di Antonella Necci – È di questa mattina la notizia che, in fase di cattura e a seguito di una pallottola di anestetico sparata a lunga distanza, l’orsa Daniza sia deceduta, presumibilmente per un infarto.
La sua era una morte annunciata, visto che nei giorni scorsi il Presidente della Regione Trentino Ugo Rossi aveva più volte ripetuto che l’eventuale abbattimento del plantigrado non avrebbe creato problemi alla specie, visto il numero relativamente elevato degli stessi esemplari provenienti dalla Slovenia. Per quanto riguarda i cuccioli era già stato stabilito che avrebbero avuto la possibilità di sopravvivere anche senza la madre, poiché ci sono ancora diversi mesi di tempo prima del sopraggiungere dell’inverno. Lo spirito di adattamento avrebbe operato positivamente in tal senso.
Questo veniva diffuso attorno al periodo di ferragosto, con tanto di manifestazioni di protesta in varie parti del Trentino da parte dell’ENPA(Ente Nazionale per la Protezione degli Animali), e della LAV(Lega AntiVivisezione), unite al dissenso della cittadinanza e dello stesso malcapitato colpito dall’aggressività dell’orsa Daniza, il quale aveva riportato ferite superficiali in corrispondenza dei polsi, qualche lacerazione agli indumenti indossati e agli stivali da cacciatore, tanto spavento e niente di più.
A quanto pare, però, le proteste non sono servite a molto e questo modo prepotente ed irrispettoso nei confronti di chi rivendica il diritto di essere ascoltato nella propria protesta che invita al buon senso più che a richieste impossibili, mette dentro rabbia. Tanto più che l’atto in questione poteva e doveva essere evitato. Si era detto, a questo punto è probabile per temere buona l’opinione pubblica, che l’orsa sarebbe stata catturata e “ricollocata” in un’altra riserva naturale. Si era parlato del Veneto, che però non aveva ancora dato la propria disponibilità ad ospitare l’orsa, poiché non coinvolta nello scandalo del Mose o in altri guai di amministrazioni locali.
Forse se lo fosse stata le avrebbero dato la cittadinanza onoraria, con tanto di tappeto rosso e banda che si sarebbe trovata ben felice di accoglierla sulle Dolomiti.
Perdonate la stupidità di quest’ultima affermazione, lo so bene che non è un modo corretto di vedere la questione e l’ironia è tutta fuori luogo, ma vi rispondo nel concludere, che sono ancora più fuori luogo le parole del ministro Galletti, novello Ponzio Pilato , che prima dichiara:”era l’unica soluzione possibile”, e poi, sotto pressione dei Media, richiede alla provincia di Trento una relazione sull’accaduto.
Una sola parola viene in mente e che descrive bene tutta la vicenda, dall’inizio fino al suo epilogo: si tratta di un atto di pura e semplice VIGLIACCHERIA.
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