Craxi e l’egocentrismo del suo potere

hammamet 2 mindi Ermisio Mazzocchi – Craxi. Il film di Gianni Amelio, Hammamet, proiettato in occasione dei venti anni dalla morte di Craxi (19 gennaio 2000), sollecita qualche breve riflessione su un periodo travagliato e ricco di avvenimenti che hanno segnato il futuro della Repubblica italiana. Considerazioni che devono essere rivolte a svolgere una analisi più accorta e priva di un pensiero prevenuto sul ruolo del PSI e di quello di Craxi.

Il fulcro delle scelte del PSI è stato quello del rapporto con il PCI. Senza questa lettura non sono comprensibili gli avvenimenti che hanno segnato la seconda metà del XX secolo. Il bilancio storico riguarda non solo il PSI e quindi Craxi che ne fu segretario dal 1976 al 1993, ma il modo in cui la sinistra italiana ha affrontato la sua funzione sociale e quella di governo. Craxi fu il protagonista di una stagione politica del PSI che era rivolta a una modificazione della cultura tradizionale del socialismo europeo e allo stesso tempo intensificava la sua azione per isolare il PCI, utilizzando la DC e altri partiti minori. Craxi si mosse sempre in una logica di affermazione della sua supremazia di potere e culturale. Obiettivo era quello di dominare i suoi alleati/avversari dalla DC al PRI e relegare il PCI ai margini della politica, in una ottica di lottizzazione del potere.

Con Craxi si afferma una nuova generazione postfrontista e postmarxisista nella sinistra italiana, che cresce nella convinzione di consolidare il potere sullo Stato e sul governo del Paese. L’accordo di potere con la DC, che portò Craxi a essere il primo socialista Presidente del Consiglio, era strumentale e finalizzato a costruire una centralità del PSI, svincolato da impegni di rafforzamento della sinistra, che se mantenuti avrebbe significato essenzialmente stringere un rapporto con il PCI. Le rotture nella sinistra e con il PCI furono clamorose e anche insanabili, come quella sulla scala mobile. Craxi intensificò questa differenzazione dal PCI soprattutto nel’ultimo decennio della sua segreteria.

La figura di Craxi è stata tra le più rilevanti del socialismo italiano e internazionale. Tuttavia, il risultato della sua politica fu errata e non produsse un consolidamento della sinistra italiana, né tanto meno portò il PSI a essere un partito proiettato verso un progetto di vero riformismo. Così che dopo di lui, il PSI si dissolse. Nel 1994 avvenne lo scioglimento del PSI, il più antico partito italiano, costituitosi a Genova nel 1892. Saranno necessarie più avanzate e approfondite considerazioni storiche sulle vicende che hanno contraddistinto in questi decenni il PSI, fino al suo scioglimento. Il PSI aveva raggiunto una posizione di rilievo, determinante nella vita pubblica del Paese. Tuttavia, pur nell’ambito della crisi più generale dei partiti della prima Repubblica, le vicende del PSI sono state in modo particolare drammatiche fino a determinarne il crollo definitivo.

Craxi fu parte, anzi il principale protagonista e artefice di un processo turbolento del PSI, non avendo avuto la capacità di incanalare il PSI verso una sua autonoma cultura politica della sinistra italiana e restringendo la sua funzione esclusivamente nell’occupazione degli istituti di potere, finalizzato solo a se stesso e non come un avanzamento di un processo di rinnovamento e progresso della società, che affondasse nelle radici del nei valori del socialismo e della sinistra italiana.
Ermisio Mazzocchi
venerdì 17 gennaio 2020

 

 

 

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Ermisio Mazzocchi

ByErmisio Mazzocchi

Ermisio Mazzocchi:Vetralla (VT) 7 agosto 1946 - Residente a Cassino. Laurea in Filosofia presso l’Università degli Studi di Roma “Sapienza”. Funzionario politico a tempo pieno nella Federazione di Frosinone del Partito Comunista Italiano (PCI) dal 1972 al 1985. Successivamente Presidente provinciale della Confederazione Italiana Coltivatori - oggi CIA - della provincia di Frosinone Ha collaborato con diversi incarichi con l’Arsial, Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio. Cultore, presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, della materia per l'insegnamento di Storia delle dottrine politiche. E' autore dei seguenti libri: “Lotte politiche e sociali nel Lazio Meridionale 1921-1963”, Carocci 2003, Premio letterario "Val di Comino" 2005; “Partiti e società nel Lazio meridionale 1964-1994”, Carocci 2011; Frosinone - una provincia al voto 1946-2013”, Aracne 2013; La Camera del lavoro del Lazio meridionale dal dopoguerra al terzo millennio, (coautore, Atlantide 2018), Premio "FiuggiStoria - Lazio Meridionale" - Fondazione Levi Pelloni; I miei 10 anni nel PD (una raccolta di suoi articoli pubblicati da diversi giornali tra il 2008 e il 2018) Edicoop 2019; Una vita per cambiare (romanzo), Atlantide 2021.

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