di Michela Pesillici da Sezione “S. Pertini, Psi Ceccano – Che Ceccano sia ormai da un anno amministrata in maniera a dir poco fallimentare, è cosa universalmente nota. Arrivati a questo punto, nessuno più crede alla presunta forza propositiva di una compagine che in 12 mesi non è riuscita a dimostrare altro se non la sua profonda impreparazione ed incapacità.
Si va dai milioni di euro di finanziamenti nazionali e comunitari andati in fumo, fino al bilancio approvato con il parere contrario dei revisori e alle tante promesse elettorali mancate come la clamorosa cantonata presa con il gestore idrico. Al netto di teatrini vari e fumo negli occhi, infatti, nessuna risoluzione contrattuale è intervenuta, tutt’altro: le figuracce di Caligiore, la sua grossolana e demagogica presa di posizione, hanno di fatto aggravato il quadro generale di una situazione in caduta libera.
Ciò specificato, c’è un aspetto che va sottolineato e che a nostro giudizio, oscurato dai grandi fallimenti del sindaco part-time, sta passando sin troppo inosservato. Si tratta della metodologia utilizzata per assegnare lavori pubblici. Praticamente la totalità di questi interventi a carico del patrimonio pubblico sono stati affidati a ditte senza una procedura di evidenza, senza gara d’appalto e quindi non favorendo una virtuosa rotazione in base alla convenienza delle offerte.
Questo modo di amministrare, a nostro parere, pone quanto meno una questione etica e morale che qualcuno dovrebbe avere il coraggio di affrontare definitivamente. In un particolare momento in cui, in tutta Italia, si richiede la massima attenzione a questo genere di operazioni e, come si suol dire, si ‘fanno le pulci’ ad ogni provvedimento che impegni una spesa di denaro pubblico, l’atteggiamento assunto dall’attuale amministrazione comunale di Ceccano fa a dir poco storcere la bocca. Sarebbe nell’interesse di tutti, infatti, procedere a lavori pubblici nella certezza di averli assegnati con criteri chiari e trasparenti.
Perché, allora, non eliminare ogni possibile dubbio e procedere agli affidamenti di lavori alla luce del sole? Perché, in aggiunta all’incredibile sequela di danni cui ci dobbiamo confrontare, aggiungere anche questo evidente imbarazzo?
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