È da tempo che si rincorrono notizie di insediare poli sul territorio di Anagni
di Sinistra Italiana, gli iscritti di Anagni
POLO LOGISTICO. È da tempo che si rincorrono notizie riguardanti la trasformazione di porzioni del nostro territorio in poli logistici: distretti specializzati che nei territori limitrofi hanno prodotto un’espansione disordinata di capannoni senza alcuna pianificazione urbanistica che ha stravolto il paesaggio.
Il consiglio comunale di ieri ha chiarito ogni dubbio in merito: il polo logistico si farà.
Quali i vantaggi? Oggi l’economia si orienta su delocalizzazioni e crisi sistemiche che lasciano spesso soltanto rovine. Anagni lo sa bene: oggi a valle restano le fabbriche, abbandonate, svuotate di imprese, fallite o svendute.
Una pianificazione socio-economica consapevole avrebbe dovuto iniziare a pensare che recuperare almeno in parte questi edifici industriali potesse costituire un vantaggio. Di certo permetterne l’edificazione di altri oggi, costituisce un problema in termini di consumo del suolo e di salute del territorio.
Per quanto riguarda la questione occupazionale poi, basta guardarsi attorno: il problema non sono gli eventuali numeri di chi verrà occupato, ma la qualità del lavoro offerto. Oggi, il problema dei problemi.
Polo logistico. Quali i vantaggi?
Dando uno sguardo alle vertenze sindacali poste in essere su tutto il territorio italiano, una fetta importante riguarda proprio la logistica: è emerso un sistematico sfruttamento di diverse migliaia di lavoratori sottoposti ad orari e ritmi di lavoro estenuanti.
Spesso vengono sottopagati e fatti transitare da una società all’altra, di fatto privandoli delle previste forme di tutela assistenziale e previdenziale. Noi in questa operazione non riusciamo dunque a vedere vantaggi per la città, senza garanzie precise. Ma come già accaduto in passato, il consiglio comunale si è espresso.
Non ci resta dunque, come partito attivo sul territorio, che invitare Sindaco e consiglieri a ragionare anche su un recupero sostenibile del preesistente: un cambio di destinazione d’uso “sociale” dei capannoni dismessi e inutilizzati, che potrebbero essere riconvertiti in luoghi di aggregazione.
La rigenerazione di questi spazi con soluzioni strategiche come temporary use che consentirebbero la creazione di laboratori di idee, di spazi dedicati alla cultura e di quanto permetterebbe la valorizzazione delle risorse umane (in un’ottica di nuovo umanesimo) come l’artigianato.
Risanando così una ferita “ambientale” di un territorio con una terapia sociale proattiva.
Polo logistico. Quali i vantaggi?
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