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SENZA DIRITTI

I sikh presenti nella provincia di Latina sono circa 12 mila

di Paolo Patrizi
da bella farnia indiani 390 minA partire dagli anni ’80 la pianura Pontina ha registrato un forte flusso migratorio in entrata proveniente dall’India, in particolare dalla regione del Punjab.

Secondo una stima della Cgil i sikh presenti nella provincia di Latina sono circa 12 mila, la maggior parte dei quali impiegati nel comparto agricolo. La religione spinge i sikh a essere delle persone silenziose, operose e rispettose del prossimo aldilà dall’estrazione sociale, l’origine e la fede professata. Purtroppo, nonostante la tolleranza, i sikh, probabilmente a causa del loro essere sostanzialmente mansueti, sono vittime del caporalato e dello sfruttamento negli immensi latifondi pontini.

I lavori che i sikh sono costretti ad accettare per sopravvivere, sono pesanti, precari, pericolosi, poco pagati, penalizzati socialmente.
Molti sikh trovano casa in complessi, come quello di Bella Farnia, isolati sia fisicamente che culturalmente. Luoghi che nel tempo sono diventati ghetti sociali ed etnici, terreno fertile per fenomeni di sfruttamento interno alla comunità.

Il residence è abitato da circa 1000 indiani sikh e poco più di un centinaio di italiani, la struttura è isolata e mancano i servizi elementari, ma per chi lavora nei campi è comoda poiché si trova al centro dei grandi latifondi della pianura pontina.
Questa popolazione “invisibile”, a cui sono stati negati i diritti umani fondamentali, sta crescendo e ha un impatto significativo su alcuni settori dell’economia. Sono sfruttati da rapporti di lavoro che hanno tutte le caratteristiche della schiavitù.

Molti di questi migranti sono anche vittime della tratta internazionale di esseri umani e del reclutamento illegale. Lavorano 14 ore al giorno, sette giorni alla settimana e sono pagati circa € 4,50 / ora. I pagamenti sono spesso ritardati di mesi e talvolta non vengono mai ricevuti. Violenza, percosse e incidenti sul lavoro non vengono quasi mai segnalati e coloro che cercano di reagire vengono facilmente licenziati.

Lo sfruttamento è una caratteristica permanente di gran parte dell’economia agricola in Italia. Vale la pena sottolineare che gli agricoltori che usauno la manodopera dei migranti sono anche fornitori di mercati internazionali.
Le insalate, i pomodori e le zucchine raccolte dai contadini sikh vengono trasportate in uno dei più grandi mercati di ortaggi d’Europa a Fondi, città della provincia di Latina nella regione Lazio. Da lì, vengono venduti in tutta Italia ed esportati in altri paesi europei.
Lo sfruttamento dei lavoratori irregolari consente ai grandi proprietari di aziende agricole di aumentare i margini di profitto e costringere i loro concorrenti a uscire dal mercato, in particolare i piccoli agricoltori locali.

I lavoratori migranti stagionali spesso diventano bersaglio di xenofobia e attacchi violenti da parte della popolazione locale, che li accusa delle condizioni sanitarie dei loro insediamenti. Queste violazioni dei diritti umani sono della massima gravità, in particolare quelle che violano i diritti a un alloggio adeguato e a un lavoro dignitoso.

 

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