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Nella Sala della Ragione discutere il bilancio è un’altra cosa

Anagni la sala della ragione 347-260di Antonella Necci – Confesso di essere allergica a riunioni, convegni, raggruppamenti in grandi siti, collegi dei docenti compresi. Troppe parole tutte insieme, reiterate ed acclamate fino a diventare l’ovvietà, mi infastidiscono. Ma una volta tanto si può anche cambiare idea. Stasera l’ho cambiata per sentirmi immersa in un’atmosfera medioevale, come quella della Sala della Ragione ad Anagni, e , marginalmente, per assistere ad un consiglio comunale che prevedeva punti focali quali l’approvazione del bilancio dell’anno passato e quello biennale del 2014-2016.
Toni pacati da persone civili, o forse sono arrivata troppo tardi per sentire critiche più accese, ma il primo pensiero che ho avuto, appena entrata in questa grande sala, è stato quello di orgoglio nell’ammirare dove questi consigli comunali hanno luogo. Ho pensato che tutti i bilanci di questo mondo si potranno sempre approvare quando tutt’intorno c’è una tale bellezza, perché l’animo umano si predispone in modo diverso. Sarà di certo una visione romantica, intesa proprio in termini di Romanticismo, ma immaginate di dover decidere qualcosa d’importante in un luogo che trasuda di storia, di lotte medioevali, di sontuosità papali quando la città dei Papi aveva una posizione strategica. L’animo si distende e si predispone quietamente ad ascoltare e a capire. Sono certa che gli anagnini, ormai con l’occhio abituato alla consuetudine di avere questa bellezza artistica quotidianamente presente, non daranno grande importanza alla questione, ed infatti sia quelli facenti parte il consiglio comunale sia quelli seduti tra le fila predisposte non sembravano tanto presi da cotanta bellezza.
Si parlava di soldi, e l’argomento stride fortemente con l’ammirazione di siti artistici. I soldi fanno girare il mondo, ma ad Anagni i debiti accumulati dalle amministrazioni precedenti rischiano di bloccare ingranaggi appena messi in moto per la ripresa. Il concetto, ancora vago, della ricerca dei fondi europei sembra intaccare superficialmente gli animi. Il classico ancorarsi a cavilli burocratici porta via tempo, ma alla fine, come sempre accade, sia pur dopo lungo dibattere, qualche astensione e qualche voto a sfavore, il buon senso, ma soprattutto la maggioranza, approva, tutto, incondizionatamente, e tutto diventerà immediatamente operativo.
Prima di fuggire via, presa da altri impegni,un pensiero perverso mi attraversa la mente. La sua negatività me lo fa ricacciare indietro, ma lui ritorna prepotentemente avanti e io non posso più evitarlo. Speriamo, mi dico, che quanto approvato stasera sia davvero un bene per la città. La crisi economica, la perdita di lavoro, la chiusura di tante delle fabbriche della zona industriale, stanno rendendo quest’area sempre più povera e svilita. L’ammontare di debiti pregressi sono una minaccia che fa paura. Ma mai è poi mai si dovrà permettere che la storia e i monumenti di questa città dei Papi cadano in mano a ricchi privati, magari provenienti da paesi emergenti, come Cina o India. È un’idea malsana e perversa, lo so, e me ne pento, ma mi lascia dentro un senso di profonda amarezza.

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ByAntonella Necci

Sono Antonella Necci nata a Roma vivo a Roma e insegno lingua e civiltà inglese in un liceo ad indirizzi classico e linguistico. Sono appassionata di storia e filosofia ma voglio provare ad iscrivermi nuovamente all'università. Ho intenzione di ricominciare a studiare per diventare medico, se mi riesce. È sempre stato il mio sogno ma per pigrizia non mi sono voluta misurare con il lavoro da affrontare con la facoltà di medicina.Cos'altro aggiungere? Non mi piace parlare di me!Ah una cosa però la voglio dire: il mio regista preferito è Ken Loach e spero tanto che vinca la Palma d'oro a Cannes visto che presenta un film di connotazione prometeutica!

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