OPINIONI DEI LETTORI
di Francesco Mattone Ho un patto indissolubile con Cuba nella buona e cattiva sorte. In questi giorni e’ difficile comunicare, il non sapere accresce in tutti le apprensioni.
Molta Gente e’ scesa in piazza in questi giorni, perché e’ stanca ed esasperata per le troppe cose che non vanno. Come darle torto? Il Popolo Cubano e’ tenace, non si piange addosso, e’ capace di trovare soluzioni dove altri si sarebbero arresi.
Ho un lungo passato in Italia di manifestazióni. Non so quante volte sonó sceso in piazza a difesa di diritti, per lotte di lavoro e studentesche, contro ‘porcherie’ che avvenivano nel mondo. La cosa non fu indolore, causà vittime, in decenni di lotte, centinaia.
Spesso, oltre le Forze di Polizia, il nemico piu infido e pericoloso era interno, PROVOCATORI E INFILTRATI. Quelli che volevano che andasse ‘tutto in vacca’, quelli che volevano vanificare la protesta, quelli che provocavano perché intervenisse la polizia con durezza, quelli che la será il Tg potesse diré “estremisti, violenti, sovversivi che rompono le vetrine incendiano le macchine”.
Cí sonó centinaia di migliaia Cubani in piazza, tra questi i PROVOCATORI prezzolati, mercenari che incitano allá violenza, che vogliono che si arrivi allo scontro fisico, che scorra “sangre”, sé di un ragazzotto anche meglio. Sicuro questi non amano il Popolo Cubano, sono pedine di una strategia della tensione. Chi sono i burattinai che muovono i fili? Sonó esterni e interni a Cuba-
Solo un ignorante, ossia che ignora, puo pensare che quelli a 200 miglia dalla costa non siano coinvolti, utilizzano lo scontento per il loro interesse. Attenzione, pero, e’ probabile che cí siano burattinai interni al Potere che è tutt’altro che un monolite. Cuba deve decídere il suo futuro, ci sono conflitti interni, tra riformismo e conservazione, c’è chi gode di privilegi acquisiti e non li vuole perdere. Non importa che scorra sangre cubano, anzi forse e’ necessario (per qualcuno ndr).
Un atteggiamento intelligente del Potere non e’ mettersi contro la piazza, né mettere Cubani contro Cubani, capire le ragioni di milioni, individuare, isolare e reprimere i provocatori.
Forse oggi mancano il cervello e i ‘coglioni’ di Fidel.
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