CRONACHE&COMMNENTI
Cronache insegnano
di Antonella Necci
I ricchi piangono meglio. Ci avete fatto caso?
Intanto sono tutti al loro servizio. Quando un povero va in un comune ospedale pubblico lamentando dolori, il più delle volte per i medici di turno al pronto soccorso non è nulla di grave. Se poi i dolori aumentano, la persona sciagurata osa ritornare al pronto soccorso altre volte, gli vengono forniti tranquillanti per calmare i comportamenti scomposti. Se quel paziente muore e i parenti fanno causa al pronto soccorso, legalmente l’ospedale ha buone possibilità di vincere, perché ha rispettato tutto il protocollo necessario, perché le sopraggiunte condizioni non erano prevedibili, perché il paziente si è diretto verso l’uscita con le proprie gambe. Quando un ricco va in un ospedale pubblico, come minimo lo tengono 48 ore sotto osservazione. Gli fanno un check-up completo, una tac o risonanza. Se scoprono una costola leggermente incrinata a causa di qualche azzardata discesa sui campi da sci, perché il ricco dice che deve riposarsi dal pesante lavoro in questo modo, ma se fosse davvero stanco se ne starebbe a casa a dormire per recuperare le forze, dicevo, davanti al piccolo ma insormontabile problema l’ospedale non solo non lamenta il frignare del paziente, ma anzi, lo prende in cura con le migliori tecnologie possibili. Magari i mezzi a disposizione non saranno tanti, ma tutto il meglio per tutti. Siamo una Sanità pubblica ed inclusiva.
Non so perché sono partita dal discorso Sanità. Forse perché quando stai male ti senti davvero abbandonato a te stesso e speri di guarire, di non avere qualcosa di grave, visto che a volte incontri medici con difficoltà evidenti nella lettura di ecografie. Soprattutto se sei povero. Giuro, mi è capitato, e un ospedale che viene considerato una eccellenza. Soprattutto dai Cattolici. In realtà il discorso che avrei voluto affrontare era molto più “leggero”. Adesso, invece, sono costretta a restare sul pezzo e a menzionare cosa è di recente accaduto nell’ospedale Pertini di Roma, dove una madre, allattando il proprio neonato, si è addormentata e lo ha soffocato con il peso del suo corpo. A Paris Hilton, ad esempio, non è capitato nulla di tutto ciò e non vi azzardate a dire “perché quella è Paris Hilton”, perché non fate altro che giustificare il continuo e vessante schiacciare una classe sociale a totale favore di una piccola élite di ricchi imbecilli. Si signori, imbecilli. Perché l’unica cosa che I ricchi non hanno è proprio l’intelligenza. Ma hanno grandi doti per sopperire alla mancanza di ciò che sarebbe fondamentale. La furbizia, la disonestà. Hanno anche dei difetti, tipo la mancanza di qualsiasi valore morale. Tutto sacrificato sull’altare di un egoismo di classe che viene avallato e riconosciuto proprio da chi ricco non è.
Mi rendo conto che mi sto allontanando dal punto “leggero”, mi sto invece avvicinando pericolosamente a discorsi di lotta di classe che non mi interessa fare, perché troppo inflazionati. L’input che mi interessa sviluppare, invece, è come le donne gestiscono la propria ricchezza. Apparentemente meglio degli uomini. Così che esempi di donne ricche che guadagnano da delusioni amorose se ne contano. Ultime, in ordine di apparizione, sono Shakira, cantante colombiana che per amore di Nelson Piqué, giocatore del Barcellona (credo!), si è trasferita in Spagna. Stessa lingua, ma non stessa mentalità. Matrimonio infelice, corna da parte di lui (perché da parte di lei nessuno ci crederebbe, visto che senza trucco e parrucco e zeppe alte 20 cm risulta essere la comune donna della strada che va a fare spesa al mercato). Di fatto la signora Shakira dice di essersi presa la sua vendetta con i milioni di visualizzazioni della ultima canzone, dove, senza giri di parole, mette all’angolo marito fedifrago e amante molto più giovane e carina di lei. Shakira si considera una Ferrari e la sua rivale viene chiamata Twingo. Shakira è un Rolex, la sua rivale un Casio.
I risultati di questa operazione commerciale di dubbio gusto (le donne non piangono, ma fatturano, dice in un verso della canzone), sono stati, però, diversi dalle aspettative. Piqué è diventato testimonial della Twingo Renault e Casio finanzia ora la sua squadra di calcio. Quanto alla fidanzata, che non fa parte del mondo dorato di questa sorta di ricchi, pare che sia stata rimpiazzata dall’avvocato divorzista di Piqué, che era una sua fiamma da tanto. Quindi, morale della storia, a Shakira le corna sono andate bene finché non c’è stata una che mangiava la sua marmellata. Che è stato il fatto scatenante che ha portato al divorzio.
Ma passiamo a Miley Cyrus nota come Hanna Montana. Cantante bambina tutta riccioli e miele che piano piano si è trasformata in una cantante matura e a tratti trasgressiva. A me personalmente sembra una ragazza in gamba, anche se le sue canzoni non sono un granché. Canta bene, ha anche una buona presenza scenica. Insomma Miley ha aspettato tre anni per una Revenge song nei confronti dell’ex marito Liam Hermsworth, non mi chiedete che film ha fatto, so solo che è un bel ragazzo australiano che fa l’attore. Nel caso della Revenge song in questione, la ragazza è stata intelligente, bisogna ammetterlo. Nel video dove balla e canta, completamente sola sulla scena, ha scelto un abbigliamento e un comportamento simili sia alla presunta amante del marito di cui la cantante è venuta a conoscenza solo dopo il divorzio, non voluto da lei ,ma dal suo ex marito (come canta nel pezzo), ma oltre a ciò, riprende un discorso lasciato in sospeso proprio nel giorno del matrimonio, vestendo anche con un abito di taglio maschile simile a ciò che indossava il marito in una delle ultime apparizioni di coppia, rispondendo alle parole della canzone che il marito le aveva dedicato. In questo caso, il pezzo, uscito il 13 gennaio, giorno del compleanno dell’ex consorte ha avuto l’effetto desiderato. L’attore australiano, pur non avendo rilasciato interviste sul pezzo intitolato “Flowers”, accusa la moglie di avergli rovinato la carriera a causa della sua personalità troppo forte.
Eccolo il punto. Ricco e famoso, ma rigorosamente maschio. Se sei donna, se sei intelligente, se sei abile ed in gamba, se diventi pure ultraricca, nessuno ti amerà. A ciò vorrei aggiungere che, se sei donna ed intelligente, nessuno ti amerà comunque. Ma anche se sei uomo, se è per questo.
Insomma il mondo ruota attorno al denaro che non fa la felicità, anche se aiuta tanto, ma oltre al denaro non c’è altro. L’amore, quando c’è, scaturisce da fattori estranei alla ricchezza o alla povertà. Sembra un po’ inopportuna come conclusione, anche un po’ sradicata dal contesto mostrato, ma per me l’unica soluzione a qualsiasi problema, sia esso lotta per la sopravvivenza o lotta di classe, rimane sempre il riuscire a creare un proprio nido, una magica bolla amorosa. Perché proprio questo è mancato alle due artiste di cui ho parlato, magari anche alla sventurata mamma del Pertini, magari a tutti quelli che continuano a fare soldi vendendo armi e fomentando guerre.
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