di Giulia Bragalone – Un libro di Enzo Catenacci Leone.
“Ciò che rende bello il deserto è che da qualche parte vi è nascosto un pozzo.” (Antoine De Saint-Exupery)
E’ un libro che consiglio in modo particolare a chi come me è amante dei viaggi, della cultura, delle popolazioni che pullulano nel mondo, ma soprattutto lo suggerisco a chi è amante dei deserti, delle grandi distese di sabbia dove, come una visione di tanto tanto, appare un’oasi in cui rifocillarsi. Il primo viaggio di cui l’autore vuole renderci partecipi è nello Yemen, un viaggio nel tempo, un luogo in cui poter ammirare i cosiddetti palazzi “merletto” di Sana’a, il Regno della Regina di Saba, la Valle del Dra. Questo raid nel deserto consisteva nel visitare il Tempio del Sole e quello della Luna, poi vi era la casa-castello costruita sulla magnifica “Roccia del Sultano”. La seconda tappa narrata era la Giordania, in cui poter ammirare Petra, il suq della favolosa città dei Nabatei un’intera città scavata nella roccia. A Sharm el-Sheikh, Coral Bay, dove “tutto il perso è perduto”. Visitando il Monte Sinai, con la tradizionale cena nel deserto accompagnati dai beduini e dalla danza del ventre “conturbante”.
“Mosè il capo degli ebrei erranti deserto, dopo essere fuggito dalla schiavitù in Egitto, si accinse a scalare il Monte Sinai dove gli furono dettati i dieci comandamenti.” Bibbia
Il viaggio in Egitto fra Tutankhamon e Abu Simbel, il museo del Cairo in cui sono esposti i tesori trovati nelle tombe dei faraoni, “le grandi piramidi di Giza” e la tomba di Cheope. Imperdibili le tombe della Valle dei Re, le escursioni sul Nilo e le Città Sacre di Karnak, Luxor ecc. La traversata del grande mare di sabbia: partendo dal Cairo con sei fuoristrada visitarono insieme ad altri appassionati di deserti le “Mummie d’oro”, il grande mare di sabbia consisteva in un oceano primordiale con i suoi abitanti restati all’asciutto da miliardi di anni (fossili marini). Visitarono la grande piscina presso l’Oracolo di Amon nell’Oasi di Siwa dove si faceva il bagno Cleopatra.
La storia racconta che Alessandro il Macedone per poco non perdeva la vita durante il viaggio a causa di una tempesta (ghibli) durata 3 giorni. Libia, il terzo viaggio nel deserto, girovagando nel suq di Tripoli. Il raid comprendeva un enorme vulcano, il Waw an Namus, in fondo allo scalone di sabbia al confine con il Ciad. Furono accompagnati dai tuareg e per quattro giorni furono avvolti da una sequenza di barcane fino a giungere nel reg (deserto di pietra) incontrando numerose “insabbiature” nel fesh fesh (la sabbia del deserto). Dalla sommità del cono vulcanico s’intravedevano le sagome dei soldati della piccola guarnigione a guardia dei confini con il Ciad. Il primo raid nel deserto avvenne in Algeria, visitando il “Memorial du Martir” conoscendo la storia della lotta per l’indipendenza. Sempre in Algeria ci fu la spedizione al Tassili n’Ajjer, presso una “guelta” termine arabo per indicare preziose riserve d’acqua piovana indispensabili per la vita della fauna. Nel Tassili vissero l’esperienza del famoso “tè nel deserto” preparato dalla guida tuareg, questi ultimi erano avviluppati nei loro tigelmas attorno al capo ed erano molto cordiali.
I tuareg considerano portafortuna un uccellino nero con la testina bianca, il Mula-Mula. La loro guida li metteva in guardia da pericoli invisibili, ad un certo punto gli mostrò una tomba, a gesti compresero che lì erano sepolti i suoi cari e sempre a ges: “E’ qui che voglio essere sepolto.” Il viaggio a Marrakesh fu un impatto da “mille e una notte” grazie all’incontro a Piazza Jamaa el Fna con l’incantatore di serpenti, questi ultimi si muovevano come in una danza al suono ritmato dello “zufalo”. Andarono a visitare “Il Drago Millenario” di Tenerife, il canyon del vulcano Teide, mentre in Tunisia visitarono Monastir, una cittadina balneare nei pressi di Sousse. Durante il periodo del Ramadan venne allestito un Arco di Trionfo per l’imminente arrivo del “Grand President” ma un improvviso malore l’aveva costretto al ricovero in una clinica. Il campione della guerra di Liberazione e fautore dell’Indipendenza era stato sostituito dal Colonnello dell’esercito e suo vice Ben Alì, il “Grand President” Bourghiba Habib (Eroe Nazionale) era stato vittima di un colpo di stato e Ben Alì, il presunto salvatore della Patria che aveva instaurato un regime totalitario, era stato cacciato assieme a tutta la cricca. Dopo il “sacrificio umano” del ragazzo che per protesta si dette alle fiamme è scoppiata la “primavera araba”.
“La conoscenza è un tesoro, ma la pratica è la sua chiave.” (Lao Tzu)
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