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 SANITA’ E COSTI

Differenza fra le spese sostenute precedentemente e quelle di oggi

di Angelino Loffredi
infermiere famiglia 390 minSi avvicina il momento delle dichiarazioni fiscali. Si richiedono e si preparano i documenti da portare al commercialista o dal consulente. Ovviamente si fanno i conti riguardanti la differenza fra le spese sostenute precedentemente e quelle di oggi.

Nello stesso tempo si assiste ad un tentativo tranquillizzante, al cloroformio tendente a far credere che le cose vanno bene, che ci troviamo in un mondo circondato da limpidi cieli azzurri e da prati verdi e puliti. Io faccio parte di quelli che invece amano fare le verifiche e sentono la necessità di confrontare sempre i dati. A chi mi sta leggendo chiedo quindi di fare una verifica semplice ma significativa, necessaria a comprendere come le classi dominanti e per esse i governanti pro termine hanno messo al centro la tutela della salute dei cittadini. Invito tutti, pertanto, a confrontare le spese sanitarie sostenute nel 2022 con quelle del 2021 e degli anni precedenti. Ne viene fuori non solo una continua erosione dei nostri redditi ma anche una crescente minaccia alla nostra salute.

Cinque anni fa, proprio in questo periodo, pubblicai una raccolta di articoli che raccoglieva notizie particolareggiate sulla condizione della sanità provinciale che metto nuovamente a disposizione delle persone interessate https://www.loffredi.it/files/LOFFREDI-ATTACCO-ALLA-SALUTE.pdf
I più attenti potranno verificare che in tutti questi anni la situazione è peggiorata. Non sono io a sostenerlo ma Cristina Freguja, direttrice della Direzione centrale per le statistiche sociali e il welfare dell’Istat. Dunque una funzionaria dello Stato e non un trinariciuto comunista. Costei davanti la X Commissione del Senato ( Affari sociali, sanità e previdenza sociale) con franchezza ha dimostrato che nel corso degli anni per la sanità seguita a diminuire la spesa pubblica mentre sempre più aumenta quella delle famiglie per curarsi

I dati infatti sono davvero impietosi: “Nel 2021, la spesa sanitaria direttamente a carico delle famiglie è stata pari a 36,5 miliardi, con un aumento in media annua dell’1,7 osservato nel periodo dal 2012-2021”.

La funzionaria nella sua audizione presso la Commissione del Senato ha riportato i dati riguardanti il 2021, anno due della pandemia.
L’intera spesa sanitaria dell’anno, pubblica e privata, ammontava a circa 168 miliardi così suddivisa: il 75,6%per spesa pubblica; il 21,8% a carico delle famiglie; il 2,7% sostenuta dai fondi integrativi.

Cosa paghiamo di tasca nostra ? Il 36,5% se ne va per l’assistenza ambulatoriale per la cura e la riabilitazione. Il 29,3 se ne va per farmaci e presidi sanitari, mentre per l’assistenza sanitaria a lungo termini, apparecchiatura e altri presidi durevoli l’incidenza è del 10,4%.

Il dato più grave e preoccupante riguarda la rinuncia alla cura di chi non può. La dirigente infatti precisa “Nel 2022 le prestazioni sanitarie fruite sono, inoltre, più contenute rispetto al periodo pre-pandemico. Dalle indagini Istat sulla popolazione, si rileva infatti una riduzione – diffusa a tutte le ripartizioni – della quota di persone che ha effettuato visite specialistiche (dal 42,3% nel 2019 al 38,8% nel 2022) o accertamenti diagnostici (dal 35,7% al 32,0%) – nel Mezzogiorno quest’ultima riduzione raggiunge i cinque punti percentuali. La flessione riguarda tutte le fasce d’età, ma è maggiore nelle età anziane, con riduzioni di sei punti per le donne, e comunque anche tra i minori che ricorrono a visite specialistiche o tra le donne adulte per gli accertamenti”.

Proprio mentre la dottoressa Freguja rappresentava la drammatica situazione al Senato, la Conferenza delle Regioni all’unanimità approvava un documento molto allarmante perché rimanendo così i conti, scrive : “Non potremo disporre delle risorse sufficienti a erogare tutta l’assistenza necessaria, con il rischio concreto di non assistere le fasce più deboli della popolazione, con la compressione di un diritto essenziale costituzionalmente tutelato”.

Ci troviamo di fronte ad un documento votato da tutte le componenti politiche che merita di essere divulgato e sostenuto. Quanto servirebbe per evitare il naufragio? Cinque miliardi per pagare i debiti pregressi, mentre ,se vogliamo essere concretamente europei , 20 per allinearci alla Francia e 50 per raggiungere la Germania.

Risorse facilmente recuperabili se solamente si fermasse la catastrofica rincorsa all’acquisto delle armi e si respingesse la subalternità della politica sociale a quella voluta dai mercanti di morte.

Ceccano, 15 marzo 2023.

 

 

 

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Angelino Loffredi

ByAngelino Loffredi

Angelino Loffredi: nato il 2 Luglio 1941 è collaboratore di Edicolaciociara.it dal 2000. Diplomato presso l'Istituto Superiore di Educazione Fisica del L'Aquila, è stato dirigente del Pci fino al suo scioglimento con i seguenti impegni nelle Istituzioni: Consigliere Provinciale dal 1970 al 1981, consigliere comunale a Ceccano dal 1970 al 1993, Sindaco di Ceccano dal 1981 al 1985.

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