Cronache e Commenti
Un post FB di Mariella Fanfarillo sull’uccisione di Caivano, presentato da Nadeia De Gasperis. Uccide la sorella perché ha un compagno trans: «Maria Paola infettata» ilmessaggero.it
Queste settimane sono state segnate da due terribili fatti di cronaca, figli, a mio avviso, della stessa sottocultura, fomentata dalla propaganda becera ma anche dall’indifferenza verso i temi della omofobia e della xenofobia, più in generale la mancata accettazione di qualsiasi diversità.
Sono state scritte molte parole sull’orrenda vicenda di Caivano, per raccontare la storia di Maria Paola Gagliano e di Ciro Migliore, il suo compagno, che è un ragazzo transgender.
Non è la prima volta che testate giornalistiche, anche di fama nazionale, non abbiano usato alcuna attenzione nell’uso del linguaggio. Una storia che finirà presto nel dimenticatoio, salvo per chi ha amato Maria Paola e Ciro e ha fatto il tifo per la loro coraggiosa scelta, se è vero che l’amore si può scegliere.
Tra indignazione, dolore e parole che stigmatizzano la relazione tra i due ragazzi, purtroppo dobbiamo leggere manifesti funebri che riportano la dicitura “ne danno il triste annuncio, la madre, il padre, il fratello…“ lo stesso fratello che pensava di dare una lezione “esemplare” a Maria Paola.
Resta il dolore di chi ha amato Maria Paola, quello di Ciro.
Vi lascio con le parole di Mariella Fanfarillo, madre e donna impegnata in prima linea nel sociale, per i diritti Lgbtiq, delle donne, degli immigrati, delle diversità, degli ultimi della nostra malata società. (Nadeia De Gasperis)
Mariella Fanfarillo “Poco fa una mia carissima amica mi ha chiesto come mai non avessi scritto nulla sulla drammatica storia di Maria Paola e Ciro. Non ne sono stata capace per quanto l’accaduto sia stato per me devastante.
Scrivo da madre costretta a convivere con la paura che mi attanaglia da moltissimi anni, così abituata a nascondere dietro al sorriso le preoccupazioni e le sofferenze ingenerate dall’odio e dall’indifferenza di gran parte della società.
Non voglio entrare nella narrazione dei drammatici fatti (non sono riuscita neanche a leggere tutti gli articoli); voglio puntare il dito e urlare il mio dolore in faccia ai tanti che ritengo responsabili morali di un tragico epilogo che avrebbe potuto riguardare qualunque ragazza o ragazzo trans. Perché, se è vero che l’esecutore materiale ha un’ identità precisa, è altrettanto vero che molti sono i mandanti morali di un omicidio il cui movente è soltanto l’odio verso l’altro diverso da sé.
Lo è la scuola, spesso indifferente e chiusa nei confronti di argomenti che ritiene scomodi da affrontare; lo è la Chiesa, che predica odio e intolleranza, piuttosto che amore incondizionato; lo sono le Istituzioni e la politica strumentalizzante e, se non in rarissimi casi, indifferente alla sicurezza dei nostri figlii. Lo sei tu giornalista, che hai mortificato e disconosciuto Ciro nella sua vera identità. Ma, soprattutto, più di ogni altro, lo sei tu società indifferente e giudicante, che costringi persone senza nessuna colpa a vivere nell’ombra e in una ingiustificata vergogna.”
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