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Giustizia roba da ricchi min

Diritti del Cittadino

Comitato per l’abolizione del Decreto Ministeriale 55/2014

Giustizia roba da ricchi minIl comunicato che questa mattina è stato spedito da parte del Comitato per l’abolizione del Decreto Ministeriale 55/2014 e che richiede una adesione corale da parte di tutti noi, parla ancora una volta di sopprusi, inadeguatezza e mancata affermazione della giustizia per tutte le parti deboli, senza mezzi adeguati, senza possibilità di ricorsi da migliaia di euro.
Quanti di noi hanno evitato di portare in causa le prepotenze che la pubblica amministrazione continua a perpetrare contro il dipendente inerme e votato alla sottomissione?

Quanti hanno evitato di appellarsi, per paura delle spese processuali?

Quanti sono davvero stanchi di subire tutto ciò?

In attesa di una riforma della giustizia che spazzi via un po’ di berlusconismo( cosa impossibile, vista l’attuale situazione politica, in fase di stallo proprio per tale riforma), ascoltiamo l’appello del comitato che chiede l’abolizione del decreto ministeriale 55/2014 che regolamenta le spese processuali, che si dovrebbero evitare di caricare sulla parte debole, che di solito, in processi importanti, si troverebbe alla rovina e non solo dalla parte del torto.
L’ennesima conferma che la giustizia non è davvero uguale per tutti, ma di sicuro è più uguale per i molto ricchi.

“Nell’assordante silenzio da anni e ogni giorno nelle aule di giustizia si perpetra la negazione dei diritti dei più deboli. E’ l’effetto devastante del decreto ministeriale 55 del 2014. Il provvedimento ha stabilito con tabelle spese legali e di (in)ingiustizia a carico della cosiddetta parte soccombente. Con il risultato che chi perde la causa si vede presentare dai giudici un conto mostruoso per migliaia di euro, spesso decine e decine di migliaia di euro.

Il più delle volte la “parte soccombente” è, guarda caso, la parte più debole del processo. Sono lavoratori, inquilini, cittadini, sindacalisti fuori dal coro, soggetti piegati dalla crisi che ricorrono alla giustizia come ultima spiaggia. Invece, non solo non si vedono riconoscere le proprie ragioni, ma sono puniti con la condanna a pagare cifre insostenibili. Così imparano…

Il “merito” è del governo Renzi e del ministro Orlando, ma i governi successivi hanno confermato questa nuova interpretazione del diritto alla difesa: bastonare, bastonare, bastonare. In questo modo si è certamente ridotto l’“arretrato” nei tribunali. Ma ad un prezzo inaccettabile per chiunque ritenga che la giustizia in Italia non sia quella amata dai marchesi del Grillo di turno (“Io so’ io e voi …”) ma “è amministrata nel nome del popolo” come prevede la Costituzione.

In un colpo solo con un decreto ministeriale:

– È stato di fatto abolito o fortemente indebolito il diritto alla difesa, che prevede la parità tra le parti;

– E’ stato di fatto largamente vanificato se non affossato del tutto il principio del giusto processo;

– Sono stati di fatto aboliti i tre gradi di giudizio sanciti dalla Costituzione (chi osa promuovere appello se in primo grado oltre ad aver torto è stato condannato a spese-monstre?).

Di fronte al silenzio e all’indifferenza, è ora di alzare la testa perché al più presto il Parlamento cancelli questa vergogna.

– Per il diritto alla difesa;

– Per la tutela dei diritti;

– Per la difesa della Costituzione.

– No alla (in)giustizia a pagamento;

– No alla (in)giustizia al servizio dei poteri e dell’arroganza.

CAMPAGNA PER L’ABOLIZIONE DEL DM 55/2014

RIVENDICHIAMO IL DIRITTO COSTITUZIONALE ALLA DIFESA!

Per adesione e-mail: asia@usb.it

 

 

 

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