L’ultima fatica letteraria di Amedeo Di Sora
di Fausta l’Insognata Dumano*
LEGGENDO Una preziosa lettura è il libro del prof Amedeo Di Sora, un libro che non ha bisogno certamente di presentare l’autore, conosciuto non solo a Frosinone e provincia, un impegno culturale a 360 gradi come attore, docente e scrittore.
L’ultima fatica letteraria è “Amedeo, mio nonno”. Una foto, rovistando, per caso, dentro una valigia contenente vecchie foto di famiglia è l’occasione per stimolare una serie di ricordi, per ricostruire non solo la sua famiglia, ma anche una generazione di questa città.
La foto seppiata in buono stato, pubblicata nel libro è priva di data, ma dovrebbe essere stata scattata non molto tempo prima del 1927, anno della sua morte. Questa foto è quindi l’occasione per ricostruire la famiglia, ma anche la politica, la vita del tempo.
Se lo immagina partecipare all’inaugurazione del monumento del grande patriota Ricciotti essendo il nonno un socialista anarchico. Per la ricostruire della città testi di riferimento sono le opere dello storico Maurizio Federico.
Ma nella storia della ricostruzione un peso spetta alle donne a partire dalla nonna, che era una Archiletti, sorella di Silverio, il campione di motociclismo, eterno rivale di ”Bicchierino”, Giovanni Morgia.
Leggendo Amedeo, mio nonno
La vita della nonna dopo la morte del marito non fu tutta fiori e rose, ma seguendo le storie delle 4 sorelle non puoi non innamorarti.
I due figli vengono rinchiusi in collegio per studiare.
Cominciamo da Angelamaria la più grande, la più bella, sarta, rifiutò i pretendenti per prendersi cura dei nipoti, le piaceva cantare.
Amedeo nel ricostruire la storia, ha conosciuto solo due zie Rosina e Teresina, ormai anziane che abitavano a Piazza Valchera, già Piazza del Popolo, nel cuore del centro storico, che era fiorente di negozi e vita.
Rosina. era minuscola e gracile, aveva fatto la domestica a Roma dal “viceduce Bocchini”. la zia parlava sottovoce delle idee politiche del fratello come se la potessero ascoltare i vecchi datori di lavoro.
invece come non innamorarsi di zia Teresina? Una popolana che parlava un dialetto tagliente, ricco di metafore. Aveva contratto la poliomielite, che l’aveva resa claudicante, ma aveva una forza di reazione straordinaria .. Con stratagemmi vari al mercato guadagnava sempre lei. Leggendo, quindi, il libro si ricostruisce la Frosinone di via del Campo, l’ odore del forno Papetti.
Immergersi nella lettura è tornare indietro nel tempo. Ci sono storie che non hanno un tempo, ci sono storie che nascono dalla ricerca del passato, dal bisogno di fare luce sulla propria origine.
Leggendo Amedeo, mio nonno
*Docente di Lettere, Liceo Artistico Statale “Bragaglia”- Frosinone
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