di Daniele Cimarelli Esperto di Tasse (da http://it.blastingnews.com) – La beffa a danno dei consumatori è servita. Le bollette telefoniche torneranno a 30 giorni da gennaio, ma con una sgradita sorpresa per gli utenti ecco quale.
E’ proprio il caso di dirlo, fatta la legge trovato l’inganno. Nonostante sia stato stabilito e approvato nella Legge di Bilancio 2018 e nonostante l’agcom [VIDEO]., l’autorità garante della concorrenza nel mercato delle telecomunicazioni, abbia comminato multe salate agli operatori telefonici operanti nel nostro Paese, questi ultimi avrebbero trovato un escamotage per aggirare, per di più legalmente, il divieto di fatturazione a 28 giorni.
Di fatto, dal prossimo 1 gennaio 2018 le bollette telefoniche torneranno ad avere una periodicità mensile, come stabilito dalla legge, ma le tariffe non verranno abbassate né, sembra, verranno erogati gli sperati rimborsi.
Ciò ha suscitato le ire di diverse associazioni a tutela dei consumatori che hanno già minacciato di ricorrere alle vie legali. Ma, andiamo con ordine, e vediamo di capire cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo anno per quanto riguarda le bollette del telefono e di internet.
Le prossime mosse degli operatori
Solo l’altro ieri davamo conto delle multe inflitte dall’agcom ai maggiori gestori telefonici operanti in Italia ed ora, purtroppo, ci troviamo a riferire dell’orientamento degli stessi operatori, i quali, non faranno altro che scaricare il costo delle multe sui clienti finali. Infatti, da quanto è dato sapere, tutti i big della telefonia stanno rivedendo le rispettive tariffe incrementandole di conseguenza.
In pratica, dato che, in base a stime della stessa #agcom, precedentemente alla riforma la fatturazione a 28 giorni garantiva agli operatori introiti aggiuntivi per oltre 1 miliardo di euro, l’idea è semplicemente di spalmare questo miliardo, a cui non sono disposti a rinunciare, non su 13 bollette ma su 12. Questo, in base ai calcoli effettuati da diverse associazioni dei consumatori come Federconsumatori o Altroconsumo, significa un aumento sulla singola bolletta mensile dell’8,6%.
L’effetto trascinamento
E che questo sia l’orientamento di mercato lo si può capire dall’uscita della Tim che, proprio in questi giorni, sta comunicando ai propri clienti business il ritorno dal 1 gennaio 2018 alla fatturazione mensile, come stabilito dalla legge, ma a costi invariati. Le associazioni dei consumatori, ovviamente, temono l’effetto di trascinamento.
Pensano, cioè, che dopo la Tim sarà la volta di tutti gli altri fornitori.
Per ora, la Tim ha annunciato la variazione solo per i clienti business, ma secondo gli esperti sta preparando il terreno anche per un analogo aumento sui clienti privati. Infatti, in una nota pubblicata sul suo sito avrebbe messo in evidenza come nel quinquennio 2011 – 2016 i costi dei servizi telefonici siano calati di ben il 14%. Un modo poi non tanto velato per far capire che i rincari anche sul lato privati sono in arrivo.
Il capitolo rimborsi
Anche per quanto riguarda i rimborsi dovuti agli utenti per il periodo in cui hanno pagato le bollette ogni 28 giorni ci sono, purtroppo, cattive notizie. La legge di Bilancio 2018 ha stabilito che i rimborsi vengano corrisposti solo da quegli operatori che, dopo la data del 4 aprile 2018 non saranno tornati alla fatturazione mensile. Quindi, tutto quello che è stato incassato prima di tale data non sarà oggetto di rimborso, neanche forfettario. In pratica, la disposizione introdotta dal Legislatore ha funzionato come una sanatoria a favore delle compagnie telefoniche.
Da parte loro le associazioni dei consumatori stanno facendo pressione perché il Legislatore modifichi le norme del Codice del Consumo relative ai cambi tariffari nel senso di non renderli più liberi e a discrezione degli operatori, ma rendendoli possibili solo per giustificato motivo. Ma anche questa si preannuncia una lunga battaglia e, visti i precedenti, dagli esiti incerti. #tariffe cellulari #Governo
Articolo segnalato da Vincenzo Grande di Frosinone
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