Vertenza Frusinate
di Valentino Bettinelli – In questi giorni viviamo tutti l’apprensione per l’aumento dei contagi dovuti alla diffusione del nuovo Coronavirus. Tutto il Paese sta attraversando le sue ore più buie dal secondo dopoguerra ad oggi. Ma la nostra terra, oltre al Covid-19, da anni subisce il contagio da un virus chiamato disoccupazione.
La situazione del tessuto economico ed industriale dell’area di crisi complessa è disastrosa. Da più di un decennio, ormai, le nostre zone produttive subiscono la desolante condizione della deindustrializzazione, con la conseguente uscita dal mondo del lavoro di tante lavoratrici e lavoratori ciociari.
Anni di battaglie e diritti ottenuti con fatica e grande dedizione da parte dei disoccupati ciociari, uniti sotto il vessillo della Vertenza Frusinate. Quante manifestazioni e assemblee hanno visto protagonista il gruppo di Vertenza nel corso di questa emergenza decennale. Oggi, però, per le giuste restrizioni adottate dal governo, gli ex lavoratori non possono più far sentire la loro presenza alle istituzioni e alle parti sociali, spronando costantemente questi soggetti, al fine di ottenere ascolto.
Oggi non hanno davvero strumenti le donne e gli uomini di Vertenza Frusinate. Per loro il concetto di isolamento e distanziamento sociale non è, purtroppo, una novità. In questo periodo di emergenza sanitaria, dove ogni azione, anche la più semplice, risulta macchinosa e complessa, i disoccupati ciociari non possono passare in secondo piano.
Occorre ricordare come la mobilità in deroga risulti scaduta dal lontano 2 gennaio 2020. Da allora, nonostante il rifinanziamento degli ammortizzatori fosse presente in manovra di bilancio, nessun accordo è stato messo in piedi tra Regione e sindacati, per consentire l’erogazione dei nuovi assegni agli ex lavoratori. La situazione è arrivata ad un punto di non ritorno, e le istituzioni hanno il dovere di provvedere alla sopravvivenza dei cittadini, senza lasciare indietro alcuna categoria. Chi vive da mesi senza reddito e senza certezze merita attenzione, perché stare a casa è necessario per la salute pubblica, ma diventa un’impresa impossibile vivere chiusi tra quattro mura quando non si ha nemmeno la possibilità di provvedere alla spesa alimentare.
I disoccupati stanno lanciando da mesi, anzi da anni, continui gridi di allarme, ma sembra che chi di dovere non smetta di girare la testa dall’altra parte. Un comportamento di grave irresponsabilità da parte di una classe politica poco adeguata alla gestione di quello che è un male endemico per tutto il nostro territorio. Ad aggravare la condizione, la contingente emergenza dovuta al Covid-19, che dovrebbe, però, far riflettere maggiormente istituzioni e amministratori. Proprio questi ultimi hanno il dovere, morale ed amministrativo, di trasferire le istanze dei propri concittadini alle istituzioni superiori. È la realtà comunale quella più vicina al cittadino e quella da cui quest’ultimo pretende delle risposte e degli atti concreti.
I disoccupati di Vertenza Frusinate hanno inviato delle lettere accorate, prima al Prefetto e poi ai Vescovi della zona, per chiedere loro delle delucidazioni in merito alla loro condizione.
Gli ex lavoratori dell’area di crisi complessa ciociara vivono in quello che sembra un limbo politico-amministrativo. Incolpevoli del loro destino e costretti ad essere gli ultimi inascoltati, anche in situazioni di emergenza generale.
L’appello deve risuonare come un allarme non derogabile. C’è bisogno di chiarezza e di interventi celeri, perché questa emergenza sanitaria non vada ad acuire la piaga socio-economica che il nostro territorio già vive da anni. Qualcuno ascolti la disperazione di chi non ha nulla con cui vivere, e si impegni affinché tutti i percettori di ammortizzatori possano esercitare un diritto riconosciuto dalle leggi dello Stato.
Le emergenze vanno affrontate in parallelo, e la sopravvivenza di molti non può essere nascosta dalla crisi sanitaria in corso. Intervenire è un imperativo categorico per le istituzioni.
Bisogna trovare una soluzione. Subito.
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