di Antonella Necci – Il grande giornalista e scrittore Gian Antonio Stella ha scritto un articolo sul Corriere della Sera in cui ricorda la storia travagliata di un documentario del 1979, ‘Processo per stupro’ di sei giovani registe (Rony Daopulo, Paola De Martiis, Annabella Miscuglio, Anna Carini, Maria Grazia Belmonti, Loredana Rotondo), che mostrava il vero processo a quattro giovani di Latina accusati di aver violentato per ore una diciottenne di Nettuno.
Stella ricorda come all’epoca, il documentario ebbe un enorme successo, tanto che dopo la prima messa in onda, in tarda serata, che fece ben tre milioni di spetattori, la Rai mandò in onda in prima serata il documentario che triplicò gli ascolti. Si tratta di un documento storico importantissimo, persino conservato al MoMa di New York, su come lo stupro veniva inteso dalla giustizia nell’Italia dei primi anni ’80.
Ma, si chiede Stella, come mai proprio in queste giornate dove sarebbe opportuno dare la possibilità a tutte le nuove generazioni di vedere questo documentario, la Rai non lo ripropone? Presto detto: “A quanto pare, gli avvocati ancora vivi e perfino i parenti degli avvocati defunti protagonisti di quel processo, imbarazzatissimi sia pure con decenni di ritardo per certi interrogatori di pruriginosa invadenza, certe allusioni voyeuriste, certe arringhe beceramente machiste, hanno preteso l’oblio su quello sfoggio di spiritosaggini da bordello scagliate contro la vittima e a favore dei violentatori, poi condannati a pene leggere e con la condizionale”.
A raccogliere l’appello di Stella affinché la Rai si decida a rispolverare questo prezioso documento ci pensa Michele Anzaldi, segretario della Commissione di Vigilanza Rai, che scrive su Facebook: “Nel giorno della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne la Rai non ha voluto riproporre il film. I presidenti delle Camere valutino di intervenire, secondo le proprie competenze e l’autorevolezza del loro ruolo. Dopo la diffusione dell’agghiacciante sondaggio dell’Istat, secondo cui una persona ogni quattro pensa che le donne possano provocare violenza sessuale con il loro modo di vestire e addirittura il 39,3% ritiene che una donna sia in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo voglia, sarebbe ancora più doveroso, se non un obbligo morale, fare vedere ‘Processo per stupro’ “.
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