di Maurizio Cerroni – Viviamo tutti una situazione drammatica, accompagnata da una profonda paura per la salute, nostra e dei nostri cari. Sono stati presi provvedimenti drastici, con misure che possiamo davvero definire draconiane, che hanno messo in quarantena l’intero paese.
Queste disposizioni attuate prima in Italia, adesso, purtroppo, riguardano quasi tutte le nazioni europee e molte altre nazioni nel mondo. I nostri modi di vita sono cambiati rapidamente e radicalmente, così come le nostre abitudini di vita, sociali e lavorative. In questi giorni così complicati, viviamo chiusi dentro le nostre case. Tutti dobbiamo rispettare le regole. Oggi al primo posto viene la salute dei cittadini, mentre domani occorrerà ricostruire il paese e rilanciare il tessuto produttivo, economico, sociale.
In queste settimane si combatte all’interno delle strutture sanitarie. In prima linea medici, infermieri e personale sociosanitario. Il coronavirus è terribile. Non c’è ancora un vaccino per combatterlo e per debellare in maniera definitiva il contagio da Covid-19.
Nel tempo sospeso di queste giornate, i nostri pensieri vanno alle tragedie del passato e ci portano ai racconti dei nostri nonni, alla la prima guerra mondiale, a quelli dei nostri genitori, alla seconda guerra mondiale.
Questo virus colpisce tutti, e in particolare modo le persone fragili come sono i nostri anziani.
Nelle nostre case, pioangiamo migliaia di morti, ci stringiamo alla solitudine delle vittime e dei loro familiari che non possono nemmeno dare l’ultimo saluto ai propri cari.
In questa emergenza sanitaria, il Sistema Sanitario Nazionale Italiano sta rispondendo bene, anche se sono emerse fragilità, a causa dei tagli fatti negli ultimi decenni al settore della sanità: sono stati tagliati i posti letto, è mancato un vero piano per nuove assunzioni, sono stati ridotti ai minimi termini gli investimenti sulla ricerca medica scientifica. Oggi questo tema è tornato prepotentemente di attualità, perché si sono manifestati davanti a tutti i motivi per i quali è essenziale investire di nuovo nella sanità pubblica.
Subito dopo la guerra si uscì con la più grande rivoluzione, chiamato stato sociale. Queste parole, stato sociale, nei prossimi mesi diventeranno nuovamente forti e attuali. Infatti, quando sarà vinta la battaglia contro il coronavirus si tornerà a camminare di nuovo liberamente, con la consapevolezza che il virus non conosce confini e che solo grazie a una politica di solidarietà tra i popoli sarà possibile vincere le prossime sfide, quelle sfide che oggi rendono fragile il nostro pianeta. Passato il virus saremo ancora di più convinti che i beni comuni, in primis la sanità pubblica, siano un bene da preservare.
Passata la guerra l’Italia, riconquistò la libertà, ritrovò la forza di rialzarsi dalle macerie dei tanti dolori vissuti. La libertà si ritrovò, attraverso un intenso clima di unità nazionale, che permise all’Italia di essere unita anche dinanzi alle sfide che si presentarono negli anni successivi, come il terrorismo che insanguinò il nostro paese per un decennio. Parlo di uno spirito di unità nazionale, perché penso che sia un elemento essenziale per il presente e, soprattutto, per il nostro futuro. Ciascuno di noi deve liberarsi dai nemici; adesso per combattere il virus e domani per ricostruire, è indispensabile l’unita di tutti.
Oggi, in questo momento così difficile anche per la nostra comunità Ceccanese. Mi auguro che da parte delle forze politiche, sociali, civiche, economiche, si manifesti consapevolezza insieme a un forte spirito civico e di Comunità. Difatti, il nostro comune è stato commissariato e le elezioni comunali previste a giugno sono state rinviate, con Decreto ministeriale, in autunno, in una data da individuare tra ottobre e dicembre.
Ripeto chiaramente che la data delle elezioni amministrative è stata rimandata. Ci sono stati partiti che, con grande senso di responsabilità per il difficile momento che stiamo vivendo, hanno sospeso la campagna elettorale. Però, in giro nella città ancora si vedono manifesti e si continua in una sterile polemica tra i candidati. Il buon senso deve portare a fermarci tutti. Oggi siamo chiamati ad operare ad aiutarci uno con l’altro.
Oggi il compito della politica, delle forze sociali, di tutte le persone di buona volontà, è quello di mettersi a disposizione della città, di Ceccano. Passerà la notte. Passata la notte ritorneremo a camminare, a fare molte delle cose che facevamo prima. Per chi ha voglia e passione ci sarà presto tempo per continuare a fare politica, ci saranno le elezioni e i cittadini Ceccanesi torneranno a votare. Tutti dobbiamo sapere che dopo il virus niente sarà come prima, che occorrerà ricostruire, e infondere speranza alla nostra comunità, per ritornare insieme a camminare di nuovo.
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