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Bandiere rosse a piazza del popolo 28 marzo 2015

Bandiere rosse a piazza del popolo 28 marzo 2015di Ignazio Mazzoli (video*) – Sono da poco passate le 13 di sabato 28 marzo che il pullman partito da Frosinone ci lascia a poche decine di metri da Piazza Esedra. Non riesco ad avere notizie degli altri pullman della Cgil e dalla Fiom partiti da comuni del frusinate, ma dopo un po’ non ci penso più dal momento che su quello in cui ho viaggiato ogni posto a sedere era occupato. Operai, disoccupati, impiegati che vogliono stare con i lavoratori, pensionati sono coordinati dalla segretaria provinciale Rosa D’Emilia che rassicura tutti i presenti sul modo come tornare senza perdersi. Bella premura.
Fra questi compagni di viaggio c’è un nucleo di impegnati nella costruzione della unità dei disoccupati e nella solidarietà a loro, anche attraverso la Vertenza Frusinate.

Giunti all’appuntamento di Piazza Esedra inizia l’attesa della partenza verso piazza del Popolo. L’avvio del corteo è previsto per le 14, non siamo tantissimi, ma ci si mette in movimento ben dopo e con la sensazione di dubbio su quanti saremo a piazza del Popolo.
Vado alla ricerca della testa del corteo, la trovo, dietro un lungo striscione con la scritta “Unions” c’è un Maurizio Landini molto sorridente. E’ un buon segno, penso. Già durante il viaggio avevo la sensazione che qualche nuvola incombesse su questa giornata di “primavera”, quando chiedendo un parere ad un viaggiatore mi ha risposto che voleva valutare prima cosa sarebbe stata la manifestazione. Come, ti chiedo perché vai a Roma e mi rispondi che devi prima arrivarci?
Insieme ad una piccola delusione realizzo che una “nuova primavera non nasce senza dubbi, incertezze e anche nascoste speranze” e così mi ricarico alla ricerca di partecipanti disposti a parlare.
Leggo i commenti del giorno dopo e dicono che la manifestazione organizzata da Coalizione sociale e dal segretario della Fiom Maurizio Landini era partita con toni dimessi.
Camminiamo, ma, … c’è una novità: si va verso via Barberini e non per via Nazionale. Il peggio lo devo ancora vedere e arriva quando da piazza Barberini svoltiamo per via Sistina finendo imbottigliati fino al Pincio e poi di lì scendere per i tornanti di via Gabrielle D’Annunzio fino a piazza del Popolo. Un ricordo si materializza. Una frase che Angelo Compagnoni, il padre della legge di affrancazione della “colonia migliorataria” ripeteva spesso per indicare come gli sfruttati anche nei simboli erano (e sono) emarginati. “Il 26 aprile del 1950 a Veroli 5000 coloni che manifestano contro il patto colonico verolano debbo farlo al campo boario perché viene loro negata una piazza al centro della città”. Mentre percorro la strettoia che ci porta verso il Pincio capisco perfettamente il senso di quella frase e lo stato d’animo che devono aver provato quei manifestanti: io in quel momento ho sentito una profonda mortificazione. Vogliono impedirci di essere visti dal popolo multietnico di piazza Venezia, di via del Corso, nel centro della capitale. Le forze vive di questo paese sono emarginate perché protestano in difesa dei loro diritti. Dopo il massiccio attacco mediatico dei giorni precedenti anche il tentativo dell’oscuramento.Pronti a sfilare
Mentre s’intravvede pizza del Popolo già con una larga presenza ancora ci si chiede quanti saremo. Mi vengono alla mente le dichiarazioni rilasciate davanti alla mia videocamera da chi ha voluto rispondermi mentre percorrevano l’autostrada, «Vincenza Masi, operaia precaria di un’azienda di Frosinone oggi viene a Roma perché con Landini vuole assicurare ai giovani sicurezza di lavoro; un Pensionato con la sua presenza vuole difendere diritti acquisiti in tanti anni di lotte e che adesso stanno scomparendo con questi governi. Spera che non tocchino anche le pensioni. Si fa minaccioso; Lorenzo Masi disoccupato da quando l’amministrazione di centrosinistra, tre anni fa, ha privatizzato il servizio di scuolabus. Il futuro? più nero di così, lasciamo perde’; Stefania Mastracci, psicoterapeuta di Sel – Frosinone è oggi a Roma perché sente doveroso stare insieme ai lavoratori e Vincenzo Del Brocco dirigente del Circolo Sel di Ceccano viene a Roma per manifestare a sostegno dei diritti dei lavoratori, dei disoccupati, deiprecari. Questa globalizzazione la pagano sono i ceti più deboli – afferma con dolore»
“Il movimento dei disoccupati” – dichiara – Tiziano Ziroli partecipa alla manifestazione perché è il momento di creare, (…) una coalizione sociale che coinvolga indistintamente tutti (…) siamo convinti che la politica debba rinascere dal coinvolgimento di tutte le realtà del territorio, dal coinvolgimento dei movimenti delle associazioni e dei partiti che vogliano condividere questo percorso. Ben detto, questa è la Vertenza Frusinate. Non più anestetizzati da promesse che mai saranno mantenute, l’ostacolo da rimuovere con caparbietà in questa provincia è l’attendismo. 115000 disoccupati frusinati, il 33% di tutto il Lazio che attendono? Ieri avremmo potuto essere almeno 5000 a Roma come sostiene Gino Rossi. “Abbiamo imparato da Giuseppe Di Vittorio che bisogna impedire la competizione tra i lavoratori, come si fa oggi”, ha ricordato Landini, per il quale è stato sottovalutato il disastro sociale che si sta attuando con la precarizzazione del lavoro.
Fra ombre di dubbi e il raggio di sole delle motivate presenze un corteo inaspettatamente interminabile riempie e continua a riempire la piazza della Coalizione sociale. Stefano Rodotà illustra lucidamente, è sempre così, come passa l’attacco alla Costituzione e quindi alla nostra democrazia.

Sentiamo, da sabato sera, che andremo avanti. “Oggi inizia una nuova primavera: Renzi stia tranquillo che noi abbiamo più consensi del governo”. Sono le prime parole pronunciate da Landini sul palco. Nel mirino il Jobs act, ma la manifestazione ha puntato a difendere tanto altro: “diritti, lavoro e democrazia”.
E’ davvero una nuova primavera se Squinzi perde le staffe e dice cose inverosimili: “Nasce un partito, i sindacati hanno frenato tutto”. Caro Fedro della mia gioventù, come vedi, la tua favola del lupo e dell’agnello è quanto mai attuale. Chi fa i danni li addossa a chi li deve pagare come il lupo della favola accusava l’agnello di inquinare il ruscello anche se beveva più a valle di dove aveva bevuto lui.

29 marzo 2015

Perchè a Roma? Dichiarazioni sul pullman

 

 

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ByIgnazio Mazzoli

Nato nel 1943. Fondatore e direttore di UNOeTRE.it. Risiede a Veroli in provincia di Frosinone. Lazio. Italia.

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