I Jinn (o geni) – demoni dall’Islam
di Giulia Bragalone – Il jinn, tradotto spesso come “genio”, è una creatura soprannaturale della cultura preislamica e musulmana. Quasi sempre associati ad un carattere maligno, sono spesso presenti nei racconti e nelle leggende mediorientali e sono una presenza costante nel libro “Le mille e una notte“. Anche il genio che esce dalla lampada di Aladino, racconto tratto appunto dalle mille e una notte, è un jinn.
Il mercante e il genio – Tratto da “Le mille e una notte“
Shahrazàd, sollecitata dalla sorella, inizio a raccontare la storia del mercante e del genio. Un ricco mercante partì per un lungo viaggio portando con sé una valigia contenente biscotti e datteri. Stipulato l’affare tornò verso casa ma a causa del caldo si fermò a rinfrescarsi presso una fonte, dopo aver mangiato qualche dattero e aver buttato i noccioli, si lavò e poi si mise a pregare. Fu raggiunto da un genio che gridando gli disse che era un assassino e che doveva morire. Il mercante terrorizzato gli chiese il motivo ed il genio rispose che uno dei noccioli che aveva mangiato era entrato nell’occhio del figlio che poi era morto, quindi doveva vendicarlo. Estratta la sciabola fece per ammazzarlo ed il mercante gli chiese di concedergli un anno di vita, tempo necessario per sistemare i suoi affari e salutare i suoi cari. Venne raggiunto da un vecchio con una cerva che si sedette e aspettò il genio insieme a lui per sapere come sarebbe finita la vicenda. Poco dopo arrivarono altri due uomini, uno con due cani neri ed uno da solo. Insieme scorsero arrivare da lontano il genio, già con la sciabola sguainata e proprio un momento prima che questi uccidesse il mercante, il vecchio con la cerva chiese al mostro se potesse raccontargli una storia e se questa gli fosse piaciuta se potesse risparmiare un terzo della pena del mercante. Il genio ascoltò la storia del primo vecchio e della cerva.
Il principe Zeyn Al-Asnàm e il re dei Geni – Tratto da “Le mille e una notte“
Nella città di Bassora il nuovo reggente Zeyn Al-Asnàm anziché seguire le orme del genitore parsimonioso e amante del popolo, spreca tutte le sue ricchezze, arrivando sull’orlo della bancarotta e di essere deposto dal popolo. In seguito a questa terribile situazione, Zeyn ogni notte sogna un uomo anziano che gli promette di farlo diventare ricco se avesse cambiato modo di governare, dimostrandosi così degno dei suoi segreti. Finalmente una notte il vecchio del sogno gli comunica di scavare nello studio del padre, con la promessa che avrebbe trovato vari vasi d’oro e una stanza contenente nove colonne d’oro massiccio con attaccate altrettante splendide statue. Il principe obbedisce alle rivelazioni del vecchio e il giorno dopo scopre tutte le ricchezze che aveva visto nella visione. La roccaforte e il palazzo sono immensi e qui Mubarak ordina al viaggiatore di evocare il re dei geni, intimandogli dopo la sua apparizione di farsi chiedere dove si trovasse la nona statua preziosa, in quanto figlio del re di Bassora. Il genio appare in forma di giovane, segno che è di buon umore e pronto ad ascoltare il principe che gli ripete un giuramento di fedeltà e la richiesta della statua. Il genio acconsente a rivelargli il segreto e di seguito gli ordina di portargli la più pura e la più casta delle ragazze di Persia, aiutandolo con uno specchio magico. Zeyn così riparte dalla città e in breve tempo trova con lo specchio la famosa ragazza che rapisce dal padre con un imbroglio per non spaventarla del suo destino. La fanciulla si lascia condurre fino alla Città dei Geni, quando scoppia in pianto intuendo il suo triste destino. Tuttavia Mubarak e Zeyn non fanno caso alle sue suppliche. Tornati a Bassora, Zeyn scende le scale del sotterraneo e nella stanza, al posto della statua, trova la ragazza che aveva rapito con Mubarak: era lei la statua più preziosa. Zeyn sposa la fanciulla, dando origine ad un nuovo ramo della sua stirpe.
Aladino e la lampada magica – Tratto da “Le mille e una notte“
In Cina, un ragazzo povero di nome Aladino, dopo la morte del padre, vive con la madre vedova, a cui non dà alcun aiuto, preferendo giocare con gli amici. Un giorno si presenta ad Aladino un uomo che afferma di essere suo zio. Quest’ultimo chiede al ragazzo di entrare dentro la caverna per prendere una lampada affidandogli un anello magico. Dopo essere rimasto per molto tempo da solo nella caverna, Aladino riesce a liberarsi strofinando per caso l’anello che gli aveva affidato lo zio. L’anello custodiva un genio pronto ad eseguire tutti i suoi desideri. Successivamente Aladino, tornato alla sua vita normale, scopre che anche la lampada ha dei poteri magici, infatti strofinandola appare un genio ancora più grande di quello custodito nell’anello. Un giorno, avendo visto senza velo la bellissima principessa Badr-al-Budur, il giovane se ne innamora perdutamente, e usa la sua magia per poter diventare ricchissimo allo scopo di sposarla. I due vanno a vivere in un immenso palazzo colmo di ricchezze e sfarzosità, ma purtroppo il falso zio che l’aveva abbandonato nella caverna, si rivela essere un perfido stregone africano disposto a tutto pur di ottenere il prezioso oggetto per sé. Lo stregone ha scoperto il potenziale della lampada, e che adesso vive come un re. Perciò attraverso uno stratagemma riesce a rubare la lampada, e ordina al genio di spostare l’immenso palazzo in Africa. Aladino perciò cade in rovina, e solo dopo varie peripezie riesce a raggiungere il mago africano e ad ucciderlo dentro al palazzo. Entra in gioco il fratello del mago, anch’egli stregone, che con le stesse arti magiche viene messo al corrente di tutta la storia. Per vendicare il fratello, lo stregone uccide la famosa guaritrice Fatima e, travestendosi da lei, riesce ad entrare nel palazzo di Aladino e a conquistare la fiducia della sposa, ma fortunatamente viene scoperto in tempo da Aladino e ucciso.
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