di Nadeia De Gasperis – Sembra che gli abitanti del quartiere di San Giuliano, in via Giuseppe Ferri, si siano immunizzati alla barbarie, come quella tratteggiata dallo skyline di quel diavolo di mostro di cemento a due teste su cui pende una gigantesca gru da diversi anni. No, non una gru migrante, ma stanziale, annoverata tra gli scheletri nell’armadio della cassa “comune” delle libertà. A proposito di migranti, a quanto pare, qualcuno invece non riesce proprio ad abituarsi alla presenza dei ragazzi immigrati, oramai radicati, genitori di ragazzi nati a sora, e per questo cittadini sorani a tutti gli effetti. Immunizzati alle brutture sì, ma la virulenza razzista, attecchisce sempre.
Non è la prima volta che si registrino telefonate al Comando dei Vigili urbani e al Sindaco, non è la prima volta che il sindaco cavalchi il risentimento dei malmostosi, e lanci una ordinanza che priva del guadagno di intere giornate di lavoro questi ragazzi. Manuele mostra la cartellina con tutte le richieste protocollate presso il comune, per chiedere di essere messi in regola e pagare regolarmente i contributi dovuti per l’occupazione del suolo pubblico. Questa volta deve essere stato lo spirito di emulazione a indurre i cittadini in questione, in un giorno funesto quanto la loro esistenza (17 novembre) a richiamare all’ordine pubblico il primo cittadino. Le “torri gemelle” hanno tagliato la vista sulla montagna ma sono i ragazzi ambulanti a offuscare la vista dei cittadini di Tor Gemelle Sapienza!
Questa questione mi riguarda da vicino, mi riguarda e mi dà il buongiorno la mattina, per prima, quando mi affaccio al balcone e mi assicuro della loro presenza. Mi riguarda e mi saluta quando esco e quando rientro, rassicurando il mio percorso verso casa quando è buio e percepisco il rischio della strada periferica. La domenica mi riguarda, se sono sola in casa, e non potendo confidare sempre e su tutti i miei vicini di casa, guardo di sotto per sentirmi sicura della loro vicinanza. Mi riguarda, e ci riguarda, quando qualcuno è in difficoltà, una busta della spesa pesante, una signora sotto la pioggia, una macchina in panne, un incidente stradale. Dai due banchi ambulanti adiacenti, si gioca una staffetta a chi arriva primo a soccorrere il malcapitato. Mi riguarda e io riguardo loro, ogni volta che gli ambulanti del sabato abbandonano il loro spazio e i ragazzi marocchini prendono a pulire i rifiuti lasciati. La sera, prima di andare via, dopo aver pulito, sono tra i pochi cittadini a smistare i rifiuti presso i cassonetti della differenziata. Sì, si differenziano, per educazione e bontà, non sono razzista verso gli abitanti del posto, è che difficilmente è riscontrabile lo stesso atteggiamento di rispetto ed educazione nelle persone che imputano loro comportamenti “irregolari”. La maggior parte del quartiere, la pensa come me, e ora si adopera a sottoscrivere la petizione che vi invito a firmare, con questa lettera d’affetto dedicata agli amici marocchini. Oggi c’è un po’ di sole, ma la giornata è rovinata dal grigiore dell’assenza di questi ragazzi. Eravamo già tristi all’idea che alcuni di loro partiranno per i mesi invernali per il proprio Paese. Si sente la mancanza, come si sente la rassicurante presenza. Magari ora cittadini, vigili, poliziotti, guardia di finanza e consiglieri comunali, saranno costretti, quando piove, paese cieco, a rimediare con gli ombrelli dei grandi magazzini, che prima si fermavano ad acquistare ai banchi di questi ragazzi. A un costo doppio, li pagheranno, che è il minimo prezzo da pagare per il disprezzo profuso. In passato sono state già recapitate al comune, raccolte di firme per lasicare che fossero accolte le istanze di questi ragazzi. Nessuna risposta. Lasciarli nel limbo, giustifica poi le retate indiscriminate e discriminatorie. Ma questa volta vi daremo battaglia. Non esistono solo cittadini tanto indignati da non riconoscere più il bene dal male, da non ricordare più la causa della loro indignazione tanto da scacciare i figli di un dio minore dallo spazio di povertà condiviso.
La raccolta firme, per lasciare che i ragazzi marocchini allestiscano la loro merce nello slargo di via Giuseppe Ferri (Largo Comm. Erminio di Vito) adiacente l’edicola è in corso nel piazzale stesso. Potete rivolgervi a me per ulteriori dettagli sul mio profilo facebook. Grazie di tutto. Sono certa di incontrare la vostra solidarietà.
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