RICORDARE
Ci ha lasciato Padre Antonio Mannara, Parroco del Santuario di S. Maria a Fiume, in Ceccano, fu colui che ospitò una importante iniziativa, all’inizio del 2019, voluta da UNOeTRE.it, in difesa del fiume Sacco e dell’ambiente. Il dolore dei cittadini è diffuso e convinto. Anche noi sentiremo la sua mancanza e lo ricorderemo per le suo posizioni oneste e coraggiose. Riproponiamo qui un suo articolo scritto in occasione dell’iniziativa svolta a S. Maria a Fiume il 25 gennaio 2019, corredata dal suo intervento in video, lì pronunciato.
di Padre Antonio Mannara, Parroco del Santuario di S. Maria a Fiume – Considerando il valore di un fiume nel contesto biblico arriviamo alla conclusione che esso realizza la storia d’Israele, e non solo, anzi la storia dell’umanità, altro che deserti, monti o mari. Un fiume sta all’inizio del racconto biblico, un fiume ritroviamo alla fine. Un fiume, infatti, esce dall’Eden secondo il racconto della Genesi, il primo libro dell’Antico Testamento, e un fiume scorre nella città di Dio di cui parla l’Apocalisse, l’ultimo libro del Nuovo Testamento. È chiaro quindi che i corsi d’acqua hanno un ruolo fondamentale nella vita del popolo di Dio: essi sono il simbolo della vita, anzi sono il simbolo della vita che viene donata, che “arriva” dall’alto proprio come l’acqua in un fiume scorre a partire dalle zone a maggior altitudine beneficando i territori che attraversa.
Il fiume che sgorga dall’Eden, il giardino in cui vivevano Adamo ed Eva in una condizione di felicità perfetta, poi, si divide in quattro diversi corsi, due ben identificabili (il Tigri e l’Eufrate) e due dai nomi misteriosi (il Pison e il Ghicon).
Curioso: in natura di solito succede il contrario, cioè l’unione di più affluenti dà vita a un unico fiume. Come mai allora la Bibbia contraddice questa esperienza comune?
Il messaggio è chiaro: la vita che proviene da Dio non si riduce ma si moltiplica, si espande, abbraccia tutto il creato, giunge ovunque e non segue la nostra logica umana
Nell’immaginario biblico, il Tigri e, soprattutto l’Eufrate, hanno un significato mitico e ricordano che la vita è spesso segnata da sofferenze ma nonostante tutto è percorsa da rivoli di speranza. Sofferenza e speranza. Essi hanno un valore storico molto particolare, perché sono i fiumi che faranno ricordare la deportazione ma anche il sogno, la speranza di tornare un giorno alla propria terra.
Questa ambiguità nel racconto biblico è attribuita anche al Nilo, il fiume d’Egitto che ricorda la prigionia, con i lavori forzati. Anche in questo caso, però, le acque del fiume sono simbolo di speranza: dal Nilo infatti viene tratto in salvo Mosè, colui che guiderà Israele alla terra promessa. Sulle sue rive, insomma, ha avuto inizio la grande storia che ha portato all’Esodo, alla grande alleanza del Sinai e quindi al profondo rapporto d’amore tra Dio e il suo popolo. Se l’Eufrate è il terzo fiume più nominato nella Bibbia con una trentina di ricorrenze, il Nilo occupa il secondo posto, apparendo circa 40 volte. Nella classifica dei fiumi biblici, però, il primo posto spetta al fiume per eccellenza, il Giordano, che appare ben 200. Il fiume Giordano nel quale battezzava Giovanni Battista e nello stesso fiume Gesù Cristo ha voluto ricevere il battesimo.
Sette anni fa sono tornato per la terza volta a Ceccano, se l’ho fatto quando me l’hanno proposto è perché amo questo paese. Chi ama non guarda i difetti, ma certamente registro tanta insoddisfazione.
Facendo una similitudine: se io guardo i bambini che giocano ripenso alla mia infanzia e mi intenerisco, se guardo un bel panorama la mia anima si riempie di meraviglia, ma se io guardo un fiume sporco mi riempio di tristezza. Ho paura davvero per questo. “Il ceccanese non è mai contento…”, siamo soliti dire, ma io non mi meraviglio. Abbiamo poco di meravigliarci e intenerirci. Il ceccanese, a differenza degli israeliti, registrano tanta sofferenza e la speranza latita.
Specchiandosi nel proprio fiume si alimenta rassegnazione, frustrazione e pessimismo.
Ultim: S. Maria a Fiume. Siamo qui e non è un caso. La Madonna qui è amata e porta con sé il ricordo del fiume, è inevitabile. S. Maria a Fiume, del Fiume, ci invita a sperare sempre, ma oggi sentiamo tutti il bisogno di aiuto, il conforto non basta più. Come Israele vogliamo che il nostro fiume, la nostra valle, ritornino a farci vivere; vogliamo che i nostri occhi tornino ad illuminare la nostra anima e la nostra mente. Io stesso qui, in questa parrocchia sono chiamato a celebrare tanti bei momenti ma ahimè funerali tanti, di persone giovani, papà, giovani mamme, sposi promessi che non hanno avuto la possibilità di coronare un sogno…
Ecco oggi vogliamo riaprire un solco di speranza, fatto di informazione e conoscenza. Siamo qui con una richiesta: evitiamo di fare proclami e lanciare slogan finalizzati solo ad illudere, vogliamo fare informazione!
Perciò benvenuti a tutti e iniziamo… iniziando questo dibattito dando la parola a…
Il video
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