di Ivano Alteri – La manifestazione fiaccolata che nella serata di giovedì scorso ha percorso le vie della città di Frosinone per opporsi al saccheggio della sanità pubblica ciociara, ha visto la partecipazione di migliaia di persone, provenienti da ogni luogo della provincia, con molti sindaci in prima fila, come forse mai prima era accaduto. Una partecipazione straordinaria di cittadini, chiamati in piazza dal Coordinamento provinciale della Sanità, cui aderiscono numerose associazioni locali e la stessa Consulta delle Associazioni, contro le decisioni della Regione Lazio di falcidiare ulteriormente posti letto e servizi sanitari, portandoli ben al di sotto degli stessi standard previsti dalla legge. Nel corteo si mischiavano le facce note di militanti stagionati e quelle sconosciute dei “neofiti” delle manifestazioni di piazza, tutte visibilmente consapevoli, però, dell’ottimo risultato politico ottenuto. La politica, ora, non potrà non ascoltare la loro chiarissima voce.
Essa ci teneva innanzitutto a rendere evidente un aspetto fondamentale dell’intera questione: i tagli alla sanità nel Lazio, non sono tagli alla generica sanità, ma specificamente alla sanità pubblica; mentre si continua a mantenere costante, o ad accrescere, il flusso di denaro pubblico agli amici degli amici, quelli che si arricchiscono, più o meno legalmente, sulla salute degli altri. Con una tale politica, non si chiede semplicemente ai cittadini di fare sacrifici in un momento di gravi difficoltà, ma di subire supinamente un arrogante atto di aggressione, nonché un arretramento civile delle condizioni di vita, in nome di una visione ideologica che favorisce chi usa fregarsi le mani nella disgrazia altrui, in vista di ghiotti e cinici affari. Ora, contro di essa, anche la storicamente refrattaria città di Frosinone, si è fatta invece degna ospite di un coram populo: i cittadini ciociari non ci stanno.
Da essa è bene trarre, dunque, almeno due ottimi suggerimenti: uno ai cittadini e uno alla politica.
Ai cittadini. L ‘esito eccellente della manifestazione, i risultati che esso determinerà nelle prossime settimane, non sono il frutto del caso. Il lavoro di aggregazione avvenuto nel corso degli anni, che ha visto prima le singole associazioni locali battersi, senza esito, per la difesa del singolo ospedale o servizio sanitario, e poi prendere a mano a mano coscienza della necessità di creare associazioni sempre più ampie e sovraordinate, è il vero elemento forte del lungo e prolifico percorso. Quell’esito è il ricco risultato del processo che vede il popolo organizzarsi e prendere consapevolezza della propria forza. Così sono nate le grandi organizzazioni di massa che hanno determinato nel secolo scorso l’evoluzione sociale e civile di milioni di persone, portandole dalla condizione di plebe a quelle di cittadini. Quello è il processo che trasforma i pii desideri in rivendicazioni politiche efficaci, il lamento in determinazione, le singole dita di una mano in un pugno. “Aggregare, aggregare, aggregare”, è il motto che libera le persone dalla condizione di sudditi calpestati e le conduce alla conquista del rango di cittadini rispettati.
Alla politica. La manifestazione era palesemente edotta dell’inclinazione dell’attuale politica ad ascoltare con indulgenza i poteri forti. Tale inclinazione, alquanto sospetta, fa della politica uno strumento nelle mani di pochi, e rende i politici dei burattini piuttosto vili, indegni di ogni minima fiducia, certo non in grado di farsi elemento attivo di congiunzione, come dovrebbero, tra cittadini e istituzioni. La loro opera, di scarso pregio e di stampo servile, si riduce a far passare per necessità politiche generali le privatissime ed egoistiche esigenze di quei poteri forti. Un’opera vile e servile, appunto, e in odor di tradimento. Ma un popolo che si organizza, cari signori, è esso stesso un potere fortissimo, imbattibile, capace di produrre anche l’inimmaginabile. Meglio avercelo amico, è facile intenderlo.
Di questa lezione di politica in atto, dobbiamo ringraziare senz’altro gli instancabili organizzatori della manifestazione, dediti costantemente a rendere lodevole servizio alla vita associata; ma soprattutto il moto di consapevolezza che ha colmato lo spirito di quei moltissimi e semplicissimi cittadini partecipanti, debolissimi individui trasformatisi in un potere collettivo fortissimo. Ora che sono riusciti a trasformare ogni piccolo “io” in un “noi” sufficientemente robusto, essi sono divenuti attori politici di tutto rispetto. Tale consapevolezza, perciò, dopo che avrà ottenuto dalla Regione Lazio un auspicabile e radicale ripensamento sulla politica sanitaria in Ciociaria, potrà fornire la necessaria energia per futuri ulteriori avanzamenti. C’è da sperarlo e da aspettarselo.
Frosinone 13 settembre 2014
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