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Votaredi Ermisio Mazzocchi, gli argomenti del suo intervento alla Direzione provinciale su analisi del voto amministrativo lunedì 10 luglio 2017 – La sconfitta del PD è netta, su la scia di un arretramento costante del PD. Deve essere chiaro che si assiste a una svolta a destra, in un misto di una destra democratica e europeista e una destra reazionaria e lepenista. Basti considerare che su 500mila abitanti il centrodestra governa su circa 300mila.

Ottaviani e il centrodestra sono il prolungamento di una politica espansiva di un centrodestra compatto, fortemente articolato sul territorio e aggressivo nei confronti della Regione e del governo nazionale, dimostrando, in alternativa al PD, una capacità di ascolto e di iniziativa che al PD è totalmente mancata. La causa di una sconfitta si deve rintracciare nella vistosa falla nel progetto politico, indebolito dall’assenza di un rapporto con i cittadini. Dobbiamo credere che la sconfitta del PD sia figlia delle divisioni, dei veti, delle conflittualità interne? Lo crediamo veramente? Oppure abbiamo mancato alla nostra funzione di governo sia dove era necessario correggere con critiche costruttive sia a motivare le scelte compiute alla Regione come al Governo nazionale. Non abbiamo prestato attenzione, presi da comportamenti autoreferenziali e autosufficienti, a quanto accadeva intorno a noi, con un comportamento rivolto a conoscere, a intervenire, a dare soluzioni, ad alleviare disagi e sofferenze economiche e sociali.
Non credo, affatto, che a Frosinone avremo avuto risultati migliori se avessimo avuto il coinvolgimento in prima persona di esponenti del partito. Credo, invece, che essi non sono stati utilizzati nel migliore dei modi. La verità è che abbiamo perso un contatto diretto con le esigenze reali dei cittadini. Su questo fronte è assente un partito che non può essere una oligarchia di chi non risponde a nessuno e una moltitudine di iscritti che ogni tanto votano ai congressi o alle primarie. Tutto ciò è l’opposto di una partecipazione e di una direzione collegiale del partito nelle sue scelte.
Il PD non è stato in grado di governare il centrosinistra e di tenerlo unito. Si è sempre più ristretto il campo del centrosinistra e delle larghe intese. La dimostrazione ci viene da Frosinone, dove tutta la sinistra è confluita nella lista Frosinone in comune e il centro con Alternativa popolare nel centrodestra. Senza considerare che per la prima volta M5S ha due consiglieri. Un isolamento sempre più vistoso del PD. O qualcuno pensa di essere autosufficiente rompendo ogni ponte a sinistra e non sapendo di quello che dovrebbe essere l’interlocutore del centro. Se verrà applicata l’attuale legge elettorale il risultato sarà quello di un PD sempre più isolato politicamente e socialmente, perché non si capisce dove sei e con chi sei, portando al sacrificio energie utili al partito, comprese quelle che oggi ci rappresentano e quelle potenziali anche del nostro territorio.
Il rischio mi pare evidente. E allora cosa fare? Rimettere al centro i contenuti e lavorare a costruire alleanze. Costruire un programma, di fine legislatura, discusso e sostenuto da quanti guardano al PD e cementato da una unità credibile.
Non abbiamo alternative. Deve intervenire su quello che non c’è e non su quello che abbiamo.
Una conferenza programmatica deve avere due aspetti. Il primo e in assoluto prioritario è il tema del lavoro, dove esplodono le sofferenze, i conflitti e i maggiori disagi; a seguire l’ambiente e la sanità. Il secondo, la partecipazione. E’ fondamentale il coinvolgimento degli iscritti che devono essere protagonisti nella definizione dei contenuti programmatici. Così come è essenziale la partecipazione dei cittadini, rivolgendosi a essi per far vivere nella realtà le questioni di emergenza e di maggiore interesse.
Un modo per costruire alleanze sociali che può rimotivare un mondo deluso e frantumato e dare una nuova prospettiva al PD.

 
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Ermisio Mazzocchi

ByErmisio Mazzocchi

Ermisio Mazzocchi: nato a Vetralla (VT) il 7 agosto 1946. E' laureato in Filosofia presso l'Università di Roma "La Sapienza". Nel 1972 è dirigente nel PCI nella Federazione di Frosinone. Dal 1985 assume l'incarico di Presidente della Confederazione italiana coltivatori (oggi CIA) che lascerà nel 1990 per ricoprire incarichi politici nel Comitato regionale del PCI e in seguito PDS del Lazio. Si è occupato di agricoltura e dei suoi prodotti come Presidente della Consulta regionale e nell'ambito dell'ARSIAL. Nel 2004 tiene su incarico dell'Università di Cassino un corso sul tema "Storia della bonifica pontina". Nel 2003 pubblica il suo primo libro sulla storia dei partiti cui segue il secondo nel 2011 sullo stesso tema. Il suo impegno politico è nel PD. Studia avvenimenti storici ed economici.

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