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Il 28 bisognava esserci ad Anagni

Gino Rossi e Stefano Gavioli ad Anagni il 28 ottobre 2014Gino Rossi e Stefano Gavioli ad Anagni il 28 ottobre 2014

Gino Rossi e Stefano Gavioli ad Anagni il 28 ottobre 2014di Ivano Alteri – Dovevate esserci l’altra sera ad Anagni. Si è visto il Lavoro in Movimento. All’iniziativa con Stefano Gavioli, organizzata da Unoetre in collaborazione con L’Altra Mantova e L’Inchiesta, erano presenti numerosi lavoratori della Videocon di Anagni, direttori, giornalisti e redattori dei giornali organizzatori, sindacalisti e semplici partecipanti. E ovviamente c’era Stefano Gavioli. L’immagine che ne abbiamo ricavato sembrava comporsi, contestualmente, di “individualità” e “collettività”, due termini e due concetti apparentemente antagonisti, ma che per l’occasione hanno mostrato tutta la loro complementarità.

C’era una grande individualità, infatti, nell’iniziativa di Stefano Gavioli, che, “passato dal divano alla bicicletta”, come lui dice, è partito in solitaria da Mantova alla volta di Bruxelles, per presentare al Parlamento Europeo la sua petizione a favore dei cinquantenni rimasti disoccupati, e diventati invisibili. D’altra parte, tra i presenti, molti erano quelli che sabato scorso avevano partecipato a Roma alla manifestazione della Cgil, collettivamente, insieme ad un altro milione di persone.

Azione individuale ed azione collettiva, appunto, non in contraddizione tra loro, ma l’una completamento dell’altra. QuestoLavoratori della Videocolor-Videocon all'incontro di Aanangni del 28 ottobre 2014Lavoratori della Videocolor-Videocon all’incontro di Aanangni del 28 ottobre 2014 è il Lavoro in Movimento, di fronte al quale qualsiasi potere forte rimpicciolisce, e le “ragioni” della forza scemano fino a cedere alla forza della ragione. Il Lavoro in Movimento in questo modo ha fatto la storia, spazzando via conservatorismi e fascismi, facendo trionfare le ragioni di giustizia e libertà, dando conforto e sostegno ai deboli, segnalando al potere il superamento del limite e il suo ripristino. E, parafrasando Camus, dicendo ognuno a se stesso: mi “muovo”, quindi siamo.

Non un “io collettivo”, dunque, ma un “collettivo di io”, che non vuole rinunciare all’azione corale, perché la sa potente, efficace e costruttrice di storia; ma neanche a quella individuale, perché la sa costruttrice di uomini e donne liberi. Come hanno pensato quel milione di persone in piazza e Stefano Gavioli.

Frosinone 29 ottobre 2013

 

 

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Ivano Alteri

ByIvano Alteri

Ivano Alteri: Libero professionista di Frosinone, esperto in problemi del lavoro, ha collaborato prima con edicolaciociara.it sul cui sito ha pubblicato interventi relativi al mondo del lavoro e alla politica più in generale. Ha collaborato alla ricerca sugli infortuni sul lavoro svolta dall'associazione Argo per conto della Provincia di Roma, poi pubblicata dalla stessa. Dalla nascita di unoetre.it è membro della sua Redazione

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