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Taranto: lavoratori e cittadini insieme

Taranto. Noi non dimentichiamo i complici del nostro genocidioTaranto. Noi non dimentichiamo i complici del nostro genocidio

di Alessandro Marescotti

Taranto: lavoratori e cittadini insieme Ex Ilva Taranto
Taranto: lavoratori e cittadini insieme – I fumi assassini dell’Ilva di Taranto

TARANTO. Cittadine e cittadini, compagni e compagne, lavoratori e amici che siete giunti qui, oggi ci troviamo, in questa piazza, per affrontare una sfida cruciale che coinvolge il destino di Taranto e di tutte le persone che amano questa città.

Siamo qui per discutere della crisi dell’ILVA, un problema che va oltre la sfera economica, toccando le fondamenta stesse della nostra comunità e della nostra salute.

Antonio Gramsci ci ha insegnato che la classe operaia può vincere solo unendosi alle altre vittime del potere. Ai suoi tempi, si trattava dei contadini del Sud; oggi, sono i cittadini ammalati, le donne, gli anziani e i bambini che subiscono gli impatti delle emissioni cancerogene dello stabilimento siderurgico.

Dobbiamo imparare da Gramsci e costruire oggi un fronte unito che comprenda lavoratori e ambientalisti, rivendicando uno sviluppo sostenibile nell’interesse di tutti.

Ricordiamo anche la figura di Martin Luther King, il leader che ha cambiato il corso della storia utilizzando la forza etica dei diritti civili.

Oggi, il suo spirito antirazzista è con noi, poiché lottiamo contro il “razzismo ambientale” che colpisce le periferie, i quartieri svantaggiati e le fasce marginali della popolazione. Il concetto di “razzismo ambientale” lo ha significativamente richiamato anche la magistratura nelle motivazioni della sua sentenza di condanna ai vertici Ilva in primo grado.

Taranto: lavoratori e cittadini insieme
Taranto: lavoratori e cittadini insieme

Come Martin Luther King ha dimostrato, la nonviolenza è una forza che rende forti anche i più deboli, e dobbiamo abbracciare questa filosofia nella nostra lotta, lo abbiamo fatto. Ed è la nonviolenza la forza che ci ha fatto resistere in questi anni: non abbiamo dato neanche uno spintone ai poliziotti, anzi li abbiamo abbracciati come nostri fratelli in una lotta comune.

Ci ha spinto nella nostra lotta lo spirito di Celeste Fortunato che – nonostante la sua malattia – ha lottato fino all’ultimo e ci ha detto alla fine parole che non dimentichiamo e non dimenticheremo:

“Non arrendetevi mai, lottate sempre. Battetevi per ciò che è giusto, anche quando tutto sembra perduto. Amatevi. L’amore è la cosa più importante, irrinunciabile, fondamentale, alla base della mia vita”.

Celeste Fortunato, con la sua forza e determinazione nonostante la malattia, ci insegna che la nonviolenza può rendere protagonisti anche i deboli. La sua eredità ci spinge a resistere e lottare per ciò che è giusto, anche quando sembra che tutto sia perduto. Amore, nonviolenza e solidarietà sono le armi che dobbiamo impugnare in questa lunga lotta di resistenza.

Oggi la prospettiva non è difendere un’industria inquinante e in perdita, ma chiedere che i fondi pubblici siano utilizzati per il bene comune.

Dobbiamo puntare a una riconversione dei lavoratori verso attività pulite, bonifiche ambientali e un’economia ispirata ai principi dell’Agenda Onu 2030 per la sostenibilità ambientale. Le sfide sono grandi, ma insieme, in un’alleanza tra lavoratori e popolazione più vulnerabile, possiamo affrontarle e costruire un futuro migliore per Taranto.

Cittadine e lavoratori assieme, dobbiamo uscire dal corporativismo e abbracciare una visione generale, una direzione del cambiamento. Come voleva Gramsci. Come voleva Martin Luther King. Come voleva Celeste Fortunato.

*Alessandro Marescotti, Presidente di PeaceLink – Taranto, 16 gennaio 2024

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