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Un film illuminante e istruttivo che non deve restare fra le opere per pochi

di Ignazio Mazzoli

Manifesto del film "C'era una volta ini Italia. Giacarta sta arrivando"
Manifesto del film “C’era una volta ini Italia. Giacarta sta arrivando”

L’8 maggio di quest’anno ho visto il film “C’era una volta in Italia. Giacarta sta arrivando”. Mi è stato segnalato dalla nostra Ina Camilli, della Redazione di UNOeTRE.it e infaticabile sostenitrice della Sanità Pubblica, impegnata nelle lotte per la difesa dell’ospedale di Colleferro e delle strutture pubbliche della Asl RM5.

E’ stato possibile vederlo presso Fornaci Cinema Village a Frosinone grazie all’iniziativa di alcune Associazioni fra cui Comitato Residenti Colleferro e Frosinone Bella e Brutta.

“C’era una volta in Italia. Giacarta sta arrivando”, in altri tempi si sarebbe detto un film verità. E’ classificato fra i documentari, parola che però non gli rende il merito che gli spetta. Certo il film “documenta” e bene, ma è sostenuito nella sua narrazione da una poderosa passione per la verità.

“Un lavoro impegnato e rabbioso per affrontare e capire le ragioni delle disuguaglianze”. Ha scritto qualcuno. E’ vero.

Due i registi Federico Greco, Mirko Melchiorre che hanno finito di girarlo, in Italia, nel 2022 e distribuito da Fil Rouge Media a partire dal 5 dicembre di quell’anno. Dura 102 minuti, di rivelazione, ansia e indignazione.

La trama-testimonianza di “C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando” inizia narrando dell’ospedale di Cariati, remoto paesino della Calabria che si affaccia sullo Ionio, in provincia di Cosenza, chiuso da dieci anni e poi occupato. Qui la sanità pubblica, a causa dei tagli al bilancio e delle privatizzazioni, è ridotta ormai a un barlume. Questa situazione insostenibile per la gente del posto porta alla protesta un gruppo di ribelli, da Michele, Cataldo, Ninì, U’Massaru e l’altro Cataldo di differenti età. L’ospedale viene occupato al fine di riaverne l’apertura.

Non solo Cariati. La sanità pubblica in Italia è infatti ridotta al lumicino da decenni di tagli al bilancio mentre si favorivano le privatizzazioni di strutture e terapie sanitarie.

Nel film s’intrecciano commenti di alcuni dei più importanti intellettuali, medici, esperti e attivisti italiani e internazionali (fra cui Gino Strada, Kean Loach e Roger Waters che già nel dicembre scorso aveva lanciato un appello per la riapertura dell’ospedale) ci svelano le vere responsabilità locali e globali dell’attacco alla salute pubblica, e sostengono la lotta di Cariati.  Il “Piano di rientro” che ha decretato nel giro di una notte la chiusura dell’ospedale di Cariati (e di altri 18 ospedali soltanto in Calabria) è lo specchio di un’epoca nella quale il diritto alla salute è sempre meno garantito.

Più che un documentario è un film drammatico, che coinvolge sempre di più a mano a mano che si va avanti nel racconto, suscitando un crescente senso di apprensione, ma anche tante domande su come ci siamo potuti lasciar scappare un bene come la sanità pubblica, poco a poco, a vantaggio degli interessi di un pugno di persone straricche.

Trovo vergognoso tutto ciò! Dei politici e dei sindaci che da eletti non fanno nulla per risolvere un dramma simile andrebbero tutti arrestati senza possibilità d’appello! Coloro che hanno il dovere di assicurare una sanità ai cittadini e non lo fanno che meritano?

Nel pieno della pandemia Covid-19 si è resa ancora più evidente che la vera spallata alla sanità pubblica è stata data dalla politica, già dai decenni precedenti. Definanziamenti, austerità, tagli, privatizzazioni, globalizzazione e neoliberismo sono legati tra loro a doppio taglio. Senza precise scelte politiche, figlie di interessi economici sovranazionali, tutto ciò non si sarebbe verificato. Centinaia di ospedali chiusi, posti letti ordinari e di terapia intensiva tagliati, blocco del turnover dei medici, precarizzazione degli infermieri e del personale vario.

Questo è scaturito e questo riporta alla luce il documentario. Ad ogni taglio della sanità pubblica corrispondono innumerevoli morti. Partendo dalla missione di Emergency a Crotone per gestire un reparto Covid, il documentario vira successivamente a raccontare le vicende dell’Associazione Le Lampare di Cariati e la sua lotta per la riapertura dell’Ospedale Vittorio Cosentino. Senza quell’ospedale duecentomila persone vivono una tragedia continua: paesi dell’entroterra totalmente privi di assistenza, con i paesi poveri del Sud sono destinati ad arricchire i paesi del nord, in particolare la Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna.

Interessante come dal particolare dell’ospedale di Cariati si ricostruisce tutta la storia planetaria della privatizzazione della sanità. Il potere economico viene scoperto in mano alle multinazionali e a pochi capitalisti.

Il potere economico ha scalzato il potere politico a livello globale.

Perché il titolo: “Giacarta sta arrivando”?  Rievoca quella scritta apparsa sui muri di Santiago prima del golpe militare di Pinochet. C’è lo sterminio compiuto in Indonesia dalla CIA tra il 1965 e il 1966 dove furono uccise oltre 500mila persone, attivisti e simpatizzanti del presidente indonesiano, Sukarno, il quale anni prima aveva annunciato la nazionalizzazione delle più rilevanti aziende del Paese.

“Giacarta” probabilmente sta arrivando anche in Italia.? Un promemoria o un avviso?

Da un evento di protesta locale, gli autori trovano la chiave per realizzare un’opera corrosiva con ricchezza di spunti e contenuti, grazie alle numerose testimonianze, immagini di repertorio e un gran lavoro di montaggio.

È un film illuminante e istruttivo, non può restare fra le opere per pochi. Non deve essere fra i film d’essai, ma è doveroso farlo conoscere a tutti utilizzando ogni attuale strumento d’informazione e non solo il cinema, ma la tv e internet. E’ un’opera del cinema indipendente.

Sostenendo questo sforzo anche con opportune sottoscrizioni, anche piccole.

Per il mese di giugno è programmato: 8 giugno ore 21.00 FIGLINE VALDARNO (FI) Cinema Nuovo; 8 giugno ore 21.00 PRATO Terminale Cinema; 19 giugno 15.30 ROMA; Sala Rossa palazzo lateranense, S. Giovanni; 20 giugno BIELLA

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ByIgnazio Mazzoli

Nato nel 1943. Fondatore e direttore di UNOeTRE.it. Risiede a Veroli in provincia di Frosinone. Lazio. Italia.

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