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Il PD è centrista perché lo sono i suoi elettori

DISCUTERE LA CRISI, VOTO 2022

Analisi. Il voto dem è moderato in economia e progressista sui diritti civili, benestante e pro Ue; quasi nullo tra lavoratori poveri e disoccupati. Più Europa (e Azione) gli alleati naturali

di Lucio Baccaro* da ilfattoquotidiano.it
partito democratico bandiera350 250Il Partito democratico si presenta a queste elezioni dopo aver stretto un accordo programmatico con Più Europa, una forza politica “libertaria”, che ha posizioni molto avanzate sui diritti civili e dichiaratamente liberiste sulle questioni economico-sociali, avendo rifiutato un accordo, anche solo elettorale, col Movimento 5 Stelle, e avendo concluso un’alleanza solo tattica, non politica, con Verdi e Sinistra Italiana.

Queste scelte hanno provocato la costernazione di quanti speravano che la principale organizzazione del centrosinistra potesse mettere al centro della sua azione le questioni sociali, i salari, la lotta al precariato, il rafforzamento del ruolo pubblico. Ma erano fondate queste speranze? Che tipo di partito è il Pd e quali sono le caratteristiche della domanda politica espressa dai suoi elettori?

Moderati sull’economia, progressisti sui diritti
Rispondo a queste domande utilizzando il ramo italiano di due indagini del Max Planck Institute, una di luglio 2022, l’altra di marzo 2020. Sulle questioni economiche, chi vota per il Pd è quasi indistinguibile dall’iscritto medio alle liste elettorali. È un po’ meno favorevole di quest’ultimo alla deregolamentazione dell’economia e al taglio della spesa pubblica, ma la sua posizione sulla necessità per il governo di ridurre i differenziali di reddito è identica, ed è meno favorevole a che il governo offra un impiego a chi non riesce a trovarlo (come proposto, ad esempio, dalla Modern Monetary Theory, che ha influenzato il programma di Bernie Sanders negli Usa).

Più chiare sono invece le differenze sui temi culturali ed europei. Chi si orienta verso il Pd è ben più propenso della media a esprimere un giudizio positivo sugli immigrati e sull’appartenenza dell’Italia all’Unione europea. Ancor più marcato è il giudizio sull’euro. Gli italiani, in media, pensano che abbia portato al Paese più perdite che guadagni. L’elettore Pd è invece convinto del contrario: più del 50% ritiene che l’appartenenza all’euro abbia avvantaggiato l’Italia e il 73% reputa di averne beneficiato personalmente. Su un tema quali i matrimoni gay, l’elettore Pd è molto favorevole (79%), ma in questo caso la distanza dalla media è piccola, poiché l’orientamento generale è largamente positivo (70%).

Benestanti, di città, fiduciosi nel futuro
Emerge dunque il profilo di un elettore “centrista” sui temi economico-sociali e “progressista” sui temi europei, della migrazione e dei diritti civili. Queste caratteristiche sono in linea con la composizione socio-demografica dell’elettorato. Chi esprime un orientamento di voto per il Pd ha un reddito superiore alla media e dichiara di avere minori problemi economici degli altri.

Il Pd attrae principalmente i pensionati, coloro che vivono in grandi città, quelli che hanno un contratto a tempo indeterminato e i dipendenti pubblici. La loro quota tra gli elettori Pd è sensibilmente superiore al loro peso elettorale. Sono invece fortemente sotto-rappresentati i disoccupati e gli inattivi, e abbastanza sottorappresentati i lavoratori manuali, che si dirigono verso la destra e il non voto.

Insomma, la battuta sui votanti Pd come “abitanti delle Ztl” è sicuramente un’esagerazione, ma non è completamente avulsa dalla realtà. L’immagine dell’elettore medio del Pd che emerge dai dati è quella di qualcuno che è stato toccato solo marginalmente dalle conseguenze di 25 anni di stagnazione economica, che non vede minacce impellenti all’orizzonte e che non a caso esprime il più alto grado di fiducia nelle istituzioni nazionali ed europee del panorama italiano.

La “terza via” (di nuovo) lascia un buco a sinistra
Alla luce delle caratteristiche e degli orientamenti espressi dal suo elettorato non è sorprendente, ma al contrario perfettamente comprensibile, che il Pd abbia scelto di allearsi con forze centriste (in realtà di destra economica) con un profilo “progressista” molto accentuato su diritti, migrazioni e collocazione europea dell’Italia, scartando ogni ipotesi di intesa organica con la sinistra.

Può una forza politica di questo tipo ambire a essere maggioritaria? L’esperienza di altri Paesi suggerisce di no. Ci sono stati diversi tentativi, variamente ispirati alla “terza via”, di convergere verso il centro dell’asse economico, marcando contemporaneamente la propria peculiarità sull’asse dei diritti e degli stili di vita, ma sono sostanzialmente falliti. L’ultimo in ordine di tempo è quello di Emmanuel Macron, che ha cercato di mettere assieme europeismo e riforme neoliberali riuscendo a farsi rieleggere, ma portando alla creazione di un nuovo polo alla sua sinistra egemonizzato da Jean-Luc Mélenchon.

Nel caso del Pd, la capacità di attrarre gli elettori di altri partiti sembra limitata: al momento, il 74% delle intenzioni di voto per questo partito proviene da individui che avevano già scelto di votarlo nel 2018. L’unico flusso significativo in entrata è quello di ex-elettori del M5S, che rappresentano il 14% delle intenzioni di voto attuali del Pd. Tutti gli altri flussi sono trascurabili.

In realtà la strategia di presidiare il centro presenta rischi considerevoli. Presuppone che nessuna offerta politica credibile emerga a sinistra (economica) e che gli elettori con questo orientamento si astengano o scelgano, turandosi il naso, il meno peggio. Ma non è detto che le cose vadano in questo modo. Solo una parte dei delusi si astiene, un’altra parte vota a destra. Inoltre, il M5S sta accentuando i temi della lotta alla precarietà, del salario e dell’assistenza sociale. Unione Popolare si propone di rilanciare con forza i temi sociali abbinandoli alle parole d’ordine della sinistra libertaria: scelte individuali, fine vita, ecc. Queste trasformazioni del quadro politico sono allo stadio iniziale. Tuttavia, il territorio lasciato scoperto a sinistra è ampio e, come successo in Francia recentemente, qualcuno potrebbe riuscire a occuparlo.

* Direttore del Max Planck Institute che ha realizzato la ricerca
23 Agosto 2022

 

 

 

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