un credito nei confronti della società Acea di circa 500.000 euro. Ricordiamo che questo comune in pieno agosto, esattamente il 13, ha visto prendere corpo, dietro l’invito di Angelino Loffredi, una iniziativa popolare che lanciava la lotta contro le bollette esagerate di Acea rilanciando la richiesta di risoluzione del contratto con questo gestore.
Giancarlo Savoni, ex sindaco di Ceccano, in carica negli anni ’90, conferma come Acea Ato 5 sia irrispettosa del contratto che la vincola ai comuni della provincia di Frosinone, almeno per due motivi principali: nel prendere in carico il patrimonio di opere idriche dei comuni, avrebbe anche dovuto pagare i mutui annessi e invece non l’ha mai fatto. I comuni, come quello di Ceccano, hanno continuato loro a pagare; il secondo è che Acea è inadempiente per non aver fatto gli investimenti previsti e le perdite di acqua ormai hanno raggiunto percentuali molto elevate con gravi danni economici e materiali a strade e altro.
Giancarlo e Alessandro Savoni, padre e figlio impegnati in questa battaglia, già da alcuni anni come testimoniano i numerosi articoli inviati ai giornali locali, ci interessano perché sono l’esempio della diffusa consapevolezza di quanto questo connubio Acea + Ato5 sia una combinazione mal riuscita e anche dannosa. E’ la conferma che ci sono le energie per un cambio radicale di questa situazione.
Prima domanda: perché non si sente la voce dei sindaci in coro? Si cercò di portare tutto il malcontento nell’assemblea dei sindaci: a un anno da allora in cui si discuteva della risoluzione contrattuale da Acea il Commissario straordinario della Provincia, Giuseppe Patrizi con qualche sindaco importante, e in particolare quello di Frosinone, abilmente procrastinarono la decisione. Per anni c’è stato chi fra gli amministratori di sera faceva fuoco e fiamme contro il gestore e la mattina andava in un’altra direzione. Questi comportamenti individuano una totale inadeguatezza dei sindaci e della maggior parte degli amministratori comunali a difendere i diritti dei cittadini ed a pretendere la regolare funzionalità del servizio idrico in questa nostra realtà. Per dirla con Giancarlo Savoni “I sindaci non hanno fatto il proprio dovere”. Cosa li arresta di fronte ad Acea?
Seconda domanda: che fare subito nel mentre si rilancia la lotta per la risoluzione del contratto? Esercitare la difesa dei cittadini chiedendo il risarcimento dei danno subiti. Infatti i cittadini pagano due volte i mutui che non dovrebbero pagare con le tasse comunali e con gli ingiustificati aumenti sulle “bollette dell’acqua”. Altri sindaci oltre la signora Savo mettano in mora con le opportune iniziative legali l’Acea per esigere ed ottenere il risarcimento del dovuto.
A ben vedere ancora una volta non siamo di fronte a problemi contabili, ma a serie questioni politiche di cattive scelte (troppo buoni?) che penalizzano i cittadini e la società nel suo insieme. Quello che sconcerta in questa vicenda è l’assenza completa di un interlocutore politico del disagio popolare e dell’opposizione sociale. Nel panorama politico attuale, insomma, non c’è una opposizione degna di questo nome.
10 settembre 2014
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