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Film proiezione

Di Federico Greco e Mirko Melchiorre. Appello per la raccolta fondi


di Ina Camilli

I registi Mirko Melchiorre e Federico Greco
I registi Mirko Melchiorre e Federico Greco

Vedere il film “C’era una volta in Italia – Giacarta sta arrivando” significa trovare alcune risposte alla trasformazione del welfare da solidaristico a privatistico attraverso un racconto suggestivo costruito in modo giornalistico, con tante voci in campo. Non c’è spazio per schemi e luoghi comuni tra le testimonianze e le esperienze dirette che mettono in risalto la spinta di un nuovo modo di “girare” un lungometraggio, che si avvale di volti internazionali con una narrazione in alcuni momenti fumettistica, ma che non tralascia di dare voce a chi combatte per una vita migliore.

Quando in sala si riaccendono le luci e parte l’applauso tutti hanno chiaro il motivo per il quale il film venga proiettato solo al di fuori del circuito della grande distribuzione. La critica al sistema e al modello neocapitalistico è dura e nell’individuare origine, responsabilità e conseguenze porta avanti un’opera di sensibilizzazione, che punta a coinvolgere lo spettatore.

L’esclusione dal circuito della grande distribuzione poteva essere un limite ed invece è diventato il punto di forza del film. Dopo una partenza esplorativa da parte di alcune coraggiose sale molti appassionati di cinema indipendente, centri culturali e sociali, circoli e comitati, supportati dalla stampa non allineata, hanno preso l’iniziativa di portare il film in luoghi centrali e periferici, in zone liminali, ovunque ci fosse una scintilla di civismo politico.

Si potrebbe definire un film impegnato, un documentario, un lavoro di inchiesta giornalistico, una sorta di “operazione verità”. E’ sicuramente un fatto unico e per questo rivoluzionario in una società che, mentre veniva condotta verso la resilienza passiva ed il livellamento culturale, accettava che la coesione sociale, fondata sull’esistenza stessa dei diritti civili, venisse minata alla base.

Se ci spingiamo nel campo delle interpretazioni le teorie sono tante, ma probabilmente anche chi non è caduto nella trappola della assuefazione e della rassegnazione ha apprezzato il film per il suo valore politico di denuncia e di rivendicazione, che non contempla la sconfitta.

Lasciamo a chi ancora vuole vederlo la curiosità di conoscere la concatenazione tra le vicende nazionali e quelle internazionali. Anticipiamo soltanto che il film regge e rilancia la storia di Cariati, paese della Calabria condannato a restare senza l’ospedale pubblico.

Solo pochi disperati decidono di difenderlo, occupandolo, ma non è questa la carica politica del film. La protesta e la difesa del servizio sanitario nazionale sono un fatto comune a tante realtà italiane, tutte battaglie condotte nei singoli territori, finchè i due registi, Federico Greco e Mirko Melchiorre, hanno avuto la capacità di portare Cariati sul grande schermo e sono riusciti a far conquistare notorietà e consensi popolari alla causa dell’ospedale cittadino e di un territorio abbandonato dallo Stato ed anche ad unire idealmente le varie lotte disseminate in tutta Italia.

Tra gli attori protagonisti non poteva mancare il famoso convitato di pietra virtuale, la politica, azionista della sanità pubblica e privata. L’intromissione del convitato ha determinato il graduale crollo e l’inevitabile sfaldamento del servizio sanitario nazionale, articolato in 20 diversi sistemi. La “riforma” del Titolo V della Costituzione nel 2001 ha creato un modello sanitario diversificato per ogni Regione ed ha esasperato le già inaccettabili disuguaglianze. La tanto dibattuta autonomia differenziata che il Governo si appresta a varare sarà il colpo finale ai principi di universalità, uguaglianza e diritto alle cure.

Altro merito è quello di aver reso patrimonio collettivo il fatto che la demolizione della sanità pubblica è un progetto politico riuscito e giunto alle sue ultime battute. Questo è uno dei temi che anima il dibattito al termine della proiezione, alla presenza dei due registi Federico Greco e Mirko Melchiorre. La discussione finale è vissuta come un modo per socializzare la scarica di adrenalina che investe il pubblico, teso e attento a non perdere il filo conduttore del film.

L’altro tema è il lancio della raccolta fondi per l’autofinanziamento del nuovo progetto dei due registi, che vogliono realizzare il terzo capitolo della trilogia sul liberalismo. Il nuovo film ha già il titolo “D’istruzione pubblica” della scuola, da tempo oggetto di politiche di smantellamento e potenziamento del privato.

“D’istruzione pubblica” si lega perfettamente anche con “Piigs” del 2017, il loro primo film, che si occupa della crisi economica e delle regole imposte dall’austerity nel welfare, che rischiano di far fallire una cooperativa e i loro lavoratori, in parte diversamente abili.

Per affrontare le problematiche legate al sistema economico, alla sanità e all’istruzione, ovvero servizi pubblici a carattere universale, considerati “costi” sociali da definanziare, gli autori devono lavorare senza censure e con la massima libertà di espressione, che può essere meglio garantita  dall’indipendenza da fonti di finanziamento che potrebbero orientare la regia verso i propri scopi.

I contraddittori provvedimenti governativi, sottoforma di pseudo riforme, sul mondo della Scuola sono serviti ad indebolire, come per la sanità pubblica, uno dei pilastri sociali fondamentali di un Paese democratico per facilitare la penetrazione del soggetto privato.

Federico Greco e Mirko Melchiorre indagheranno su tutto ciò che ruota intorno al mondo della Scuola, prospettandoci gli scenari attuali e futuri. E’ un lavoro prezioso soprattutto per il suo carattere di produzione indipendente e che per partire deve disporre di fondi economici. E’ possibile partecipare alla campagna a sostegno del loro progetto donando un contributo economico, anche modesto, purchè siano numerosi i sostenitori!


Produzioni dal basso

Ina Cmilli su UNOeTRE.it


Ina Camilli 350 min
Ina Camilli

Ina Camilli su UNOeTRE.it

Mi sono laureata in scienze politiche con 110 e ho sempre avuto un interesse speciale per il sociale, ma ho lavorato molto dentro e fuori casa e non ho potuto finora dedicarmi ad altro. Sono in pensione, dopo 45 anni di servizio alla Camera dei deputati. Come consigliere parlamentare ultimamente mi ero occupata di progetti di formazione per studenti ed esterni. Tuttavia sono riuscita da più di 10 anni a dedicarmi al volontariato, partecipando attivamente ad aggregazioni civiche di cui curo le pagine fb, i comunicati, la documentazione, ecc. Ho anche partecipato da candidata consigliera e sindaca alle ultime due elezioni comunali di Colleferro, dove risiedo, con liste civiche non apparentate, senza risultare eletta. La mia passione è la natura dove mi piace fare sport. Questa attività richiede disciplina e costanza e praticarla mi impone un po’ di sacrificio per mancanza di tempo. Questo in breve il mio percorso di vita fin qui. Il seguito sarà meglio.


 

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Ina Camilli

ByIna Camilli

Mi sono laureata in scienze politiche con 110 e ho sempre avuto un interesse speciale per il sociale, ma ho lavorato molto dentro e fuori casa e non ho potuto finora dedicarmi ad altro.Da poco più di un anno sono in pensione, dopo 45 anni di servizio alla Camera dei deputati. Come consigliere parlamentare ultimamente mi ero occupata di progetti di formazione per studenti ed esterni.Tuttavia sono riuscita da più di 10 anni a dedicarmi al volontariato, partecipando attivamente ad aggregazioni civiche di cui curo le pagine fb, i comunicati, la documentazione, ecc.Ho anche partecipato da candidata consigliera e sindaca alle ultime due elezioni comunali di Colleferro, dove risiedo, con liste civiche non apparentate, senza risultare eletta.La mia passione è la natura dove mi piace fare sport. Questa attività richiede disciplina e costanza e praticarla mi impone un po’ di sacrificio per mancanza di tempo.Questo in breve il mio percorso di vita fin qui. Il seguito sarà meglio.

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