Voto 2019. Il PD, ma non solo

VotoUE 2019 in Italia min

VotoUE 2019 in Italia minIl PD è lo strumento per affrontare questa crisi?
Infine, il Pd. In Italia è il secondo partito con il 22,69 %, nel frusinate è terzo con il 16,08 dopo il M5S*. Si trova oggi ad avere l’onere, ma avrebbe anche l’onore di essere l’unica forza politica in Italia che ha sulle spalle il compito di opposizione vera a un governo ormai cambiato di segno, e tutto spostato a destra. Il suo esito elettorale è solo una manifestazione di vitalità, il recupero d’impegno da parte di molti elettori, un rifiuto della inevitabilità della deriva a destra. Ma tutto ciò non ha i numeri né le condizioni per costruire una nuova piattaforma politica, una nuova organizzazione che sia capace di recuperare il consenso che ha costruito la destra.

Una prima questione: perché il PD anziché festeggiare i suoi primi 10 anni di vita di questi non ne fa un’analisi seria parlando senza veli degli errori che ha compiuto? Che ha compiuto verso i ceti più deboli e verso le forze sociali da cui traeva legittimazione, in primo luogo i lavoratori dipendenti (esistono e sono tanti in barba a tante strane teorizzazioni), che non lo votano più?

Il centrosinistra è una coalizione non può essere un partito unico. In determinati momenti forze diverse possono e debbono collaborare, ma a precise e ineliminabili condizioni: è un dovere dare rappresentanza autonoma ai lavoratori dipendenti, ai disagiati, agli espulsi dai cicli produttivi; le alleanze si trovano sugli obiettivi, nella società e in parlamento e sono sempre il risultato di un negoziato o anche di un conflitto. Le alleanze fra forze diverse hanno bisogno di due condizioni: movimento di protesta di chi chiede e voglia di ascolto di chi governa.

Il PD è disposto a fare questa scelta? «…mettendo insieme tutto e il contrario di tutto, non si propone di essere il partito politico della classe lavoratrice del XXI secolo» scrive Paolo Ciofi in “Il voto e la sinistra che non c’è”.
Il PD sa riconoscere che gran parte di questo disastro nazionale nasce dal fallimento del suo progetto interclassista che ha dimenticato una grande area sociale del nostro Paese? Basta favorire gli egoismi di classe?
L’impresa sia un servizio sociale secondo l’articolo 41. Sono delle ultime ore i casi di Whirlpool, Marcatone Uno, preceduti qui, nel cassinate, dalla Ideal Standard che insieme ad altre aziende testimoniano come sono soprattutto “arricchifici” di proprietari senza responsabilità sociale. Non può continuare com’è oggi questa assurda ingordigia che satolla pochi e lascia in difficoltà i più. La nostra Costituzione va non solo rispettata ma applicata senza incertezze. Essa è la nostra garanzia di cambiamento, di progresso e di sviluppo.
Facendo le debite differenze, ricordo ancora i governi di larghe intese che per mediare al loro interno dimenticarono scuola sanità politiche del lavoro. il governo giallo verde è stata la manifestazione estrema di quella formula.

Il PD non vuole rinunciare ad esser un frappè? Allora occorre un vero nuovo partito di sinistra che faccia la sinistra in un’alleanza di centrosinistra, se si può fare, altrimenti faccia semplicemente il suo dovere fino in fondo. Ed oggi ci vuole prima di ogni altra scelta un piano straordinario per il lavoro che parta dalla manutenzione delle strade, molte, impraticabili; comprenda la bonifica vera delle aree inquinate dei SIN e la messa in sicurezza del territorio che è una grande esigenza nazionale. Ci sarebbe lavoro per tanti e per qualche generazione.

Allora ancora un quesito: che senso ha il pulviscolo di formazioni armate di distinguo litigiosi, senza che ci sia un valore che premi l’unità; non ha senso l’attuale frammentazione è inconcludente e soprattutto demotivante. In queste condizioni la sinistra tutta non è riuscita a imporre né la propria agenda né le proprie proposte, piuttosto vaghe, a cominciare da quelle sul lavoro, né la giustificata paura sullo stato dell’economia e delle sue prospettive. La paura del “baratro” non ha inciso. Hanno continuato a fare effetto, invece, le altre paure, quelle propinate da Salvini e dalla Meloni.

Recuperare credibilità oggi è certamente faticoso e, non facile. Ma, facciamo una lunga inspirazione e diamoci 10 – 20 secondi di coraggio. Diciamoci la verità, senza fare gli incompresi,  perché così non funziona. Senza questa audacia ci aspetta il suicidio, che potrebbe essere il meno, ma condanneremmo ad una brutta sorte gran parte del nostro popolo.

Dobbiamo imparare a saper fare il nostro dovere anche qui in Ciociaria dove l’amicizia e le simpatie personali fanno premio sulle scelte politiche. Disoccupazione, sanità, inquinamento son tutt’ora lì che aspettano un qualche atto concreto. Tanto parlare di politiche attive per il lavoro e non si è riusciti a far lavorare manco un disoccupato “over 60” nei comuni di origine, eppure sarebbero stati pagati dalla Regione come previstpo negli accordi del 28 febbraio 2018, nella sanità impera il disservizio più generale che investe pazienti e personale, per l’inquinamento dopo 14 anni dobbiamo ancora aspettare le caratterizzazioni di alcuni progetti che fra l’altro non bonificheranno la sorgente dell’inquinamento, cioè il Sacco, ma solo alcune aree con destinazione “vendita”.

C’è di peggio, anche le cose buone che si fanno poi non sono valorizzate o addirittura vengono bloccate. Perché? La deputata Rossella Muroni predispone una Mozione, molto importante, da discutere alla Camera sull’inquinamento della Valle del Sacco, perché non l’aiutiamo a raggiungere l’obiettivo della discussione in aula respingendo ogni resistenza qui in provincia? A Fratoianni viene chiesta una interrogazione per far cessare il pagamento coattivo delle bollette Acea introdotto dal ministro Padoan sin dal 2016 e se ne dà notizia la mattina del sabato 25 maggio prima del voto. Iniziativa benemerita, ma ci si è chiesti che risultati può produrre un’azione che appare all’elettore tardiva e fuori da una iniziativa continua e incalzante? Tanto per citare dei casi. Quali valutazioni di opportunità politica intervengono qui in provincia per operare così? Questi metodi di lavoro mettono in ombra anche i possibili buoni risultati come la conquistata opportunità di revocare la concessione della Certosa di Trisulti a Steve Bannon.

Vogliamo avere un sussulto di efficienza? Chiediamo al nuovo segretario generale della Cgil Maurizio Landini di rivedere questa strana organizzazione del Sindacato che lui dirige, che anziché moltiplicare le presenze sul territorio le accentra? L’iniziativa per il lavoro e tutti i diritti sociali ha bisogno del numero adeguato di dirigenti e attivisti che non si risparmino, prima di tutto.

Basta con i luoghi comuni. E le dichiarazioni di principio. Noi non possiamo essere solo quelli che rievocano. Non può bastare. Ma, anche le generose iniziative spontanee di associazioni svaniscono se non le si costruiscono in maniera organizzata con volontari militanti e impegnati, con statuti depositati e conoscibili da tutti, che assicurino organismi dirigenti democraticamente eletti e verificabili. Non possono solo essere sigle con un Presidente, per quanto disponibile e preparato. La trasparenza è un presupposto indispensabile per la CREDIBILITA’.

Fare politica non è un hobby e non si può praticare come se fosse un hobby. Fare politica è un lavoro duro, di studio e di tessitura di relazioni nella società e con le persone. Un lavoro da fare tutti i giorni e in ogni ora. I 5stelle hanno pagato un prezzo anche per questo, è il loro problema. Non diamo retta a chi ci dice che tutti si possono improvvisare politici. Ci prendono in giro quelli che invece hanno forze impegnate giorno e notte a fare politica nei posti di governo e di potere a cominciare dalla finanza.

Anche a chi vuole essere di sinistra sul serio occorre una rivoluzione culturale. Non basta definirsi di sinistra. Dobbiamo sapere con certezza i motivi di disagio, trovare le possibili soluzioni e comunicarle nel modo giusto alla gente.

È un problema che riguarda direttamente ogni struttura che si dice di sinistra e non solo per i gruppi dirigenti centrali, ma anche e soprattutto in periferia rivedendo scelte organizzative e di direzione. Non solo, lo dico con le parole di Lucia Annunziata, c’è anche: «Un compito particolarmente gravoso e impegnativo per i media che, a mio parere, non hanno lavorato affatto sullo scollamento sociale. Ma la lettura del presente è anche l’unico strumento su cui fare leva per ricostruire la dinamica democratica».

* Lega Salvini Premier 96.671 (40,35%); M5S 44.494 (18,57%); PD 38.536 (16,08%); FdI 21.319 (8,90%); FI 19.472 (8,13%) [137.462 (47,38)] a sinistra [43.179 (18%)] a mala pena sfiora il 20%, ma è una forzatura
Diverso il quadro che emerse dalle urne nel 2014: 427.063 Elettori; 253.001 votanti cioè il 59,24 %) Schede bianche 7.989; Schede non valide (bianche incl.) 20.300 che cosi destinarono le loro preferenze: PD 86.328 (37,10%); FI 56.764 (24,39%); M5S 51.172 (21,99%); FdI 9.616 (4,13:); Lega Nord 3.401 (1,46%); L’altra Europa con Tsipras 6.808 (2,93%); Italia dei Valori 1.317 (0,57%); Verdi Europei- Green Italia 1.298 (0,56%) [9423 (4,6%)]

 

Il primo articolo il secondo articolo

  aggiornato il 18 giugno ’19 alle 8,23

 

 

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ByIgnazio Mazzoli

Nato nel 1943. Fondatore e direttore di UNOeTRE.it. Risiede a Veroli in provincia di Frosinone. Lazio. Italia.

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