Ricordare Scipione di Maula dell’ANPI

ANPI 25 aprile '24 a MIlanoANPI 25 aprile '24 a MIlano

Sono molti quelli che lo hanno conosciuto e stimato


di Giovanni Morsillo

Ricordare Scipione di Maula dell'ANPI
Ricordare Scipione di Maula dell’ANPI

RICORDARE Questa notte è morto il compagno Scipione Di Maula, di Roccasecca.

Non credo che per lui esistano parole di circostanza, frasi dal bel suono da spendere per fargli omaggio. Le ha sempre rifiutate, nel parlare come nei comportamenti della vita quotidiana e della politica, che per lui erano la stessa cosa.

E non ne dirò. Anche perché, nonostante i suoi 89 anni, la sua fine mi stringe la gola e non mi fa pensare.

Solo sentire, quello sì; sento la voce schietta e forte, sia che si interessasse dei miei figli o mi rimproverasse per qualche mio errore, o che a lui sembrasse tale. 

Sono molti quelli che lo hanno conosciuto e stimato, con cui si è accalorato nei congressi, nelle riunioni, nella “sua” Piazza Longa, dove passeggiando mandava cordialmente ed energicamente “affancu…” tutti coloro che stimava o a cui voleva bene.

Gli altri, diceva, non lo meritavano; non avevano motivi sufficienti per fregiarsi di quella sua medaglia, unica e non riproducibile, quell’epiteto che detto da altre bocche suonerebbe offensivo e stonato, dalla sua era fraterno benvenuto nel suo cuore largo.

L’emigrazione, le difficoltà economiche da giovane, il lavoro durissimo tutta la vita, la militanza disciplinata e critica, come solo quelli della sua generazione sapevano condurre.

Gente di poca istruzione e di altissima scuola, non solo “della vita” come gli incolti dicono, ma del pensiero, del “va con chi è migliore di te e fagli la spesa”. Le manifestazioni, col treno fino a Roma con la bandiera arrotolata sulle spalle, a sostenere non il “capo”, ma l’idea, l’obiettivo, il programma. 

Saper coniugare disciplina e libertà assolute, appartenenza e autonomia, dedizione alla causa e libertà di scelta sono competenze di cui oggi si vedono drammaticamente gli effetti della progressiva cancellazione.

Non è, appunto, di circostanza dire della sua estrema nobiltà, dell’integrità morale totale, senza scalfitture o crepe, senza cedimenti. Non faceva sconti su questo terreno, Scipione. Né agli altri né, prima di tutto, a sé stesso.

Il saluto che gli tributiamo in questo 25 Aprile non è un chiudere i rapporti con lui; Scipione non se ne va, penseremo a lui ogni volta che avremo bisogno di un riferimento “serio”.

Non si può dire che lasci un vuoto: siamo tutti pieni dell’onore di averlo conosciuto, praticato, stimato e portiamo il suo esempio di moralità rivoluzionaria nel cuore e nella testa.

Di questo gli siamo grati per sempre.


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