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IN TV STASERA 8 marzo ’21

Il documentario delle donne durante la quarantena

di Serena Galella
Foto 1 tutteacasa 390 minVoglio mettervi a parte di una bella sorpresa che mi è accaduta qualche giorno fa. Apro la mia casella di posta elettronica e trovo questo messaggio da parte del collettivo TUTTE A CASA, con le quali sono stata in contatto durante il lockdown.

“Care,
abbiamo contato i giorni, le ore, i secondi prima di inviarvi questa e-mail perché questa notizia che stiamo per darvi non riuscivamo più a tenercela e ogni giorno diventava sempre più “grande”.
Ma ora finalmente ci siamo!
Il film “Tutte a casa” sarà trasmesso in prima serata (ore 21:30) sul La7d l’8 marzo, giornata dedicata alle donne e allo stesso tempo anniversario del lockdown…”

La lettera continua e parla della gioia di questo traguardo, ma facciamo un passo indietro, o meglio torniamo a un anno fa.

Abitavo in un piccolo paesino della provincia di Viterbo, ma già da tempo stavo programmando il mio trasferimento alla casa al mare.
È stato così che ho colto la palla al balzo e quando il 5 marzo ci è arrivata la notizia che avrebbero tenuto le scuole chiuse per due settimane, ho deciso di preparare un po’ di materiali da mostrare ai ragazzi tramite il registro elettronico e sono partita per Sabaudia.
Ricordiamo tutti quel periodo, le notizie si susseguivano sempre più allarmanti, fino a quell’otto marzo, quando per decreto si chiudeva il Paese.

Incastrata, mi sono detta: faccio le prove!
Del resto chi fa teatro è abituato a ragionare così, si fanno le prove e poi lo spettacolo. Si può cambiare piano sempre, abituati agli imprevisti e cambi di rotta.
E con il passare dei giorni e poi dei mesi, mi rendevo conto che forse non sarei più tornata indietro, di aver dato veramente una svolta alla mia vita, anche se lì non conoscevo nessuno. Ma proprio l’idea della scoperta di nuove cose, sguardi, mondi mi affascinava, come sempre. E così ho chiesto il trasferimento.

Sappiamo tutti come sono trascorsi quei due mesi di lockdown, ognuno nella propria casa e nella propria realtà deformata da una storia che ci ha ribaltati; tutti sospesi, in attesa di notizie, di cercare di capire quello che stava moltiplicandosi in ogni luogo del mondo e in attesa di tornare ad uscire di casa. Un solo nome: Corona Virus.

Poi un giorno un’amica mi ha contattata dicendomi che un gruppo di sardine su FB, al quale avevo aderito, aveva appena creato una rivista online e mi chiedeva di scrivere. Inizialmente mi sono rifiutata categoricamente, affannata e stanchissima dopo tante ore di quella che ormai conosciamo tutti come DAD, passate a lavorare davanti al PC in una modalità di insegnamento del tutto nuova. Successivamente ci ha riprovato, mi ha proposto di partecipare almeno al numero tutto dedicato all’arte e agli artisti, toccando un nervo già scoperto, visto che costantemente pensavo a loro, bloccati per primi. Foto 2 Manifesto 390 min
Accetto, ma propongo di creare una rubrica, dedicata a presentare tutti quegli artisti perlopiù sconosciuti, gli artisti di strada e quelli dei circuiti meno noti al grande pubblico. Durante questo strano anno scrivere è diventato una valvola di sfogo e un’eccezionale opportunità di incontro. Sono stati tanti gli amici, frequentati per anni in giro per il mondo, che ho raggiunto online e intervistato per raccontare la loro e anche un po’ la mia storia. Così in una di queste conversazioni, un’amica attrice mi dice: “Serena, alcune amiche hanno deciso di fare un documentario con i video fatti con il cellulare dalle donne in quarantena, in casa, al lavoro… come un video-diario, raccontano una loro giornata tipo, perché non mandi un video, ti presenti e parli di te? Hai così tante cose da dire!”
Rispondo che non sono capace neanche di farmi un selfie decente e lei dice che in realtà non è poi così difficile: “Provaci!”. Ci provo. Il primo tentativo fatto per provare sembra buono, lo invio e me ne chiedono altri. Mi filmo al risveglio, a colazione, mentre sono a lavoro con i miei adorati alunni (unico momento di allegria della giornata) e li mando tutti. Passa un anno, trascorso in modo assurdo per tutti.
Ricordo tutti i discorsi sui social, in tv… ma chi è single come farà? Mi veniva da ridere. Pensavo che chi è single è abituato a stare solo, il problema era per tutto il resto del mondo. Coppie che non si sopportano e abituate a vedersi poco sono state costrette alla convivenza, uomini disabituati a stare con i propri figli travolti dalla paternità, mamme costrette a scegliere se restare a casa con i figli in DaD o lavorare, tutti in smart working, con un casino di sottofondo o contendendosi il computer tra fratelli e genitori. Insomma un gran caos!
Io ero quasi felice.

Video delle donne in quarantena: https://youtu.be/62-pHqF56Os

La lettera della redazione:
“Siamo felicissime perché abbiamo lavorato tenacemente da marzo affinché tutto questo diventasse quello che oggi è: un film ‘documento’, una poesia delicata, un punto di vista importante sulla pandemia.
Ma dobbiamo ancora una volta ringraziarvi, una a una, perché con i vostri video diari ci avete creduto, ci avete fatto emozionare, riflettere e ci avete donato un’intimità così bella e straordinaria che avevamo l’obbligo di onorarla.
I video che ci sono arrivati sono quasi 8000 da più di 500 donne.
Il lavoro di montaggio è stato difficilissimo e, purtroppo, abbiamo dovuto fare delle scelte per poter creare un filo conduttore armonico.
Per questo, molte di voi non compariranno, ma ‘ci sono’ comunque in ogni singolo frame.”

In essa, inoltre, mi si annunciava che, insieme a tante donne, avrei partecipato anch’io. Sono ansiosa di vedere questo documento, certa che parlerà di tutte, perché noi donne siamo tante cose diverse, angeliche e diaboliche, belle e brutte, stanche e felici. Con tutte le difficoltà del caso.

La redazione poi conclude così:

“Sì perché siamo emozionate, curiose e speriamo davvero che il nostro lavoro vi piaccia.
Grazie ancora a tutte e… ci vediamo in TV!”

La notizia è proprio questa, ci vediamo in TV, questa sera, 8 marzo, festa della donna ad un anno esatto dal lockdown nazionale.
Siamo state pronte e in grado di raccontarci anche TUTTE A CASA.
Sintonizzatevi e fate sintonizzare.

Video promo TUTTE A CASA: https://youtu.be/HQwv-AvPw44

 

 

Serena Galella scrive anche per CiesseMagazie per il quale cura la rubrica dell’arte

 

 

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Serena Galella

BySerena Galella

Attrice, artista, giornalista, insegnante. Serena Galella vive a Sabaudia, è insegnante di Arte e Immagine nella Scuola Media. Si diploma nel 1987/88 al liceo Artistico “Anton Giulio Bragaglia” di Frosinone e all’Accademia di Belle Arti (scenografia). Attrice, nel 1982 è cofondatrice della compagnia “Gruppo Teatro Biberon”, recita anche per l’”Atelier Magique” di Frosinone. A Roma (1992), approda al Teatro di Strada collaborando con “Abraxa Teatro” e “Antidoto Lento” di Adrian Bandirali (Argentina), “Le Vedove Allegre”, “Tatamata Teatro”, Barnelli Bernd Witthüser, del famoso duo lanciato da Arbore “Otto e Barnelli” e altri.Nel 1994, con ill musicista serbo Aleksandar Caric’ fonda la compagnia “Tatamata Teatro di Serena e Zar”. Collaborano per circa 17 anni E’ tra i fondatori della FNAS (Federazione Nazionale dell’Arte di Strada) presso l’AGIS. Questo impegno nel 2007 le frutta il premio “Il Chiodo d’Oro” al il Festival “Mercantia” di Certaldo. Da sempre si è cimentata come solista in spettacoli di danza sui trampoli, Ha partecipato ad alcuni tra i più noti festival in Italia e all’estero. Ha un suo stile comunicativo.Di recente si diletta a scrivere una rubrica dedicata all'arte e agli artisti, partendo da esperienze vissute e incontri reali. È impegnata con il Movimento delle Sardine e collabora con il loro Magazine nella rubrica "Seren...dipità". Il giornale UNOeTRE.it, pubblica la sua rubrica "L'arte trovata per caso" e commenti su scuola e sulla società.

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