di Fausta L’Insognata Dumano – L’archivio di Rocco Zani andrebbe dichiarato “patrimonio dell’umanità” occorrerebbero almeno tre vite per sistemarlo, ha scritto tantissimo di arte, narrandola con uno stile intenso e poetico. Spesso alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, quando la ricerca non produce i suoi frutti, bussi al suo eremo, sei certa che negli anni lui ha scritto, in un angolo del suo eremo spunta un articolo cartaceo scritto da Zani, il mio sogno rendere l’archivio cartaceo consultabile in rete. Rocco Zani non ha certamente bisogno di presentazioni, è uno dei critici d’arte più conosciuto del nostro territorio, è cresciuto, respirando aria intellettuale ed artistica in via Casilina sud a Frosinone, dove un tempo si intersecava un profondo legame tra Vittorio Miele, il suo papà e lo scrittore Giuseppe Bonaviri.
Crescere in quel contesto è stato indubbiamente fondamentale, entrando in contatto con gli artisti, che si incontravano dal Miele. Figlio d’arte, da tempo dipinge alberi …da tempo lo Zani per me è un prestigioso punto di riferimento, un faro, una guida … ”Ciao Rocco all’Anitrella ci sono delle figure …” Da una pila estrae “Ciociaria, terra di confine”, colma di percettibili incertezze. Come se la precarietà dell’appartenenza consumasse più rapidamente gli umori e gli eventi. C’è un luogo in questa terra in cui tali sensazioni si fanno più marcate. Finanche nella più esplicita fisicità. Oltre il ponte dell’Anitrella dove il Liri un tempo si ergeva a fortino insolito di schieramenti contrapposti, la natura sembra aver siglato con il diavolo un accordo fausto, la pineta rimanda a scorribande remote con il sole lieve che ne asseconda il racconto. Con l’ausilio del lauro gravido di gemme e di lauro. La collina di tufo ha pareti solenni, piegate dall’ acqua o piegate dall’ uomo per ricoveri incerti. La collina è sposa della luna. È qui che Romeo Schimperna si fermò nel tempo remoto, scegliendo le campiture generose della montagna per lasciare nell’ arenaria brunita, il segno intimo e solitario della sua presenza.
“Terra di confine, la Ciociaria, tracce labili destinate alla fatale estinzione, ma non per questo meno intriganti e ossessive. L’amore è privo di limiti, quello per il sole bianco e per il vento, per il romanzo che sosterrà pigro nell’occhio del suo Cristo, quello della pioggia che ne muterà le prospettive”.
Di queste sculture in rete troverai delle immagini, ma l’unico finora a spiegarle è stato lo Zani, il luogo meriterebbe più rispetto, un’indicazione, andrebbe inserito nelle guide turistiche, ammirarle e fantasticare sulle figure ancora oggi visibili, le sculture di Schimperna. Una piacevole scoperta, grazie a Rocco Zani.
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