Grande adunata min

STORIA PROVINCIALE

Tratto dal libro ” Cronache proletarie di lotte, successi e sconfitte/ Ciociaria 1919-1922 scritto da Lucia Fabi Angelino Loffredi, edito da SPI CGIL

di Lucia Fabi e Angelino Loffredi
Grande adunata minIl giorno dopo, 15 ottobre, a Frosinone si tiene quella che i fascisti chiamarono La Grande Adunata. E’ voluta e organizzata dal Sub Commissario Regionale Alberto Ghislanzoni.

Nel momento in cui ogni giorno si vanno intensificando gli attacchi fascisti alle sedi proletarie e alle amministrazioni comunali dirette dai socialisti, Ghislanzoni decide di programmare una grande manifestazione di forza per mostrare ai suoi camerati i miglioramenti organizzativi realizzati e la necessaria coesione raggiunta durante il periodo del suo comando.

Nei giorni precedenti la manifestazione, la Pubblica Sicurezza di Frosinone invia al ministero dell’Interno il seguente fonogramma:
“È stato riferito che gli elmetti dei quali in questi giorni si sono provvisti gli squadristi del Fascio di Frosinone siano stati consegnati dal Comando del Distretto di quella città.”

Sempre nello stesso fonogramma viene anticipato che i fascisti “dovrebbero distruggere la cooperativa. Il 13, sempre con fonogramma, viene preventivata la partecipazione di 1.000 persone e fra queste i capi fascisti Alberto Calza Bini, Alessandro Dudan e Ulisse Igliori. Viene precisato che la riunione si terrà nel teatro per discutere l’azione fascista. Si informa inoltre dell’arrivo di rinforzi: 100 carabinieri e 40 militari di truppa”.

Nella mattinata del 15, dopo il Convegno tenuto nel Teatro Excelsior, un lungo corteo si snoda attraverso Corso Vittorio Emanuele e i mille fascisti arrivati da tutto il Circondario si radunano in Piazza della Libertà per ascoltare Giuseppe Bottai, oratore ufficiale della manifestazione. Egli fa riferimento a quanto andava maturando a livello nazionale. Nei giorni successivi è L’Ordine Nuovo, giornale diretto da Antonio Gramsci, a riportare in prima pagina le dichiarazioni di Bottai al convegno di Frosinone “Siamo attrezzati per l’insurrezione, siamo pronti alle elezioni. L’una e l’altra strada portano a Roma. Comunque, Roma ci attende” .

Al termine del comizio di Bottai, i fascisti danno vita ad aggressioni in tutta la città, tentando di assaltare la Camera del Lavoro.
La stessa sera del 15 ottobre viene inviato al Ministro degli Interni un Fonogramma da parte della P.S.:
“Oggi ha avuto luogo adunata fascista con intervento 1.000 congressisti, con numerosi gagliardetti e musiche. Riunione in teatro e corona alla lapide del Milite Ignoto. Presenti Igliori e Bottai. Squadre fasciste sono ripartite lasciando colà 50 Fascisti che tentarono di assaltare coop socialista, respinti forza pubblica. Verso le ore 18, fascisti Fiuggi mentre nel treno speciale Ferrovie Vicinali ritornavano loro residenze, giunti nei pressi Stazione Madonna della Neve furono fatti segno di dileggio, seguito da sassate e un colpo di rivoltella da parte di un gruppo di 7 comunisti. Fatto fermare il treno, fascisti rincorsero gli aggressori raggiungendone tre e sono rimasti feriti lievemente con colpi di bastone e arma bianca. Identificati gli autori dell’aggressione che furono arrestati. Passaggio degli arrestati per questa piazza ha dato luogo a qualche tafferuglio.“

La giornata però non è finita perché i 50 fascisti rimasti a Frosinone nella serata, così come ipotizzato dalla Pubblica Sicurezza assalirono e devastarono la Camera del Lavoro, la Cooperativa e irruppero nella vicina abitazione di Domenico Marzi che venne minacciato di morte assieme ai suoi familiari se non avesse lasciato la città entro 48 ore. Per tali fatti il deputato socialista Carlo De Angelis presentò in parlamento un’interrogazione alla quale il Ministro, il 20 ottobre, rispondeva affermando che il sottoprefetto di Frosinone, Antonio Galli, gli aveva assicurato “che contro la Camera del Lavoro e contro la Cooperativa non c’era stata alcuna devastazione e contro l’ex deputato Marzi non era stato emesso alcun bando”.

 

 

 

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