Non si riconoscono le sedi di decisione? Allora serve un altro congresso

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sarabattisti altavolino 350-260di Sara Battisti – Non ho sostenuto Renzi, la sua cultura politica e’ lontana dalla mia e ancora oggi, a volte, fatico a condividere alcuni passaggi sulla visione del partito e del paese. Eppure c’è un punto qualificante del suo operato che per me ha fatto e fa la differenza rispetto a chi ha guidato il PD in questi anni, che coloro che si professano Renziani fanno finta di non cogliere, avere dato al PD un impianto politico culturale chiaro, entrando nel PSE, producendo un governo del partito nel quale il pluralismo vive nell’organizzazione delle componenti ma trova una sintesi tra le diverse opzioni nei suoi organismi dirigenti. Sono queste due le motivazioni che mi hanno spinta a riconoscere il campo delle forze del centro sinistra, i partiti che si riconoscono e si ispirano ai valori dei socialisti e democratici europei, come unica possibilità per dare al PD, anche in questa provincia, il peso politico che dovrebbe avere nel contraddistinguersi in battaglie di cambiamento, contro i personalismi, contro la gestione del potere fine a se stessa, per il miglioramento della qualità di vita dei cittadini, a difesa del suolo e dell’ambiente, per la crescita economica, per la formazione, per i diritti, guardando all’Europa come un’opportunità, ricostruendo un radicamento vero nelle nostre realtà, con una nuova classe dirigente che sappia tendere all’uguaglianza sociale, alle pari opportunità, alla lotta al malcostume e al malaffare, proiettata al cambiamento. Per queste ragioni ho creduto che lo strumento delle primarie potesse aiutare a far maturare nel dibattito questo impianto politico, dentro le sedi di partito, in un confronto reale tra di noi; a partire dalle questioni sulle quali già in questi mesi ci siamo divisi e che per quel che mi riguarda, sono e saranno un tratto qualificante anche delle proposte in campo per le elezioni provinciali. La gestioni dei consorzi industriali, il ruolo della SAF, la gestione del servizio idrico, le funzioni degli enti intermedi e il ruolo della nuova amministrazione provinciale: questioni sulle quali si è manifestata una diversità di vedute. Il PD e i suoi gruppi dirigenti non sono un’opzione: esistono e sono reali. Il PD ha offerto lo strumento delle primarie, ha costruito un regolamento e lo ha fatto votare in una Direzione Provinciale pienamente legittimata nella sua funzione di direzione politica. Il PD ha indicato il metodo di una “testa un voto” in quel regolamento perché crede, trattandosi di una consultazione democratica e politica, che tutti gli amministratori abbiamo pari opportunità nello scegliere chi debba rappresentarli, il PD ha chiesto ai quanti volessero competere di sottoscrivere un programma politico che contenesse come rotta politica, quanto ho già indicato sopra, perché frutto di un’elaborazione collettiva in questi mesi della Segreteria Costanzo. Se ci si riconosce in Matteo Renzi, quindi, si percorre questa impostazione, perché è quella che ha reso il PD il partito del 40% dei consensi. Per quel che mi riguarda, per quelli che rappresento in questo partito, parteciperò attivamente alla definizione di un progetto politico ed amministrativo che racchiuda in se quanto detto fin ora, mettendo a disposizione anche quella classe dirigente che dentro questo solco e’ cresciuta ed oggi rappresenta quest’impostazione nelle amministrazioni locali. Ricordando che sicuramente il 12 ottobre eleggeremo un Presidente della Provincia, ma il giorno dopo dobbiamo puntare ad avere un PD forte e in grado di rappresentare il nostro territorio unitamente nelle questioni che lo riguardano, nelle Istituzioni di livello superiore. Sono convinta che siamo ancora in tempo per portare a compimento questo passaggio politico tendendo all’unità e facendo rappresentare questa linea politica da una figura che possa essere al di sopra delle parti ed autorevole nella sua funzione.
Altrimenti procederò nel mio ruolo a garantire la linearità negli organismi dirigenti delle scelte da compiere nelle prossime ore ma facendo presente però che, se non si riconoscono più le sedi politiche che si è concorso a costruire, presto sia un processo democratico a stabilire linea politica, collocazione e priorità del PD di Frosinone.

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