di Sonia Sirizzotti – “Perché è convinto che Chinaglia non può passare al Frosinone…” (da “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano).
Sky, mandando in onda il pre partita, ci ricorda che il “Matusa” fu chiamato così da Luciano Renna quando si iniziò a parlare del nuovo stadio circa quarant’anni fa. Dalla finestra di casa arrivano le note del “Nessun Dorma” di Puccini, che rappresenta un rito bene augurante che precede le partite del Frosinone con un profetico “all’alba vincerò”. Torno indietro a quel maggio 2007 quando in un “Matusa” pieno all’inverosimile mio figlio mi chiese: “Mamma che facciamo se il Frosinone va in serie A? “, io gli risposi come mio padre aveva fatto con me: “Non credo sia possibile”. Ieri, invece, quello che molti di noi avevano mai sperato è accaduto, il Frosinone Calcio in due anni è passato dalla lega pro alla serie A. Abbiamo visto una città in visibilio, grazie al Frosinone e al Presidente Stirpe, un mio compaesano che ha portato il Frosinone in serie A. A fine partita, il pullman della Società è uscito dalla stadio con i giocatori in direzione Torrice, verso la casa paterna di Maurizio Stirpe. Bellissimo lo striscione con la faccia di suo padre Benito con scritto “A Mauri’ si mantenuta la promessa”. Il Frosinone calcio è la famiglia Stirpe: Sky ci ricorda i numeri del gruppo industriale, che è composto da 2200 dipendenti. Gli Stirpe partirono negli anni ’70, rilevando una piccola fabbrica: la Prima S.P.A.; e anche a questo vanno i miei ricordi di bambina, quando andavo a riprendere mia madre che lavorava lì a Torrice, da dove è partita tale scalata nel mondo dell’industria. La famiglia Stirpe e il Frosinone calcio entrano in serie A dalla porta principale, lasciando le favorite a combattere nei play off. Noi ci siamo malgrado chi ci riteneva non all’altezza, perché la serie A la si guadagna sul campo. Le parole di Lotito, a cui ha fatto seguito l’episodio con l’Entella sono storia passata, ma di certo, già da allora hanno risvegliato in tutti il senso di orgoglio e di appartenenza al Frosinone. Tutta la città ieri cantava “è una fede che ci ruba il cuore e questo inno che ci fa sognare”, siamo svegli, siamo in serie A, nell’Olimpo del calcio.
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